Convenzione ONU dei Diritti dell’Infanzia: 30 anni dopo, il nostro impegno per tutelare i minori da ogni forma di abuso

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Sin dalla sua origine, ComunitAzione si ispira agli articoli della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) che proprio oggi, 20 novembre 2019, compie 30 anni. Per rendere ancora più efficaci le parole della CRC, in particolare quelle dell’art. 19, all’inizio del prossimo anno inaugureremo una nuova attività dedicata a tutti i partner coinvolti nelle scuole del progetto: un percorso di formazione e di riflessione sul tema della tutela dei minori dagli abusi e dai maltrattamenti.

Cosa recita l’art 19 della CRC
“Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o ad entrambi i suoi genitori, al suo rappresentante legale (o rappresentanti legali), oppure ad ogni altra persona che ha il suo affidamento”.

CO-COSTRUIAMO UNA POLICY CONDIVISA

Quali sono i doveri e le responsabilità degli adulti – dagli educatori agli insegnanti alla Pubblica amministrazione – che lavorano con bambini e adolescenti dentro e fuori la scuola? Come si riconosce una situazione di abuso? E che cosa si deve fare quando la si intercetta? Rispondendo a queste domande, vogliamo dare ai nostri partner le competenze per riconoscere, prevenire, segnalare e rispondere a situazioni di abuso. Vogliamo anche aumentare la loro consapevolezza su un fenomeno ancora oggi nascosto e sottostimato, così da lavorare soprattutto sulla prevenzione, che può contribuire nel lungo periodo a ridurre ogni forma di violenza nei confronti dei minori e non soltanto a riparare i suoi danni.

Mettendo in comune lezioni apprese da esperienze precedenti – fatte insieme a Save the Children e alla FOCSIV, grazie alle quali CISV ha definito una propria Child Safety Policy – definiremo principi e buone prassi a cui ispirarsi. In ognuna delle 7 città proveremo a co-creare una Policy comunitaria, ovvero una dichiarazione d’intenti che ci guidi a disegnare per i bambini e gli adolescenti un ambiente protetto e positivo, capace di tutelarne i diritti.

UN FENOMENO SOTTOSTIMATO, MA DIFFUSO: UN PO’ DI NUMERI

La scuola è per eccellenza luogo protetto e sicuro, per questo crediamo che sia nostra responsabilità creare le condizioni perché gli adulti che ci lavorano abbiano una buona conoscenza del fenomeno dell’abuso e del maltrattamento ai danni dell’infanzia.

Le statistiche ci rivelano che i minori subiscono violenze in tutte le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza, in contesti diversi, e spesso per mano degli individui fidati con cui interagiscono quotidianamente. In Italia sono circa 100.000 i bambini e gli adolescenti presi in carico dai servizi sociali perché vittime di una qualche forma di maltrattamento [Terre des Hommes, CISMAI (2015)]. Il maltrattamento ha tante forme: la più ricorrente è la trascuratezza materiale e/o affettiva (47,1% dei casi), seguita dalla “violenza assistita” (19,4%) (cioè l’esposizione, occasionale o ripetuta, diretta o indiretta, di un bambino ad atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale o economica, su adulti o minori) e dal maltrattamento psicologico (13,7%). Tali cifre si riferiscono solo ai casi emersi, rilevati e segnalati; ma sappiamo che la violenza sui bambini è ancora sostanzialmente sommersa, tanto che l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima il rapporto fra casi emersi e casi non emersi in circa 1 a 9.

Il fenomeno del maltrattamento ha un rilevante impatto non solo sulla vita delle persone, ma anche sullo Stato e sulla società: nel 2002 il Primo rapporto su violenza e salute dell’OMS ha affermato che la violenza rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo dopo la morte e la disabilità.

Prevenire la violenza contro i bambini richiede un cambiamento importante, soprattutto laddove le sue pratiche sono ancora considerate come accettabili. In Italia, se si guarda alle misure adottate per prevenire e/o contrastare forme di maltrattamento minorile, emerge la persistenza di forti disparità tra il Nord e il Sud. Secondo i dati forniti dal Rapporto LiberiTutti realizzato da CESVI nel 2018, la prima regione per capacità di prevenzione e contrasto del maltrattamento sui bambini è l’Emilia Romagna, seguita dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia. Tra le regioni con l’indice complessivo più basso, invece, ci sono la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Basilicata. La Campania è in coda alla classifica, ultima sia nell’indice sui fattori di rischio che in quello su servizi e politiche.

Il maltrattamento sui bambini è la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto familiare, ambientale e sociale nel quale i bambini crescono. I bambini e le bambine sono infatti maltrattati soprattutto nell’ambiente che più di tutti dovrebbe garantire loro sicurezza e protezione. Tra il 60% e il 70% dei bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza in casa. La violenza contro i bambini in tutte le sue forme, dallo schiaffo di un genitore alle avance sessuali indesiderate di un pari, è dannosa, moralmente indifendibile e viola i diritti umani fondamentali di ogni bambino.

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