Piccoli e corti – laboratori di cinema d’animazione
di ProgettoRespiro
Rendere protagonisti i bambini in un campo in cui solitamente sono solo spettatori, è questo l’obiettivo dei laboratori di cinema d’animazione che da circa 15 anni La casa dei conigli conduce sul territorio napoletano, verificando l’enorme potenzialità di questo tipo di attività. I bambini sono effettivamente protagonisti, ma non solo. Hanno la possibilità di misurarsi con se stessi e con gli altri componenti del gruppo e sperimentare le proprie capacità in campi spesso inesplorati. Devono inventare, capire quanto di quello che hanno ideato può essere effettivamente utile al lavoro e realizzabile, dunque devono saper tagliare e rinunciare, essere malleabili. Devono disegnare e nel farlo devono, spesso per la prima volta, non essere precisi e didascalici, ma rendere solo l’idea. Devono costruire, utilizzando le risorse a disposizione e mettendo alla prova la propria manualità, spesso mortificata. Devono diventare registi e animatori, rispettando tempi, spazi e turni e mettendo a dura prova la propria pazienza, frenando la fretta che spesso li contraddistingue. Devono essere precisi e mirati. Devono scrivere, o anche solo recitare, vincendo la timidezza, per dar voce ai personaggi da loro stessi creati. Tutte le fasi descritte prevedono che si tengano presenti i desideri e le idee degli altri componenti del gruppo e che si trovi il giusto equilibrio tra tutti. Infine, tutti insieme, si sperimenta che ore e ore di lavoro danno come frutto pochi minuti di risultato in video.
Tutto questo è un laboratorio di cinema d’animazione.
Per tutte queste ragioni, questo tipo di percorso può essere considerato una sorta di palestra per tutte le competenze che mette in gioco. A maggior ragione può essere addirittura terapeutico, quando il gruppo è composto da soggetti poco inclini allo stare in gruppo o poco abituati a starci, perché magari solitamente esclusi. Come avviene anche nelle classi delle scuole che visitiamo, spesso il bambino considerato meno capace, o bisognoso di supporto, in questo laboratorio trova il suo spazio comodo e riesce ad emergere anche al di sopra degli altri. Questo perché il lavoro che si fa richiede lentezza e precisione, doti che magari la maggioranza, abituata a fare e mostrare subito le proprie abilità, non coltiva. Chi ha bisogno di più tempo, qui sboccia perché il tempo lento è il nostro alleato.
Il tipo di lavoro da fare richiede sì lo stare in gruppo, ma è un aggregarsi vario e non continuativo: ciascuno può scegliere in ogni fase se e con chi aggregarsi, è possibile anche lavorare da soli, producendo comunque qualcosa che andrà ad unirsi ai lavori degli altri nel prodotto finale. Questa elasticità permette a tutti di non sentirsi costretti, anche se non sempre si riesce a trovare la quadra per tutti.
Nel caso specifico degli orfani speciali, i figlie e le figlie di crimini domestici, questo percorso è un importante momento di inserimento in un gruppo, per creare insieme qualcosa di proprio, senza dover rendere per forza conto di chi si è e del perché si è lì. E’ una esperienza di normalità aggregante, senza troppe complicazioni. Le dinamiche di gruppo fanno il loro corso e gli eventuali problemi che ciascuno si porta dietro vengono fuori da sé, oppure restano sopiti, senza alcuna forzatura.
Tuttavia è comunque importante avere sempre presenti psicologhe e operatrici, per risolvere eventuali situazioni difficili, più che altro per la sicurezza dei minori, per non rischiare di sbagliare approccio.
La storia messa insieme dai bambini durante il laboratorio è una storia di evasione, di sogno, molto surreale, ma al tempo stesso estremamente chiara. L’albero che ispira i sogni, è stato fortemente voluto proprio da uno degli orfani speciali presenti nel gruppo.
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