Il ruolo della boxe all’interno dei percorsi penali per minorenni, parola a Iacopo Ricci
di kairoscoop
Tecnico federale della federazione pugilistica italiana Iacopo Ricci è anche maestro degli “Scatenati” nell’ambito del progetto #Underconstruction
Da sempre un vicino di casa dell’ARPJTETTO, Iacopo Ricci lavora, infatti, come maestro di boxe alla popolare palestra indipendente dell’Acrobax. Da quest’anno, grazie al Progetto #Underconstruction che si occupa di prevenire e contrastare la povertà educativa dei minori sottoposti a procedimenti penali. ha iniziato a seguire anche le ragazze e i ragazzi del Centro Gli Scatenati.
Ma per amor di chiarezza, facciamo qualche passo indietro e ripercorriamo le fasi di come le strade di un grande allenatore federale si sono incrociate con quelle del Progetto °Underconstruction.
Che cos’è il Progetto Gli Scatenati?
Gli Scatenati è un progetto targato ARPJTETTO Onlus e propone, dal 2015, attività a ragazzi e ragazze in pena alternativa alla detenzione.
Ognuno di loro ha storie e origini diverse, ma in comune molto spesso hanno le difficoltà a trovare luoghi di supporto, ascolto e accoglienza.
Gli Scatenati si inserisce proprio in questo contesto: cercando tramite un’equipe educativa multidisciplinare, di trovare, insieme al minore, gli strumenti che lo porteranno a concludere il percorso penale con maggiore consapevolezza e capacità progettuale, in linea con le proprie inclinazioni.
L’attività di boxe si è inserita quest’anno tra quelle proposte dall’ARPJTETTO nell’ambito del progetto Underconstruction.
La boxe, è una buona attività fisica in generale e in più ha il potere di trasmettere all’allievo la responsabilità di ciò che stai facendo.
Ma questo ce lo faremo raccontare meglio, tra poco, dallo stesso Iacopo Ricci, intervistato per comprendere in che cosa consiste l’attività che svolge all’interno del Progetto #Underconstruction.
Ovviamente non vale per tutti, come ogni sport può piacere o non piacere.
Questa attività, del resto ci ha permesso di ripensare anche ai “ruoli di genere”.
La boxe ci ha aiutato ad andare anche in questa direzione, quella in cui le ragazze possono decidere liberamente se fare o meno un’attività, prescindendo da quanto il contesto di riferimento ha deciso per loro.
Ma passiamo la parola al nostro Coach – Campione – Amico Iacopo Ricci
Ciao Iacopo, ci puoi raccontare com’è stato il primo impatto con gli Scatenati?
Per i ragazzi classico fomento iniziale da leoncini che devono fare la lotta, tutti i ragazzi reagiscono generalmente così, a qualsiasi età. Per le ragazze invece c’è stata più difficoltà. Questo avviene per varie ragioni, nel caso loro, non erano per niente abituate a fare sport fuori da questo spazio. Il contesto in cui sono cresciute, tradizionalmente, fa fatica a concepire la donna che fa sport.
Come rispondi a quella scuola di pensieero che sostiene che la boxe sia pericolosa per ragazzi e ragazze che sono all’interno del circuito penale?
Non si può negare che la boxe insegni, in qualche modo, a colpire, quindi dato alla persona sbagliata può avere i suoi scivoloni. Questo però vale per qualsiasi cosa, se si guarda solo ed esclusivamente alla possibilità di un fattore negativo, che comunque non è assicurato, non si va da nessuna parte. Credo che questa disciplina, in realtà, insegni la calma. Perchè, da un lato ti rendi conto che puoi fare – veramente – male e ne comprendi la gravità e dall’altro “fai a botte tutti i giorni” in palestra e quindi, in un certo senso, di passa la voglia di farlo fuori. Ti cambia la prospettiva.
La boxe ti mette a contatto con le tue paure, con le tue ansie, con le tue insicurezze, molto più di altri sport agonistici. Qui,sostanzialmente, per fare un match ti dai un appuntamento con un’altra persona per menarti, quindi è qualcosa che ti abitua a dover affrontare le paure. In generale, ti insegna il rispetto. C’è sempre uno più forte: quando pensi di essere arrivato, di poter gestire ogni situazione arriva sempre uno nuovo che ti fa dire: questo mi mette in difficoltà. Tale situazione ti porta a rispettare tutti, perché non sai mai chi hai di fronte.
Episodio o ricordo particolare che ti porti dietro dagli Scatenati?
Io sono abituato a lavorare in questi contesti, il mio percorso di studi mi ha portato qui. Sono laureato in psicologia clinica alla triennale e in sviluppo tipico e atipico alla magistrale. La cosa che mi colpisce sempre tanto è quando li responsabilizzi, la sorpresa che vedi: quando gli dici “bravo” o le dici “brava” si percepisce che sono disabituati a sentirselo dire e quella luce che vedi nei loro occhi è impagabile. Ovviamente non assicura il risultato però ti dà tanta voglia di fare discorsi di questo tipo. In un paio di occasioni senti proprio quel pizzicorio dietro il collo, qualcosa di bello: ed è quello che ricerco continuamente in queste situazioni.
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