Influenzer: il video racconto di giovani coinvolti in percorsi di giustizia minorile

Influenzer il video – podcast realizzato con ragazzi coinvolti in percorsi di giustizia minorile all’interno del Progetto #Underconstruction, è un lavoro corale che nasce dall’idea dei Partner daSud di creare un laboratorio di pensieri e parole.

I ragazzi, grazie al sostegno delle figure professionali di supporto, hanno creato un dialogo orizzontale guidato dall’idea di provare a costruire un auto-racconto di gruppo strutturato su pensieri, parole, significati e volti dei ragazzi, per arrivare ad un auto-ritratto di comunità attraverso la produzione di questo video-podcast.

L’obiettivo dell’azione di Progetto è quello di dare un senso, una forma e un volto alle emozioni.
Quelle emozioni troppo spesso nascoste, mascherate, fintamente ignorate. Emozioni che venivano contrapposte alle regole della giustizia e della realtà. Per questo non erano importanti.
E invece…
Ragazzi e ragazze coinvolti in percorsi di giustizia che grazie a questa attività hanno tirato fuori memorie e racconti, mescolando i loro ricordi con quelli di altri e altri ancora, per poi..infine..metterci la faccia.Il laboratorio, dalla parola al make up, fino alla sessione di shooting fotografico, ha fatto sì che emergessero le loro emozioni, per diventare poi colori e forme di ogni genere.
Ragionando a voce alta sull’importanza delle emozioni, i ragazzi e le ragazze coinvolte hanno adottato un mese dell’anno.
Insieme ad un gruppo di creativi hanno realizzato, da protagonisti, un calendario emozionale per raccontare il loro 2022.

È stato proposto ai ragazzi di identificare un’emozione associata a quel determinato periodo dell’anno: un aggettivo, un luogo, un nome, una parola suggerita dall’esperienza, che dava vita a un esercizio di libera associazione di idee.
Ognuno tirava fuori qualcosa che esprimeva un legame con quella parola.
Da quelle suggestioni sono nati i testi che accompagnano il video.

Gli autori del testo, i giovani coinvolti nel percorso, sono stati invitati a partecipare a delle sessioni speciali di “make up” in cui delle professioniste hanno illustrato i racconti sui volti dei nostri modelli, mai ripresi in volto fino al momento dello scatto. Questo oltre a garantire il loro anonimato li ha trasformati in modelli da “interpretare” e non più da evitare, riconoscendo un forte valore simbolico
alla loro partecipazione in un’accezione positiva e motivante.