La valutazione d’impatto come attribuzione di valore

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È il tempo della semina per il progetto Community School, che ha coinvolto 47 partner sul territorio biellese per arricchire l’educazione di bambini e ragazzi. La maggior parte dei frutti maturerà a partire da settembre, in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico: il calendario di laboratori, incontri ed eventi è pronto ed è un lungo elenco di 400 proposte.

Qualcuna, dal centro estivo montessoriano all’Oasi Zegna al Wood School, volto a migliorare le competenze STEAM, è già in cartellone per l’estate. Altre si sono già svolte, come i laboratori legati alla mostra Padre e Figlio dedicata alla famiglia Pistoletto o l’incontro tra arte e natura tra Roppolo e Viverone. Ma la maggior parte delle attività avrà luogo nei prossimi mesi.

Il progetto e i suoi partner stanno comunque plasmando l’offerta formativa e costruendo le linee guida perché il lavoro di enti e associazioni coinvolti sia omogeneo. Un punto rilevante è la cosiddetta valutazione d’impatto: per il progetto Community School sarà Aiccon, centro studi promosso dall’università di Bologna, dall’Alleanza delle cooperative italiane e da numerose realtà pubbliche e private che si occupano di economia sociale, ad analizzare quanto le attività dei partner riusciranno a incidere sull’obiettivo, ovvero fornire ai minori più strumenti per crescere e costruire il loro futuro.

L’intento, come spiega il presidente di Aiccon Paolo Venturi è di fornire un rendiconto «che non sia una visione del valore misurata solo da output e performance, ma da evidenze legate al cambiamento generato». Non basta, insomma, coinvolgere un buon numero di bambini e famiglie in un laboratorio. È necessario calcolare quanto si è inciso sulle loro conoscenze. E prima di misurare l’impatto sociale, aggiunge ancora Venturi «l’organizzazione dovrà individuare i propri valori identitari, ossia quelle qualità positive che definiscono l’identità di un’organizzazione e producono un cambiamento positivo nel contesto di riferimento, differenziandola dalle altre organizzazioni».

Gli esperti di Aiccon hanno incontrato nei giorni scorsi i partner di Community School, i quali a loro volta hanno proseguito la “semina” attraverso gli incontri dei tavoli metodologici. Il loro lavoro è mirato a dare omogeneità al modo di lavorare di tutte le realtà coinvolte, creando un vero fronte comune per la buona riuscita del progetto, come hanno messo nero su bianco gli stessi tavoli metodologici: «La rete di partenariato, non profit, pubblico e profit, che fino a oggi ha collaborato in modo frammentato, con questo progetto intende sviluppare una strategia socio-educativa unitaria, per rispondere con azioni coerenti al bisogno evidenziato. La nuova visione prevederà l’adozione di un patto educativo, garantirà una pianificazione di medio-lungo termine (“chi sarò tra 10 anni?”), sostenibile oltre l’arco temporale coperto dal bando, stimolerà la comunità educante, tramite la condivisione di una metodologia educativa territoriale che, sperimentata, delineerà il modello di riferimento locale».

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