Lezioni di lingua italiana: qualche appunto di viaggio
di Centro Alfredo Rampi Onlus
Proseguono le lezioni di lingua italiana per stranieri attivate dal progetto Stelle di Periferie. Sono iniziati anche i corsi per i genitori, anch’essi presso le aule della scuola, uno spazio fisico e simbolico con cui i genitori sono invitati a familiarizzare.
Sia per gli adulti che per i ragazzi, nello studio delle lingue (come in tutte le discipline direbbero alcuni!), è importante che la lezione non sia solo frontale. Un insegnamento interattivo è più efficace. Intanto perché sollecita gli studenti non solo a livello cognitivo ma anche emotivo e relazionale, come abbiamo raccontato l’anno scorso.
Inoltre, come è ovvio, usare una lingua ha un effetto immediato perché permette di comunicare: quindi una lezione in cui siano soprattutto i ragazzi a parlare, è funzionale oltre che motivante. Gli studenti sono allora messi nelle condizioni di esercitare fin dall’inizio in modo attivo le abilità linguistiche fondamentali. Questo metodo ritorna anche nei corsi di italiano L2 di quest’anno del progetto Stelle di Periferie.
L’apprendimento della lingua avviene a scuola, nel pomeriggio. Una scuola vissuta spesso con poca consapevolezza rispetto al futuro, in particolare se si tratta degli studenti più giovani coinvolti dal progetto, quelli delle scuole medie.
Il contesto delle lezioni di lingua italiana
Da quello che esprimono gli studenti di origine straniera nelle lezioni di italiano L2, capiamo che la scuola spesso è vista solo come un obbligo. Quando un insegnante riesce però a “conquistarli”, l’approccio alla materia può migliorare.
Naturalmente la motivazione allo studio è molto influenzata da quanto il ragazzo si sente orientato a intraprendere presto il lavoro dalla situazione familiare. Questa vulnerabilità socio economica è quella che ha fatto sì che i corsi L2 venissero inclusi nel progetto. I numeri Istat del 2017 indicano che il 29,2% delle famiglie straniere è in povertà assoluta.
Il risultato è che, secondo i dati Miur relativi all’anno scolastico 2016/17 e nel passaggio all’anno successivo
nella scuola secondaria di I grado la percentuale di alunni stranieri che abbandona la scuola si è attestata al 2,92%, contro lo 0,45% relativo agli alunni con cittadinanza italiana. Gli stranieri nati all’estero, con una percentuale di abbandono del 4,11%, sono in situazione di maggiore difficoltà rispetto agli stranieri di 2° generazione, ossia quelli nati in Italia che, indubbiamente più integrati, hanno riportato una percentuale di abbandono complessivo dell’1,84%.
Inoltre l’atteggiamento del genitore, la sua percezione dei rischi e delle opportunità legati alla padronanza della lingua, oppure il livello di istruzione, possono contribuire alla motivazione del ragazzo. Alcune mamme che frequentano il corso per adulti (tutto femminile), ad esempio, sembra che non abbiano chiara l’importanza di acquisire l’italiano come strumento di crescita e di relazione. Ci raccontano di partecipare perché hanno bisogno di qualche elemento in più per fare la spesa, o perché mandate da qualcuno. La poca consapevolezza a volte influenza il mettersi in gioco dei figli nell’apprendimento, come si riscontra del resto anche nelle famiglie italiane.
L’interazione che porta all’apprendimento
L’approccio concreto e dinamico delle lezioni “scaraventa” gli studenti, di qualsiasi età siano, direttamente nella pratica. Le attività interattive – role playing, simulazioni, giochi – stimolano a sviluppare la capacità di esprimersi in italiano fin da subito.
Per quanto riguarda i ragazzi, vengono portati a estraniarsi dal contesto scolastico: pur essendo all’interno di una lezione dentro la scuola vengono distratti dall’idea classica di nozione e conoscenza. La lingua che gli si propone è uno strumento utile lì per lì, per partecipare al gioco, per commentare il film, per riscrivere la canzone.
Non c’è spazio, quindi, per l’ansia da prestazione, al limite solo per un po’ di adrenalina da competizione. Così – parlando giocando discutendo duellando – acquisiscono parole e strutture; poi, gradualmente, competenze linguistiche. E con esse, noi ce la mettiamo tutta, qualche possibilità in più.
Ti potrebbe interessare
Se la Scuola illumina il quartiere di frontiera
di Centro Alfredo Rampi Onlus
Contro la dispersione scolastica a Roma: le risorse del territorio come agenti formativi La dispersione scolastica a Roma in alcuni quartieri è...
Giocare e sperimentare: i corsi di italiano L2
di Centro Alfredo Rampi Onlus
I corsi di italiano per studenti stranieri sono state le prime attività pomeridiane a prendere il via nel Progetto “Stelle di Periferie...