L’eredità di Angela, uccisa 5 anni fa in Basilicata

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Sono passati cinque anni da quella calda mattina di settembre quando, nel piccolo borgo di Cersosimo, si consumò la tragedia della morte di Angela Ferrara, per mano del marito che, poi, si tolse la vita. Tutto accadde a pochi metri dalla scuola elementare nel quale Angela aveva appena lasciato suo figlio. Della famiglia di Angela si sta occupando da circa due anni il progetto Respiro.

di Maria Paola Vergallito, Cestrim onlus

Sono passati cinque anni da quella tempesta incomprensibile e inaccettabile sotto il sole di fine estate di un paese come tanti. E, noi, siamo qui a ricordare Angela. Non più quello che accadde in quelle ore concitate durante le quali molte cose cambiarono e svanì d’un tratto l’illusione che «da noi, certe cose, mai».
La Memoria è un’eredità lasciata a tutti coloro che possono e devono raccontare Angela, che nacque il primo giorno di primavera, come Alda Merini, nella Giornata dedicata alla Poesia. Raccontava, attraverso la poesia, il mondo, le emozioni, le speranze. Le brutture erano solo punti di vista. ‘’Queste gocce appese m’ingannano/E’ solo un’illusione ottica/Il mio punto di vista velato/ Guardo attraverso:/Il cielo fuori è limpido/Spannero’ il vetro/e trovero’ la mia pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno…’’

Ricorderemo sempre Angela. Lo faremo nel nome di quel futuro che le è stato negato.
Ma nel suo nome, in questi anni, sono nate tante cose. Un teatro, nel suo paese, porta il suo nome; il presidio di Libera è dedicato a lei, come anche un importante premio di laurea arrivato alla terza edizione. Della storia di Angela si sta occupando da circa due anni il progetto Respiro, dedicato agli “orfani speciali”, per promuovere un modello di intervento e di cura che possa garantire una risposta efficace per la protezione di bambini e bambine quando si verifica un femminicidio, affinché i più piccoli e i loro familiari non siano più soli, ma vengano accompagnati in un percorso di sostegno.

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