Un giorno da prof: il peer tutoring per i docenti fatto dai ragazzi
di stemlab
Nelle scorse settimane, tutto il partenariato ha lavorato sullo scambio dei punti di vista e degli approcci educativi, durante una serie di visite agli istituti scolastici coinvolti nel progetto. Il lavoro continuerà lungo tutta l’estate attraverso un calendario di appuntamenti legati alle comunità di pratiche con presidi, educatori ed educatrici, insegnanti. Parte di questo lavoro è mettere in condivisione storie di successo e buone pratiche portate avanti dai singoli STEM*Lab.
Abbiamo raccolto la testimonianza di Alessandra Piscitelli, docente presso l’IC Leonardo da Vinci – Frank di Torino, durante una giornata di visiting da parte di docenti di altre scuole ai nostri laboratori. Ad accoglierli hanno trovato dei sorprendenti esperti STEM: i nostri allievi e le nostre allieve! Insieme hanno realizzato uno dei laboratori curriculari legati all’approfondimento delle esplorazioni spaziali.
“Durante le attività STEM*Lab capita spesso di chiedere ai ragazzi più esperti di fare da supporto ai compagni che magari hanno qualche difficoltà. L’obiettivo di questa modalità di lavoro (peer-tutoring) è duplice: da una parte si cerca di valorizzare chi ha acquisito maggiori competenze (se ci sono difficoltà nell’affrontare le materie di studio in modalità classica, lo stimolo a superarle è maggiore in un ambiente di lavoro più informale o in attività come il coding in cui è favorito il pensiero divergente e la propensione alla sperimentazione per risolvere un problema).
Dall’altra parte, per chi ha qualche dubbio sullo svolgimento di un’attività, è molto più semplice chiedere consiglio ad un o una pari piuttosto che all’insegnante e, in questo modo, si riconoscono ai compagni e alle compagne competenze nuove che non sono sempre oggetto di valutazione.
Proprio in quest’ottica ho pensato di impostare il lavoro in occasione del visiting: l’accoglienza prevista per i docenti in anno di prova che vengono ospitati in scuole innovative.
Il nostro STEM*Lab ha dunque accolto tre insegnanti provenienti da altre scuole per avvicinarsi alla metodologia STEM. Durante l’attività docenti e ragazzi si sono cimentati nella realizzazione di un rover per esplorare Marte. Il robot è stato realizzato con mattoncini LEGO collegati ad un motorino che ne consente il movimento, reso ancora più interattivo grazie a un sensore di vista programmabile tramite app.
I colleghi e le colleghe, alla prima esperienza con questo genere di attività, sono stati entusiasti di mettersi in gioco e sono stati guidati nella risoluzione di alcuni problemi proprio dagli allievi e dalle allieve, in un processo di apprendimento al contrario (per esempio è stato risolto un bug nella programmazione). L’esperienza si è rivelata estremamente positiva per tutte e tutti ed è stato evidente quanto lo STEM*Lab non sia solo un laboratorio, ma un luogo in cui si sviluppa metodologia.”
Curiosità e apertura al confronto sono state, dunque, le due direttrici lungo le quali sono state strutturate le azioni di rete con altri istituti scolastici. Intendere la conoscenza come scambio di competenze e intuizioni tra pari, infatti, aiuta ad offrire un accesso realmente democratico al sapere e ad incentivare uno spirito di apprendimento continuo che dura tutta la vita.
Ti potrebbe interessare
Una rete di cura per gli educatori STEM*Lab
di stemlab
Nell’avvicendamento continuo dei DPCM e delle linee guida da seguire nelle varie regioni italiane, il nostro progetto, che opera in Piemonte, Lombardia,...
I nuovi canali della divulgazione scientifica
di stemlab
Tutti siamo d’accordo nell’ammettere che scienze e tecnologia abbiano come premessa quella di muoversi spesso in territori inesplorati. Noi di STEM*Lab ci...
Il ruolo dello storytelling nell’educazione alle materie STEM
di stemlab
Cosa lega lo storytelling alle materie STEM? Sembrano appartenere a due mondi differenti, quello umanistico e quello scientifico, ma in realtà il...