Agriturismo Il Ronco: Drop-in fa tappa a Lecco

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Il Ronco” è un bellissimo agriturismo che si trova su una collina affacciata sul lago nel Comune di Garlate, in provincia di Lecco.

La cura degli animali e la raccolta di frutti e ortaggi possono rappresentare un’ottima opportunità di crescita e stimolo per i giovani, lo spiega Valentina Nocita, l’educatrice che ha accompagnato le ragazze e i ragazzi in questa esperienza presso l’agriturismo Il Ronco. In questo splendido contesto, grazie al progetto Drop-In, due gruppi di dieci adolescenti tra giugno e luglio hanno potuto sperimentarsi in molte delle attività agricole che si svolgono in questo luogo, per un impegno complessivo di due settimane per ciascuna edizione.

I primi passi in agriturismo

La prima cosa che facciamo – continua Valentina- con i ragazzi selezionati è un incontro di preparazione. Qui illustriamo le regole -come il rispetto dell’orario e la necessità di avere un abbigliamento adeguato- e le attività che si andranno a svolgere nel corso delle due settimane. Spieghiamo l’impegno richiesto e mettiamo subito in chiaro che questo richiederà un po’ di fatica: si tratta infatti di lavori manuali, spesso da svolgersi sotto il sole, non sempre invitanti, come la pulizia del letame. Il primo vero giorno di campo invece vediamo insieme degli aspetti semplici ma fondamentali per lavorare bene in gruppo: dove vanno riposti gli attrezzi comuni, qual è il posto delle proprie cose, di che colore devono essere i mirtilli per poter esser raccolti, come si puliscono le stalle…

Dalle esperienze virtuali alla fatica sotto il sole

Con il passare dei giorni si entra nel vivo della vita da agriturismo, ognuno con i suoi tempi e le sue capacità sia dal punto di vista lavorativo sia relazionale. In questo periodo particolare però tutti hanno bisogno di un accompagnamento maggiore: la pandemia ha costretto in particolare i più giovani a stare in casa per lunghi mesi, con tutto a portata di un click. Questo li ha un po’ disabituati ad uscire e a mettersi in gioco con persone reali e non nelle relazioni virtuali.  Il caldo è la fatica più grossa e la affrontiamo insieme: io da educatrice lavoro e fatico con loro, le chiacchiere e la musica sono un buon metodo per proseguire il lavoro alleggerendo un po’ il carico.

Come sono scandite le giornate in agriturismo?

Le giornate sono molto varie perché ci sono tante attività: la raccolta dei piccoli frutti come mirtilli, sanbuco, lamponi, fragole, ribes e more, la pulizia delle stalle, il riordino delle aiuole, dar da mangiare agli agnelli, che è uno dei compiti più graditi; dopo pranzo si lavano i piatti e normalmente ci ritagliamo qualche momento defaticante. Poi si riprende il lavoro.

Gli aspetti educativi

Uno degli aspetti fondamentali da questo punto di vista è il gruppo: alcuni sono molto coesi in maniera spontanea, altri invece sono più faticosi. In questi casi il ruolo di mediazione dell’educatore diventa centrale per coinvolgere i ragazzi, invitarli a raccontarsi e a stringere relazioni. Questo campo in particolare permette ai ragazzi di sperimentare alcuni valori legati al lavoro: la capacità di resistere alla fatica, di darsi da fare in vista dell’obiettivo. In questo è importante far vedere il senso delle attività e legare l’esperienza a prospettive più ampie, come ad esempio il tema dello sfruttamento dei braccianti che spesso mi è capitato di affrontare con i gruppi.

Al termine dell’esperienza i ragazzi hanno una piccola gratificazione economica, ci spieghi il senso di questo elemento?

Dopo le due settimane al campo i partecipanti ottengono un buono spesa da 150 euro, che può essere leggermente decurtato in caso di violazioni palesi delle regole di ingaggio o lievemente aumentato per chi ha lavorato davvero bene, in autonomia e rafforzando il gruppo. Questo conta molto nella motivazione, ma anche a livello educativo è un modo per premiare o meno l’impegno messo.

A completare il bilancio finale dell’esperienza c’è anche la valutazione di gruppo che i referenti dell’agriturismo esprimono rispetto ai lavori commissionati e anche una valutazione singola. È un momento molto importante nel quale io come educatrice do un rimando individuale a ciascuno. Questo serve a responsabilizzare, in un modo molto diverso da come lo fa il voto a scuola.

A proposito di scuola, che significato hanno esperienze pre-lavorative di questo tipo per gli adolescenti e come si collocano all’interno del loro percorso di studi?

Dipende molto dal tipo di percorso di ognuno. Il confronto con la fatica del lavoro manuale può anche essere uno stimolo per riattivarsi rispetto alla scuola e mettere più impegno nello studio. Spesso ci capita di fare un paragone con il mondo del lavoro, riflettiamo sull’atteggiamento e sull’approccio verso questa attività immaginando che cosa succederebbe se fossero sul posto di lavoro e questo è un aspetto molto importante del campo. Il contesto è ben diverso da quello della scuola e questa è una ricchezza. Infine, queste possono essere occasioni nel quali si sviluppano passioni che poi possono essere coltivate nel tempo, ad esempio l’amore per la natura o per gli animali.

A questo proposito, siamo nell’epoca dei Fridays for future, anche i ragazzi di Drop-In hanno questa sensibilità?

Il tema ambientale è uno di quelli che cerco di affrontare durante il campo e i ragazzi si dimostrano molto attenti anche nelle scelte quotidiane, come il preferire la borraccia alla bottiglia di plastica. Abbiamo parlato di Greta e alcuni si sono mostrati un po’ prevenuti per via della sua esposizione mediatica ma sicuramente hanno una sensibilità ambientale.

Come ha funzionato il rapporto con la comunità che ha ospitato il campo?

I responsabili dell’agriturismo hanno una buona attenzione educativa, pur tenendo conto dell’aspetto prettamente lavorativo: hanno saputo cogliere e valorizzare le diverse propensioni dei ragazzi, hanno imparato i loro nomi e a mezzogiorno ci offrivano il pranzo, un’occasione importante per consolidare i legami, ma anche per condividere momenti più leggeri.

Lungo il percorso a piedi che facevamo ogni mattina per raggiungere l’agriturismo, attraversavamo il nucleo storico del paesino. Abbiamo cercato di costruire un rapporto cordiale con gli anziani che abitano lì attorno ed è finita che alcuni di loro ci aspettavano per salutarci, ascoltare i racconti dall’agriturismo e parlarci dei nipotini. È stato bello per i ragazzi. Inoltre, una volta alla settimana venivano a farci visita alcuni gruppi dei centri estivi dei comuni limitrofi e uno dei nostri ragazzi faceva da guida per spiegare le nostre attività. Un altro modo per tessere dei fili tra generazioni.

Leggi anche:

Drop-in || Attività estive a Garlate (LC) presso l’agriturismo Il Ronco

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