Osservare la realtà con occhi nuovi

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I partecipanti al Laboratorio Fotografico illustrano al Vescovo la mostra

“L’invito, rivolto a tutti, è quello di andare oltre le apparenze, gli ostacoli che incontriamo nel nostro cammino e che potrebbero scoraggiarci e farci desistere dal creare una comunità aperta, inclusiva, autentica, custode e generatrice di bellezza”.

Così Valentina Distefano, presidente de I Tetti Colorati Onlus e coordinatrice del progetto Ri-Belli, ha spiegato il senso della doppia iniziativa che Ri-Belli, in collaborazione con Spazio Young, iniziativa di Caritas Italiana, ha avviato tra il primo e il due dicembre.

Prima tappa, lo scorso primo dicembre, nei locali della chiesa di San Pier Giuliano Eymard, con la messa in scena dello spettacolo teatrale de “La Bella e la Bestia”, che aveva già debuttato, nello scorso mese di aprile, al Teatro Don Bosco di Corso Italia.

Il Progetto Ri-Belli, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, vede come capofila l’associazione “I Tetti Colorati Onlus”, in partenariato con Aksara Cooperativa Sociale, Abaco – il teatro conta, Associazione Lauretana, Ztl Media Group S.r.l., Università degli Studi di Catania – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Istituto Comprensivo “Cap. B. Puglisi”, Istituto Comprensivo “Vann’Antò”, Istituto Comprensivo “Psaumide di Camarina” e Comune di Acate.

Spazio Young, progetto finanziato da Caritas italiana all’interno del bando “Tutti per uno” grazie al sostegno di Cassa Centrale Banca, è uno spazio dei giovani e per i giovani, aperto e dinamico, flessibile e multitasking, in cui i giovani stessi abbiano la possibilità di essere non solo coinvolti ma protagonisti, mettendosi in gioco in prima persona in un’esperienza creativa e dinamica.

Oltre 25 i bambini di età compresa tra gli 8 e i 17 anni della fascia trasformata di Marina di Acate e del Centro Storico Superiore di Ragusa, coinvolti da oltre un anno nell’iniziativa allestita da Fabio Guastella, Abaco – Il Teatro Conta, e Francesca Castiglione, psicologa e animatrice de I Tetti Colorati Onlus.

Peraltro, i ragazzi saranno chiamati ad una vera e propria tournèe che, dopo la data di Ragusa, li ha già visti impegnati a Caltanissetta, sabato scorso e che proseguirà il 12 dicembre ad Agrigento e il 17 dicembre a Savona, con prossimi appuntamenti già in programma a gennaio.

“E’ stato bellissimo essere sul palco con i ragazzi – spiega Fabio, che ha dovuto sostituire, temporaneamente, il protagonista Carlo, improvvisamente indisposto – perchè loro mi hanno dato l’energia giusta per affrontare il personaggio. Io spesso devo mantenere quel distacco utile per coordinare tutte le attività, a partire dalle prove, che conducono alla messa in scena dello spettacolo. Ma i ragazzi sono stati meravigliosi, e sono riuscite a farmi passare tutta la stanchezza, la tensione e la giusta adrenalina delle fasi preparatorie”.

Domenico Leggio, direttore della Caritas Diocesana di Ragusa, ha sottolineato come “l’alleanza che vede la Diocesi di Ragusa, attraverso la Caritas, la parrocchia, i Tetti Colorati Onlus, Abaco – Il Teatro Conta e tante associazioni coinvolte nel progetto Ri-Belli finanziato da Con I Bambini, è preziosa, perchè crea un’occasione di incontro e di rete tra le realtà per fare comunità, a partire dai ragazzi, protagonisti assoluti e decisivi, del presente e del futuro, il nostro futuro”.

Presente anche il Vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, visibilmente emozionato e soddisfatto del lavoro svolto dai ragazzi: “Lo spirito, ironico, gioioso, in una parola, bello, con cui i ragazzi hanno rappresentato e affrontato lo spettacolo, è davvero splendido. Il messaggio è chiaro: bisogna guardare con occhi diversi, con gli occhi del cuore, per andare oltre le apparenze, oltre ciò che è nascosto e che spesso è più importante di ciò che si vede. Le fondamenta, che non si vedono, sono la parte più solida di una costruzione: ed è la bellezza che è dentro di noi, il motore più importante per accendere la nostra vita e la nostra comunità”.

E proprio il Vescovo ha inaugurato, il giorno dopo, insieme ai protagonisti principali, ossia i partecipanti al Laboratorio Fotografico Ri-Belli per stupire, la mostra fotografica realizzata con i loro scatti, nei locali della Biblioteca Diocesana di via Roma fino all’11 dicembre.

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ 8, 10 e 11 dicembre dalle ore 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.

“La biblioteca – ha sottolineato il direttore della Biblioteca Diocesana di via Roma, Don Giuseppe Di Corrado – non è solo un luogo dove ospitare libri, ma uno spazio per accogliere persone che, attraverso una relazione, si educano a vicenda. E queste foto interrogano, stimolano, fanno pensare. Non sono solo belle, ma sono, soprattutto, un modo per crescere”.

Centinaia le foto in mostra, con oltre 70 ritratti degli stessi partecipanti, in poliestere semitrasparente, e un pannello gigante, con oltre 60 fotografie e tre trittici, altrettanto ricchi, assemblati a cura di Max Hirzel, fotografo professionista e responsabile del laboratorio, che ha potuto contare sulla preziosa collaborazione di Marida Augusto, fotografa professionista.

Poco prima, allestito anche un importante momento di dibattito con Davide Bocchieri, giornalista e antropologo, sul tema “Serrerentola nel paese dei farlocchi-bambini beneficiari o attori del cambiamento?”, e Valentina Distefano, presidente associazione i Tetti Colorati Onlus e coordinatrice del progetto Ri-Belli, sul tema “Coinvolgere la comunità educante: il ruolo dei bambini”, con intervento introduttivo di Vincenzo La Monica, Caritas Ragusa.

La stessa iniziativa sarà portata anche a Savona, il 16 dicembre, nel medesimo contesto della tappa prevista per la rappresentazione teatrale.

“Questo percorso – ha sottolineato Bocchieri, riferendosi alla mostra – è un modo interessante per far parlare direttamente, i ragazzi. Ci sono tantissime metodologie per stimolare l’espressività, non sono solo la parola, che spesso è il modo, per gli adulti, per far dire ai ragazzi quello che vorremmo noi. In questo caso, invece, sono i ragazzi a dirci qualcosa e il nostro ruolo è essere capaci di interpretare le loro emozioni, le loro esigenze e il loro sguardo sul mondo che li circonda”.

“Il messaggio che vogliamo trasmettere – ha ribadito, sulla stessa lunghezza d’onda, Valentina Distefano – è far coincidere beneficiari e attori. Ovvero che siano i ragazzi stessi gli artefici principali della propria crescita: non solo protagonisti, quindi, ma anche attori educanti degli adulti, i quali spesso hanno bisogno dei ragazzi, per rinnovare il loro sguardo e rintracciare, insieme, le modalità più idonee per far crescere una comunità consapevole e inclusiva”.

“Guardare a partire dagli occhi dei ragazzi – ha concluso Domenico Leggio – per osservare cose che noi non riuciamo a vedere o pensare. Sono loro che devono contaminare il nostro agire: basta con i pensieri degli adulti, impariamo ad apprendere da loro e guardare, con occhi nuovi, le nostre programmazioni. Non più scatole vuote da riempire con i nostri concetti, ma menti aperte per crescere insieme”.

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