Sfide e opportunità….
di progettomondomlal
Bell’impresa! è iniziato in uno scenario tragicamente inatteso. Le conseguenze della pandemia Covid19 hanno impattato fortemente sulle nostre vite, anche se in modo diversificato, e non vediamo la fine di questo complesso periodo che ha impatto sulla salute delle persone, sull’economia, sulla società nel suo insieme.
A causa della pandemia sono emerse e amplificate le disuguaglianze non solo nei territori in cui ciascuno di noi opera e vive ma anche tra i Paesi, dal momento che si sono indebolite le basi su cui poggia la nostra convivenza civile. In un contesto profondamente mutato, non solo in Italia e in Europa, ma nel mondo, è necessario ripartire da una visione di società in cui il “bene comune” sia un valore da preservare e da coltivare con coraggio e costanza. Se questo lo si trasporta nella lettura “globale”, diventano più chiari gli scenari alternativi che abbiamo davanti: un approfondimento, senza esitazioni, del paradigma della corresponsabilità per la convivenza pacifica e sostenibile sul nostro pianeta oppure un chiaro allontanamento, basato sulla difesa del proprio spazio individuale, inteso come persona, famiglia, scuola, comunità o Paese.
Bell’Impresa è insieme sfida e opportunità, capace anche di unire luoghi e persone lontane in una visione condivisa del mondo che vogliamo, chiamandoci quindi a svolgere con maggiore interazione e integrazione la nostra azione di cooperazione, incidenza ed educazione.
Se, da una parte l’Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile costituisce un punto di riferimento imprescindibile e universale, il nuovo paradigma della “sostenibilità” del “bene comune”, con il rispettivo corollario sulla responsabilità condivisa, sintetizzato dallo slogan “nessuno sarà lasciato indietro”, ci motiva ad avere una visione molto più ampia e articolata nel nostro modo di progettare e lavorare: dalle forme di partenariato al tipo di attori da coinvolgere, dalla tipologia di azioni a cui contribuire alle loro modalità di realizzazione, fino alle strategie e al linguaggio da adottare.
Al centro del nostro lavoro ci sono le persone, le comunità, le culture, soggetti che hanno in carico l’azione di cambiamento; e questo significa avere sempre un atteggiamento di attenzione verso gli altri, dei ruoli, del protagonismo e del reale processo di sviluppo delle competenze e potenzialità già esistenti, tenendo sempre lontano la tentazione dell’assistenzialismo, dell’autoreferenzialità e del risultato immediato per cooperare nella costruzione di una reale comunità educante.
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