IL DIARIO RIFLESSIVO, UNO STRUMENTO PER FACILITARE LO SVILUPPO DEL PROGETTO E LA CRESCITA PROFESSIONALE DEGLI OPERATORI

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Le azioni di monitoraggio di un progetto, per risultare efficaci in termini di comprensione profonda di ciò che accade all’interno di un contesto, è utile che prevedano anche la raccolta di dati qualitativi. Fra i molteplici strumenti finalizzati alla documentazione di un progetto ai quali si fa ricorso in Bell’Impresa troviamo i diari riflessivi, tenuti dagli educatori per annotare elementi ritenuti significativi relativamente alle cooperative scolastiche. Il diario riflessivo ha una duplice finalità. Esso consente ai coordinatori del progetto di acquisire consapevolezza rispetto allo sviluppo reale delle attività, e agli educatori di riflettere sulle esperienze vissute per acquisirne una maggiore consapevolezza sia delle azioni compiute all’interno di un determinato contesto o fase del progetto, sia dei processi mentali che hanno accompagnato tali azioni. L’obiettivo è portare alla luce i presupposti che tacitamente governano il nostro agire e di cui spesso non ci rendiamo conto perché si agisce in modo routinario, oppure istintuale in risposta ad un emergenza che sembra non lasciare tempo al pensiero, oppure ancora perché si da scontata la bontà di alcune scelte circoscritte all’interno della propria cultura organizzativa e professionale.

I dati raccolti nei 12 diari riflessivi (6 inerenti alle cooperative scolastiche realizzate nelle scuole primarie, sei nelle scuole secondarie di primo grado) sono stati analizzati dai ricercatori dell’Università di Verona con l’obiettivo di leggere in modo autentico la scrittura dell’educatore per restituirne con esaustività l’esperienza delle cooperative scolastiche, in quanto le note di campo tengono traccia della complessità della realtà. L’analisi qualitativa essenzialmente mira a definire, rispetto al contesto osservato e descritto, cosa succede (ovvero quali sono le dinamiche che caratterizzano il contesto); come succede (ossia in che modo queste dinamiche si attuano, quali attori entrano in gioco e come si relazionano li uni con gli altri); infine, perché succede (cioè le motivazioni, esplicite o deducibili, che stanno alla base di tali dinamiche).

L’analisi dei dati è ancora in corso. Tuttavia, i primi risultati hanno permesso di delineare alcune specificità, dal punto di vista pedagogico-didattico, che caratterizzano le cooperative scolastiche. Per quanto riguarda la fase progettuale, gli educatori evidenziano la specifica attenzione al contesto in cui le cooperative sono state costituite, la necessaria azione di condivisione fra operatori delle linee progettuali e di azione, nonché le azioni di monitoraggio che devono essere attuate parallelamente allo sviluppo del progetto. Le cooperative scolastiche vengono inoltre considerate dagli educatori dei veri e propri ambienti di apprendimento. Emerge infatti chiaramente come vi sia una specifica attenzione allo sviluppo delle abilità sociali degli alunni e delle alunne attraverso un’attenzione all’accoglienza di tutti i bambini, l’utilizzo di strutture cooperative per lo sviluppo di abilità sociali e il sostegno alla motivazione. Dal punto di vista didattico, l’organizzazione dell’officina e della cooperativa si articola in momenti frontali e attività laboratoriali, dove assumono importanza sia gli aspetti organizzativi delle attività, sia l’utilizzo di strategie cognitive e metacognitive.

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