«PENSAVO DI NON FARCELA!»

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Mi chiamo Arianna, ho venticinque anni e sono una volontaria del Servizio Civile presso la cooperativa APPSTART, impegnata in particolare nel Punto Luce di Potenza, uno dei presidi educativi del progetto #CLASSIFUORICLASSE che mi ha permesso di partecipare ad un campus estivo organizzato presso Brindisi Montagna nello scorso mese di agosto. Il Campus aveva come obiettivo quello di far conoscere il territorio lucano ad alcuni giovani ragazzi, i quali si sono immersi per una settimana nella disarmante bellezza della nostra amata regione.

È stata un’esperienza ricca di emozioni, condivisione, scoperta, ma anche di fatica che ha portato i nostri ragazzi a collaborare reciprocamente, a stare insieme e a confrontarsi con dure prove di resistenza non solo fisica. Nel corso del campus, infatti, oltre alle numerose attività di svago, non sono mancate escursioni e passeggiate sul territorio della Basilicata, tutti ci siamo impegnati a superare la pigrizia e l’inerzia del periodo d’isolamento che ci ha accompagnati negli scorsi anni. E quello che ho osservato nel corso di questo breve ma intenso periodo è che spesso, noi tutti, piccoli ma anche più grandi, tendiamo a percepire in maniera molto più ampia e dura le sfide che ci si presentano durante il cammino. Ci poniamo limiti e barriere che ci sembrano a primo impatto invalicabili e pensiamo che questi ostacoli siano definitivi.

Quello che è accaduto ai nostri ragazzi durante questo viaggio alla scoperta di sé stessi, è aver compreso che tutti abbiamo dei limiti, e che ognuno di noi non è il proprio limite, ma quello che c’è OLTRE. Ognuno di noi è molto di più, è tutte le capacità che mette in pratica per superare quell’ostacolo: la tenacia, la determinazione e la resilienza. Dobbiamo solo essere consapevoli dei nostri limiti, abbracciarli e utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione per provare a saltare quel gradino altissimo che si pone davanti a noi.

Spesso succede anche di identificarci con i nostri limiti, ma prendere consapevolezza che questi rappresentano solo una piccola parte del nostro carattere ci dà il giusto coraggio per affrontarli e non subirli passivamente.

È quello che ha provato Elisabetta, una delle nostre piccole esploratrici, dopo una lunga e ripida salita, che sembrava non finire più: «Pensavo di non farcela!» ha esclamato. È stata una frase che mi ha colpito molto, perché mi sono resa conto di quanto, molto spesso, non abbiamo fiducia in noi stessi e nelle nostre abilità, non siamo consapevoli delle nostre possibilità e finiamo per arrenderci senza neanche averci provato.

 

Elisabetta, come tanti altri ragazzi, ha raggiunto quel traguardo che in quel momento sembrava così lontano e seppur abbia impiegato più tempo per fare quel percorso, è stato incredibile vedere il suo entusiasmo, il sollievo e la gioia che ha provato nel raggiungere quel risultato così tanto sperato, superare la fatica di un’intensa escursione quando pensava di non farcela più, allo stremo delle forze, sotto il caldo estivo e con poca acqua a disposizione.Tutti i ragazzi hanno affrontato delle difficoltà, dalla paura di andare via di casa per la prima volta lontano dai propri affetti, fino alla convivenza con nuovi compagni, imparando a condividere gli spazi e le intere giornate insieme.

Il superamento dei limiti per me è stato anche mettersi in gioco, provare a fare tutte le attività che venivano proposte, anche quelle che pensavamo di non essere in grado di fare, essere meno timidi e provare a stringere amicizie con i nuovi compagni. Insomma, affrontare ogni sfida lungo questo cammino che ci ha visto tutti coinvolti, dai volontari ai responsabili abbiamo, ognuno a modo suo, affrontato delle prove credendo di più nelle persone che siamo e aggiungendo un tassello in più al nostro percorso.

Alla fine di quest’avventura penso che, indipendentemente dal tipo di ostacolo che ognuno di noi ha provato a superare, possiamo tutti condividere il pensiero di Elisabetta:            CE L’ABBIAMO FATTA!

 

 

 

 

Arianna

 

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