TelEducazione
di Arcos
Il dialogo con i genitori ha preso avvio in Piazzetta, lo spazio nel cuore della Città antica, dove si può sostare e confrontarsi, anche con il supporto di una pedagogista, sul percorso di crescita dei bambini e sulle relazioni familiari. Domande e risposte a confronto nell’esperienza del Cerchio Educativo, un ciclo di incontri aperti a genitori ed insegnanti sui temi dell’educazione.
E poi questa sosta subita…il dialogo si interrompe per riprendere poco a poco al telefono.
Un appuntamento telefonico quotidiano dalle 15 alle 17. Risponde la pedagogista che conduce gli incontri del Cerchio Educativo. All’inizio chiamano soprattutto i familiari dei bambini che hanno partecipato ai laboratori del progetto, poi grazie al passaparola, attraverso le chat di genitori e insegnanti, si stabiliscono contatti anche con persone nuove.
All’inizio chi ha utilizzato lo sportello a distanza cercava un punto di riferimento, le parole ricorrenti nelle conversazioni telefoniche sono state smarrimento e solitudine.
Poi sono arrivate le richieste di consigli per la gestione del tempo dei bambini. Tante le famiglie che si ritrovano a vivere un tempo lungo con i figli senza l’aiuto di nonni e agenzie educative. I genitori esprimono sentimenti contrastanti: da un lato la felicità di un tempo ritrovato, dall`altra un senso di inadeguatezza sul proprio ruolo genitoriale associato spesso alla domanda “Come riempio il tempo dei bambini?”.
Si intravede in controluce la preoccupazione economica per il rischio di perdere il lavoro e per non disporre di altre fonti di sostentamento. Ma non mancano, in particolare nei nuclei familiari più fragili, le difficolta relazionali all’interno della coppia genitoriale.
Le voci al telefono raccontano di una “relazione nuova e sconosciuta, intima con i miei bambini” e del timore di “far trasparire l’ansia … vivo in una continua paura”. E poi i dubbi: “lo so che non è giusto ma lascio il mio bambino a guardare la tv perché devo lavorare da casa… ma gli farò dei danni?” E ancora la fatica di “una situazione surreale in cui ogni mattino mi alzo e non so se ce la farò” anche perché i bambini “non si stancano mai, non ci sono più orari”, “la bambina è stata felice le prime settimane perché c’eravamo, ora però piange sempre, si è stufata di noi, non le bastiamo più”.
La consulenza a distanza è più difficile, ci vuole tempo per stabilire una relazione e la pedagogista si concentra nel fare le domande. All’inizio le famiglie chiedono “le istruzioni” per affrontare i problemi…. quindi domandano di letture e giochi da fare con i piccoli e poi lentamente si passa dall’informazione alla comunicazione…
A cura di Marta De Paoli – Cooperativa S.A.B.A.
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