Regole, affettività, esempio: gli ingredienti di un sano clima educativo
di SottoSopra
È terminata la prima sessione dei laboratori di sostegno alla genitorialità consapevole e positiva, a cura della cooperativa sociale Lilith, che si sono svolti a Matera nel liceo classico e nel liceo artistico Duni-Levi, negli istituti comprensivi Don Milani e Pascoli, a Moliterno nell’istituto comprensivo Racioppi, a Montescaglioso nell’istituto comprensivo Palazzo Salinari.
Il breve ma intenso percorso, della durata complessiva di sei ore per ciascuna scuola e rivolto ai genitori, rientra nelle attività di informazione e sensibilizzazione di SottoSopra, ovvero di quell’ambito del progetto che vuole attivare gli anticorpi per prevenire il maltrattamento dei minori. Imparare a gestire le emozioni legate al momento, sapersi posizionare in una modalità d’ascolto, alzare il livello di attenzione per intercettare i segnali che i figli mandano continuativamente sono alcuni degli obiettivi del laboratorio, condotto da un’esperta con la collaborazione dell’antenna di progetto che opera nell’ambito socio-territoriale.
Ciascun ciclo di incontri è iniziato con una fase preliminare di conoscenza destinato ad accogliere le aspettative dei partecipanti, invitandoli subito al confronto per esternare i propri dubbi e le proprie ansie nel rivestire il delicato ruolo di genitori. “Le storie di contesti familiari differenti hanno spesso un comune denominatore – sottolinea la docente Katia Bellomo, assistente sociale, sociologa e mediatore familiare – e i genitori manifestano subito la necessità e la volontà di un confronto sulle modalità educative”. Attraverso un dialogo circolare e una discussione condivisa, i partecipanti possono imparare a osservare i propri figli anche da una prospettiva differente.
Il laboratorio è incentrato su tre elementi: l’importanza della regola, l’affettività, il valore dell’esempio. In merito al primo punto, tra quelli che riscuote maggior interesse, viene rimarcata la sottile ma importante differenza tra punizione e regola e si forniscono indicazioni e strategie utili, partendo dall’analisi di casi pratici. Riguardo alla relazione con i propri figli e al piano educativo, i genitori vengono invitati a formulare una netta distinzione tra gli obiettivi nel breve periodo, che non di rado disorientano e possono risultare controproducenti, e gli obiettivi a lungo termine, ovvero quelli su cui si deve stratificare l’intervento pedagogico. “All’interno della sfera genitoriale, in questi primi incontri è emerso di voler approfondire la dimensione di coppia – rimarca Bellomo – al punto che alcuni genitori hanno iniziato il percorso da soli e, nell’incontro successivo, sono venuti insieme al partner”. La comunicazione, il dialogo, la condivisione delle regole, il non litigare davanti al bambino, ma anche l’ascolto dei propri bisogni e il rispetto di quelli dell’altro rivestono particolare significato per generare un clima educativo sano, sereno ed efficace.
Infine è stato affrontato il tema della ricerca dell’identità da parte del ragazzo nella fase di transizione tra infanzia e adolescenza. Il passaggio è quasi sempre contrassegnato da un momento di sano conflitto in cui per il genitore è fondamentale affermare la propria presenza, “esserci sempre anche negli errori”, perché è lì che si solidifica il rapporto con il figlio. “La presenza determina comunque la trasmissione del contenuto educativo”, conclude Katia Bellomo.
Le parole dei genitori
Il riscontro dei genitori che hanno partecipato al laboratorio, monitorato anche attraverso la somministrazione di questionari, è stato molto positivo. Tutti hanno manifestato il desiderio di proseguire il percorso e lamentato le poche ore in cui si è dovuto consumare.
Ecco alcuni commenti e suggerimenti che i genitori hanno voluto lasciare al termine del laboratorio.
La trattazione di argomenti interessanti ha stimolato il senso di genitorialità e le riflessioni del genitore nei confronti del proprio comportamento con i figli. Proporrei che il numero di incontri possa essere più numeroso in maniera tale da poter spaziare su più argomenti e quindi riproporlo negli anni successivi.
– MontescagliosoÈ stato molto interessante, piacevole. Termino il laboratorio con un velo di malinconia. Le dottoresse sono state superbrave, piacevoli e particolarmente preparate, attente e pazienti nell’ascoltare le nostre “fantastiche” storie, consigliando al meglio l’attività genitoriale e capendo le nostre difficoltà. Tutto eccellente!
— MontescagliosoIl laboratorio dovrebbe avere una durata più lunga, i temi da trattare sono molti e servono più giorni per mettere in pratica i consigli suggeriti dalle esperte per verificarne l’efficacia. Bisognerebbe renderlo obbligatorio e non facoltativo… e magari inserire anche qualche incontro con i figli.
— MateraHo partecipato a tutte e tre gli incontri. Vorrei esprimere la mia gratitudine per le significative parole spese per noi genitori, tese a migliorare il nostro rapporto affettivo e di dialogo con i nostri figli. Porto a casa un bel bagaglio, seppur minimo, per il ritagliato tempo che avete avuto, di confronto ed esperienze altrui che mi hanno aiutato a riflettere e mettere in discussione sia i miei sbagli che i miei limiti. Grazie per il sostegno morale e speriamo di ritrovarci in nuovi incontri.
— Luciana, MateraIl laboratorio è stato molto interessante. Ha rappresentato la possibilità di confrontarsi, di tornare a casa e avere qualcosa su cui riflettere. Il confronto, infatti, fornisce sempre spunti, se non altro perché sullo stesso problema, sullo stesso argomento ci possono essere anche più punti di vista e vari modi di affrontare le stesse situazioni. L’ho vissuto come una possibilità di miglioramento, una bella opportunità. Consiglio di continuare il progetto.
— Matera
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