Il nostro supporto per l’estate di oltre 900 famiglie in difficoltà
di Fondazione Mission Bambini
Sono 914 le famiglie con bambini di 0-6 anni, che vivono in contesti di degrado economico ed educativo in molte città italiane, per le quali la Fondazione Mission Bambini anche grazie al progetto “Servizi 0-6: passaporto per il futuro” selezionato da Con i Bambini ha ideato e avviato azioni specifiche di supporto utili ad affrontare i prossimi mesi di emergenza. Mesi in cui, anche se il peso dell’isolamento si sta gradualmente attenuando e molte attività lavorative hanno ripreso, è necessario mantenere ancora alto il livello di attenzione per rispettare il distanziamento sociale.
Educatori a domicilio per tutta la famiglia, attività organizzate all’aperto per i bambini, fornitura di beni di prima necessità, educativa e sostegno digitale, consulenza psico-pedagogica. Sono 5 le attività pianificate fino a fine anno, realizzate grazie a un team di “educatori multi task” che hanno acquisito in questi mesi nuove competenze legate al periodo di emergenza sanitaria. Le attività sono avviate nelle diverse città italiane in cui la Fondazione è presente da anni con progetti di sostegno all’infanzia, grazie alla partnership con realtà locali e alla disponibilità di centinaia di volontari.
La rete di educatori domiciliari è organizzata per essere presente 2 volte alla settimana a casa di 70 famiglie fragili – in particolare a Milano, Roma, Napoli, Palermo e Brescia – per garantire l’accompagnamento educativo dei bambini e monitorare la loro condizione di salute, fisica e psicologica: un doppio supporto che serve a fornire alle famiglie gli strumenti più adatti alla gestione della quotidianità.
Con la progressiva ripresa della socialità, sempre nel rispetto delle regole del distanziamento sociale, Mission Bambini organizza inoltre una serie di attività educative all’aperto: i bambini, in piccoli gruppi e accompagnati da un educatore, hanno la possibilità di svolgere ogni giorno sport e giochi all’esterno, ritrovando quel tempo e quel benessere psicofisico che nasce proprio dal contatto con educatori e compagni. L’educativa all’aperto, che coinvolge nel complesso 147 famiglie, supporta l’apertura dei centri estivi con le azioni necessarie a rispettare le attuali linee guida: sanificazione delle aree, uso di materiali monouso per i laboratori, visione e allestimento degli spazi, aumento del numero di educatori richiesto.
Prosegue poi la distribuzione di beni di prima necessità iniziata nel mese di giugno e dedicata alle famiglie in difficoltà: sono nel complesso 10mila i prodotti per l’igiene, come pannolini e salviettine, e prodotti alimentari specifici, come latte in polvere e omogeneizzati, consegnati ai nuclei familiari che nei mesi scorsi hanno dovuto affrontare un netto peggioramento della situazione economica.
E continua anche l’educativa digitale, che Mission Bambini ha avviato a marzo all’inizio del lockdown e che lungo le settimane è stata potenziata. Al momento le famiglie coinvolte sono 452 in varie città, per cui è stato messo in campo un “accompagnamento digitale” da parte di un educatore che propone laboratori per genitori e bambini, oltre a supportare le competenze genitoriali all’interno della famiglia attraverso sessioni online di confronto settimanale.
245 sono infine le famiglie coinvolte nella consulenza psico-pedagogica rivolta dagli operatori della Fondazione, sia per telefono sia attraverso uno sportello di ascolto, per supportare e monitorare i casi più fragili.
Sulle prospettive future, in una recente intervista rilasciata all’ANSA Alberto Barenghi Responsabile Progetti di Mission Bambini ha sottolineato i rischi legati ad una diminuzione dei posti disponibili nei servizi educativi per la prima infanzia: “Il problema è che se i posti nei servizi educativi alla prima infanzia dovessero diminuire, alcune famiglie attualmente in lista d’attesa potrebbero essere escluse. Si troverebbero svantaggiate proprio le famiglie che hanno una situazione lavorativa precaria, perché le liste d’attesa favoriscono i genitori che hanno entrambi un lavoro”.
Guarda l’intervista integrale ad Alberto Barenghi sul sito di CorriereTv.
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