Un’app per piccole comunità di inventori e inventrici

di

Tra i partner di STEM*Lab, ce n’è uno molto speciale in Campania. L’ITI “Galileo Ferraris” partecipa alle azioni di implementazione e formazione del progetto, grazie al contributo di allievi e allieve delle classi superiori che mettono a disposizione le proprie competenze per le scuole aderenti al coordinamento territoriale. Una pratica peer-to-peer che aiuterà a sviluppare sul campo la dimensione del confronto e della verifica delle soluzioni adottate durante un processo di sperimentazione.

Il Prof. Francesco Parisi, docente dell’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Ferraris” di Napoli, che ha il compito di coordinare queste attività, descrive il metodo di lavoro che verrà proposto alle scuole coinvolte:

« I ragazzi delle classi quarte ad indirizzo informatico dell’ITI “Galileo Ferraris”  faranno da tutor a quelli delle scuole medie. Presenteremo loro MIT App Inventor, uno strumento informatico che permette di realizzare applicazioni Android e Apple in modo molto semplice. Il funzionamento è simile a quello di Scratch, la programmazione dunque è di tipo grafico; con poche indicazioni si è in grado di comprendere la logica di un linguaggio di codifica. Basta trascinare gli algoritmi già predisposti per dare all’app le funzionalità desiderate. In questo modo, si possono realizzare velocemente sia un gioco che una chat. La schermata è user friendly, come quella di un telefonino, e offre una serie di opzioni molto utili.

Per aumentare il grado di ingaggio dei ragazzi, verranno suddivisi in gruppi, ognuno dei quali potrà contare sulla facilitazione di 2 tutor. Il percorso educativo prevede di esplorare tutte le funzionalità del software e poi lavorare insieme alla realizzazione dell’app, così come il team l’avrà immaginata. Infine si condividerà il risultato con gli altri gruppi, aprendo il confronto tra le possibili criticità e soluzioni. »

 

 

Cos’è MIT App Inventor?

Si tratta di un ambiente di programmazione intuitivo e visivo, elaborato negli ultimi dieci anni dal Massachussetts Institute of Technology, che permette a chiunque di costruire applicazioni completamente funzionali per telefoni Android, iPhone e tablet Android/iOS. Perfino chi è alle prime armi può ottenere una prima app in meno di trenta minuti.

Il progetto MIT App Inventor, infatti, ha l’obiettivo di democratizzare lo sviluppo dei software, dando la possibilità a tutte le persone, soprattutto ai giovani e alle giovani, di passare dal consumo di tecnologia alla creazione di tecnologia.

Tutto è partito da un piccolo team di docenti e studenti del MIT CSAIL, guidato dal professor Hal Abelson, che nel giro di pochi anni ha formato il nucleo di un movimento internazionale di inventori e inventrici. Oltre a condurre azioni di sensibilizzazione educativa e ricerche sul suo impatto, il team originario continua a manutenere l’ambiente di sviluppo gratuito dell’app, che ormai viene utilizzato da più di 6 milioni di utenti registrati.

Quando si lavora con i programmi di coding basati sui blocchi, l’obiettivo è quello di sviluppare l’empowerment intellettuale e creativo. Grazie a questo nuovo tipo di strumenti educativi, le applicazioni possono essere ancora più sorprendenti: a partire dall’ottenere strumenti funzionali a migliorare i processi complessi al promuovere vere e proprie cause sociali per migliorare la comunità in cui si vive.

Noi di STEM*Lab non vediamo l’ora di raccontarvi cosa inventeranno i ragazzi e le ragazze di STEM*Lab Campania alla fine di questo anno scolastico!

 

 

Se ti è piaciuto questo articolo, potrebbe interessarti anche:

SCRATCH: un’esperienza inaspettata

Ti potrebbe interessare

Questione di sfide e… di passione

di

Le educatrici e gli educatori sono una delle colonne portanti del nostro progetto. La sperimentazione  e la prototipazione dei laboratori passano dalla...

A Palermo la scienza non è teorica: sperimentarsi richiede coraggio

di

In occasione della formazione a cura del MUST svoltasi a Palermo il 7 e 8 novembre, docenti, educatori e operatori hanno avuto...

Ma dove vai se le competenze trasversali non ce le hai?

di

Chi lavora in ambito educativo solitamente possiede delle conoscenze e delle competenze tecniche che gli consentono, ad esempio, di conoscere le teorie...