L’ ISTRUZIONE NEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
di associazionepassaggi
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) definito anche Recovery plan, è il documento che traduce in investimenti e riforme le aree di intervento previste negli accordi economici tra Stati e UE.
Il PNRR si suddivide in sei “missioni”, tra cui la missione n4 Istruzione e Ricerca e La missione n5 Coesione e inclusione. Da tali linee d’intervento in molti hanno visto la possibilità di un radicale cambiamento di rotta rispetto alle fallimentari politiche di istruzione e formazione di questi ultimi quindici anni.
Il nostro paese infatti parte da carenze strutturali nell’offerta dei servizi e istruzione primarie e superiore, soprattutto al Sud. Molto negativi ed in crescita i dati sulla povertà educativa legata anche all’aumento della povertà assoluta minorile.
Mentre un altro gap tra l’Italia e i paesi europei è relativo alle competenze di base e all’alto tasso di abbandono scolastico,che sono tra loro strettamente interconnessi, dato che la mancata acquisizione di basic skills che raggiunge in Italia il 14,5%, contro la media europea del 10%.
Gli studenti italiani di 15 anni si collocano, inoltre, al di sotto della media OCSE in lettura, matematica e scienze, con ampie differenze territoriali. (risultati migliori della media OCSE al Nord ma molto inferiori al Sud)
Questi ritardi sono dovuti al disimpegno pubblico nel comparto dell’Istruzione e formazione. La spesa pubblica italiana dedicata all’istruzione è infatti così crollata dal 4,6% del 2008 al 4,1% del 2011, fino al minimo storico del 2016 e 2017 con 3,9% mentre la spesa media dei paesi Ue è del 4,6 (dati 2018).
Il PNRR prevede per la missione 4 un investimento totale di oltre 30 miliardi di euro, di cui 19 dedicati al potenziamento dell’istruzione e 11 dedicati alla ricerca e alla sinergia tra università e imprese e la missione 5 rivolge ai giovani soprattutto in termini di incremento delle prospettive occupazionali e di inclusione rispetto a situazioni di marginalità.
Questa programmazione è sicuramente una grande opportunità per migliorare le performance di formazione e istruzione nel nostro paese ma certamente emergono anche alcune criticità da ricomporre.
La missione 4 prevede il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione proponendosi di aumentare l’offerta di posti nei nidi con uno stanziamento di 4,6 miliardi di euro . Il Piano d’investimento mira a garantire un aumento e un miglioramento dell’offerta educativa per la fascia d’età 0-6 anni ma in questo caso come dice la rete EducAzioni (https://www.educazioni.org/chi-siamo/) :
“la grande criticità risiede nell’assenza di un target di copertura omogeneo a livello nazionale. È quanto mai necessario che venga stabilito un target minimo della copertura dei servizi (33%) in gestione pubblica diretta o affidati in convenzione, per ciascuna regione”.
Per quanto riguarda la lotta alla dispersione scolastica (Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado – 1,5 miliardi) e Il contrasto alla povertà educativa è trattato nella Missione 5 (Potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori in particolare del Sud, attraverso il finanziamento di progetti del Terzo Settore – 0,22 miliardi). La criticità sostiene sempre la rete EducAzioni*:
“riguarda il fatto che il PNRR individua nella mancata acquisizione di competenze di base una delle principali cause dell’abbandono scolastico e punta sul recupero di tali competenze come leva per ridurre i divari territoriali”.
Mentre sono altre e più complesse le variabili da affrontare per rimuovere alla radice i fenomeni come
“il contesto familiare e territoriale, il clima scolastico e il senso di appartenenza tra pari, il protagonismo, la relazione con i docenti, il superamento di difficoltà materiali legate alle condizioni di povertà familiare o ad altre fragilità ecc.”
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