La didattica in stanza (quale?)
di Exodus
“Non so se fanno per me questi due termini: didattica a distanza. Io con i ragazzi non faccio mai didattica, piuttosto condivido un cammino. E soprattutto non lo faccio mai a una vera distanza, forse rimango solo un po’ indietro, per lasciarli liberi di assecondare il loro passo.
Eppure oggi mi tocca: la videochiamata è l’unico modo per raggiungerli e fare con loro i compiti. Controllo l’orario, avevo detto che avrei chiamato alle 16:00. Per non disturbare gli altri mi metto in camera mia, entro e… sorpresa: mi sono dimenticata di rifare il letto!
Non posso davvero avviare la chiamata da qui con tutta la stanza in disordine.
Soluzione: la cucina.
Mi assale il panico, se non sono io a lavare i piatti nessuno se ne occupa: anche la cucina è inagibile.
Mentre l’orologio segna già le 16.05 capisco quello che devo fare: mi avvicino alla libreria del salotto che crea con il muro una piccola conca, mi infilo lì, incrocio le gambe, tolgo le scarpe e digito il numero:
“Ciao, allora come stai oggi?”.
Simona, Educatrice Cooperativa Sociale “Gli Aquiloni”, partner Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi – polo di Viterbo – Progetto Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie
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