SCUOLA FUORI DALLA SCUOLA: l’educazione è fuori. La scuola può uscire dalla scuola

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Alla ripresa di questo nuovo anno scolastico, Bell’Impresa! ha risposto, in rete con i Comuni di Dolcè, di Brentino Belluno e con la scuola secondaria di primo grado Don Cesare Scala di Peri, ad una richiesta portata dai ragazzi, dalle ragazze e dai genitori di una classe seconda dell’Istituto Comprensivo. Questo gruppo classe, e di conseguenza anche i loro famigliari, dopo un complesso primo anno passato insieme, si sentiva affaticato e disorientato nella ripresa, in particolare nell’ambito dello sviluppo delle autonomie e capacità di autoregolazione degli alunni e alunne e sentiva il bisogno costruire esperienze che gli permettessero di ritornare a sognare il proprio futuro.

Da questo stimolo, dopo un confronto tra scuola, famiglie, Comune e educatori, nasce l’idea di provare ad uscire dell’aula al fine di valorizzare lo spazio esterno come contesto educativo. La proposta si sviluppa e consolida attorno al tema dell’educazione diffusa che si basa sulla prospettiva di una scuola non confinata nelle mura scolastiche, ma che collabora e interagisce con il territorio e la comunità. Emerge così la possibilità di realizzare un piccolo progetto di “sistema formativo allargato”, che vede collaborare soggetti diversi, quali il Comune, la scuola, le famiglie, gli educatori SET, gli educatori del progetto Bell’Impresa! gli specialisti locali. Il progetto pone in luce il diritto all’educazione come bene collettivo, sancendo così un patto formativo tra scuola, famiglie e territorio.

Per quattro mercoledì del mese di ottobre la classe seconda ha vissuto la “scuola fuori dalla scuola” dalle ore 9.00 alle 16.00. Si sono usate le diverse risorse disponibili del territorio come aule a cielo aperto: il paese, i boschi, il cortile e la casa di caccia Scout, tutto quanto raggiungibile a portata di “piede”, vivibile, visitabile e sicuro.

La mattina era dedicata alla realizzazione di laboratori legati ad approfondimenti della lingua francese, dell’italiano, della storia e delle scienze. Gli studenti e le studentesse, a piccoli gruppi, seguiti dagli insegnati e dagli educatori, hanno prodotto dei cartelloni in cui comparavano il loro territorio a quello francese, individuandone affinità e divergenze dal punto di vista geografico, gastronomico, storico e sociale. Inoltre, su stimolo de “Il piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, hanno lavorato alla creazione, con materiali naturali, di un’opera d’arte: “La mia pecora”. Queste attività si sono svolte all’aperto nel giardino della casa di caccia degli scout. Le altre mattinate sono state destinate alla scoperta del territorio: una con declinazione scientifica e l’altra storica. Con un esperto botanico, il professor Giorgio Viviani, si è andati alla ricerca delle specie fitologiche locali, anche per questa attività è stato realizzato un cartellone riassuntivo, mentre con lo storico, il professor Giorgio Lucchini, ci si è addentati nella storia del paese di Peri e di parte del suo territorio. Concluso il lavoro del mattino, i ragazzi e le ragazze, divisi in gruppi, cucinavano il pranzo, apparecchiavano, sparecchiavano, lavavano i piatti e sistemavano gli spazi, per il resto del pomeriggio, hanno giocato insieme con giochi tradizionali e di altri paesi del mondo. Al pranzo hanno partecipato anche le insegnati, mentre nel pomeriggio restavano gli educatori. L’ultimo mercoledì, si è rimasti insieme fino a sera, i ragazzi e le ragazze hanno organizzato una cena francese per le famiglie, prima della quale, hanno presentato i loro elaborati, organizzato una piccola mostra d’arte e raccontato l’esperienza provata.

Il percorso “scuola fuori dalla scuola” è stato vissuto con grande entusiasmo, vivida partecipazione e soddisfazione da parte dei ragazzi e ragazze, e anche dalle loro famiglie. Quest’azione educativa e didattica fondata sullo stimolo alla motivazione, agli interessi e ai talenti dei partecipanti, sul piacere del fare e dell’apprendere, sull’educazione emozionale volta al favorire la costruzione di relazioni significative e di legami cooperativi tra pari, ma anche con gli adulti di riferimento, che favorisce lo sviluppo del pensiero divergente attraverso il corpo, il gioco e l’ambiente, si è rivelata uno strumento formativo essenziale per aiutare i partecipanti a conoscere se stessi, gli altri e il mondo che ci circonda.

I ragazzi hanno sperimentato e riconosciuto, ciò è stato riportato nelle loro restituzioni della serata finale, l’importanza della conoscenza che deriva dalle interazioni con i propri coetanei, dalla orizzontalità, dal piacere di stare insieme e di collaborare nel costruire “qualcosa”. L’opportunità di vivere una scuola aperta, anche se per poco, in cui ci si confronta con un apprendimento “situazionato” e informale, con compiti di realtà, competenze trasversali, esercizi di cittadinanza attiva e globale e nella quale le interazioni insegnamento-apprendimento coinvolgono la realtà, è stata per tutti, studenti, insegnanti, genitori, educatori, esperti, rappresentati comunali, edificante. Questo percorso di “scuola fuori dalla scuola”, inoltre, ha aiutato la comunità a ritrovare la necessaria e fondamentale sintonia per essere in grado di garantire ai propri ragazzi e ragazze uno stato di benessere a tutto tondo, in connessione con la comunità educante e il territorio e di rispondere alle loro effettive esigenze in modo attivo e innovativo.

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