SCRATCH: un’esperienza inaspettata

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Quando mi è stato chiesto di imparare a creare videogiochi per progettare delle attività educative all’interno dei nostri STEM*Lab, non avrei scommesso un centesimo sulla riuscita di questa mia personale impresa. 

Un videogioco? Io? La stessa persona che non gioca ai videogame praticamente dal secolo scorso, quando erano ancora delle enormi cabine nelle sale giochi e molto più alte di me? La stessa persona che oggi fa l’educatrice e si interessa principalmente di materie umanistiche, lettere, lingue, pedagogia, sociologia? No, non ci credevo proprio.

E invece ecco comparire sul desktop del mio computer quello che ho orgogliosamente intitolato “My First Videogame!”, per il quale devo ringraziare Mitchel Resnick e il suo team del MIT di Boston: creatori di Scratch.

Cos’è Scratch?

Scratch è un semplice ambiente di programmazione, gratuito, che utilizza un linguaggio di programmazione di tipo grafico e visuale a blocchi. Cioè? 

È come una pagina o una tela bianca, sulla quale posso creare personaggi e animarli, farli muovere, parlare e interagire con l’ambiente che creo loro intorno come in un videogame, ma anche fargli raccontare una storia.

Lo strumento che ho a disposizione è un codice, non espresso in complesse sequenze alfanumeriche e algoritmi, bensì sotto forma di blocchetti di un puzzle. I blocchetti sono divisi in categorie a seconda della loro funzionalità (movimento, aspetto, suono, situazioni ecc.) e possono incastrarsi e collegarsi fra loro.È possibile utilizzare una serie di personaggi, sfondi, ambienti, suoni preimpostati oppure disegnare i propri e registrare suoni, voci e brani musicali. 

Inizialmente la voglia e il coraggio di imbarcarmi in quest’avventura digitale sono arrivati considerando l’aspetto creativo dei suoni, delle forme e dei colori, che mi era più familiare.

Così ho scaricato il programma gratuito dal sito https://scratch.mit.edu/download e l’ho avviato… “Wow!”, ero entrata in un mondo nuovo e del tutto sconosciuto… “Forte! Ma che faccio ora?”

Primi passi nell’apprendimento

Inizialmente, per costruire la mia comfort-zone e avere un punto di riferimento, ho cercato un tutorial molto facile da seguire, per creare appunto un mini videogame passo dopo passo.

Effettivamente in 20 minuti scarsi, avevo creato un videogioco, copiando come potevo ed eseguendo le istruzioni del tutor-youtuber. Tuttavia, inspiegabilmente, mi sentivo piacevolmente sorpresa, soddisfatta, orgogliosa di me stessa e immediatamente dopo impaziente di personalizzare “la mia creazione”.

Ho iniziato dalle cose più semplici: ho cambiato il personaggio, i colori, i suoni, lo sfondo.

Avevo compreso come impartire ordini alla macchina, come un passaggio o un blocchetto influiva su quelli successivi e sull’oggetto della mia modifica: la legge di causa-effetto davanti a miei occhi, in cui io determinavo la causa e osservavo l’effetto. La mia autostima lievitava come l’impasto della pizza!

Da lì, creare un altro gioco inserendo nuove variabili, nuovi personaggi, nuovi ostacoli è stato un attimo.

Le soft skills da sviluppare attraverso Scratch.

Mi sono divertita a testare e far provare IL MIO videogioco agli amici videogamer e smanettoni! Insieme abbiamo verificato difetti, mancanze, disfunzionalità da correggere, mettendo così in pratica anche la mia competenza di problem solving e cooperazione.

Infine ho pensato che se è stato tanto divertente per me, immagino quanto possa esserlo per un/a ragazzino/a che da fruitore passivo, diventa creatore della sua passione!

Ho poi scoperto che aprendo un account gratuito sul sito di Scratch, si accede ad una grande community online, nella quale trovare amici, colleghi, scambiare informazioni, progetti ed elaborati.

Molti dei creatori di Scratch ripetono spesso che questo software non serve ad imparare a programmare, ma a programmare per imparare. Per esperienza diretta, non potrei essere più d’accordo!

 

Citando la famosa TED Talk di Mitchel Resnick Insegnamo ai bambini a programmare:

“Quando si diventa fluenti a leggere e scrivere non lo si fa solamente per diventare uno scrittore di professione. Poche persone diventano scrittori di professione. Ma imparare a leggere e scrivere è utile a tutti. Ed è la stessa cosa per la programmazione. La maggior parte delle persone non diventerà un esperto di informatica o un programmatore, ma l’abilità di pensare in modo creativo, pensare schematicamente, lavorare collaborando con gli altri — queste sono abilità che si sviluppano anche quando si programma con Scratch — sono cose che le persone possono usare, indipendentemente dal lavoro che fanno.”

 

Per maggiori informazioni: https://scratch.mit.edu/about

 

Gioia Raro | Educatrice, Liberitutti scs

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