Radici forti, futuri possibili

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Inutile negarlo, per chi ha come sua mission creare aggregazione, rafforzare le comunità, combattere la povertà educativa, questi sono tempi duri. Non fosse altro che per l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività con i ragazzi, nelle scuole, nei quartieri, con la comunità educante. Allora cosa fare, sospendere le attività e aspettare che di tornare alla normalità?

Se scriviamo questo articolo è per raccontarvi che le cose sono andate diversamente, perché crediamo che anche in questo periodo, specialmente in questo momento, il senso di comunità vada rinforzato. L’educazione avrà un ruolo chiave nel traghettarci fuori da questa crisi, aiutandoci a farlo con maggior consapevolezza di noi stessi e del valore delle nostre azioni.

Sviluppare un pensiero

Già dall’inizio dell’emergenza sanitaria, come Partner di progetto Radici di Comunità ci siamo attivati con una serie di incontri a distanza. Le problematiche particolari causate da questa condizione di isolamento forzato impongono una rimodulazione del metodo e una riflessione sul senso che può guidare una programmazione condivisa di proposte di attività a distanza.

Mentre i mezzi a nostra disposizione sono questa volta gli unici disponibili, ovvero quelli legati alla comunicazione virtuale e digitale, il modo in cui possono essere sfruttati è cruciale. Abbiamo ripensato le nostre attività, sotto forma di sperimentazioni online, percorsi rivolti a bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di cui ci sentiamo competenti e con i quali possiamo pensare di coinvolgerci.

La premessa necessaria è stata considerare come, nonostante l’isolamento e la distanza sociale siano una misura protettiva inevitabile, la povertà educativa sia esacerbata in tutte le sue manifestazione in questo periodo.

In primo luogo abbiamo deciso di metterci a disposizione delle scuole per il supporto alla didattica a distanza. Purtroppo il grande disorientamento che tutti stiamo vivendo e le difficoltà che docenti e dirigenti stanno incontrando rende per il momento difficile riprendere la collaborazione con le scuole.

Nonostante questo abbiamo deciso di non fermarci, una seconda considerazione: nell’agenda politica manca completamente un’attenzione specifica al tema dei bambini, che sono confinati nelle quattro mura domestiche senza avere la possibilità di correre, giocare con gli amici, camminare all’aria aperta.

Quali possono essere le conseguenze e le implicazioni di questo isolamento?

Come affrontare le situazioni familiari già fragili e vulnerabili, che con la quarantena rischiano di subire danni e vivere regressioni che difficilmente potranno essere recuperate? Cosa succederà ai bambini i cui percorsi scolastici erano già precari, i cui rapporti interpersonali erano comunque limitati e difficili, le cui relazioni familiari erano problematiche, che già soffrivano in qualche misura di isolamento e marginalità?

CI sembra urgente pensare a come recuperare il senso delle relazioni, a come sostenere genitori in difficoltà, con scarsi strumenti per gestire dinamiche relazionali ancor più complicate, a come dare la possibilità alle famiglie di condividere un tempo di qualità con i propri figli, divertendosi ed imparando insieme.

Inoltre bisogna trovare nuovi canali per promuovere le nostre proposte e trasformare le nostre reti territoriali in reti virtuali, trovare le parole e le immagini in grado di veicolare i nostri messaggi, gli strumenti che rendano possibile l’incontro anche a distanza.

Sviluppare un’azione

Le attività che vi presentiamo sono il frutto di incontri settimanali tra i partner del progetto, insegnanti e reti territoriali.

Coinvolti in questa ennesima sfida troviamo il Cemea del Mezzogiorno, il C.e.R.f., il Semaforo Blu, Spiga, Focus Cds, Raccontarsi Raccontando, La Fonte, Progetto 2000, Fantasticart, Con_Tatto, Auser, Caritas (Confraternita delle Stimmatine di Cisterna).

Le iniziative programmate e in alcuni casi già attive nel momento in cui ci leggete sono le seguenti:

  • Spazi di ascolto e consulenza psicologica che si innestano in percorsi di supporto alla scuola e ai genitori, già attivi prima dell’emergenza.
  • Laboratori di costruzione giochi per famiglie, che sfruttano le tecnologie per portare avanti un percorso di sperimentazione già avviato nella scuola.
  • Percorsi di lettura – osservazione – attività – riflessione, attraverso albi illustrati, pensato per coinvolgere attivamente l’intero nucleo familiare.
  • Il racconto, attraverso i diversi registri artistici dell’esperienza di questo particolare momento, stimolato e raccolto dai nostri operatori.
  • Attività di supporto diretto a bambini stranieri e percorsi di rinforzo linguistico per l’italiano L2.
  • Costruzione dell’archivio vivente delle buone pratiche.
  • Attività di supporto allo studio individualizzata per bambini e ragazzi di diverse fasce di età.
  • Percorsi formativi di alfabetizzazione emotiva dei genitori , come spazio di confronto per esprimere e condividere le proprie ansie, paure e difficoltà.
  • Percorsi di alfabetizzazione digitale per genitori.

Le attività proposte sono da intendersi come generatrici di percorsi di coinvolgimento e di scambio sia all’interno dei nuclei familiari, per offrire occasioni di connessione in forma ludica tra genitori e bambini.

Obiettivo ambizioso è collegare tra loro diversi nuclei familiari, far dialogare bambini e ragazzi, lontani tra loro ma più vicini nella condivisione di una stessa attività/proposta laboratoriale.

Ci rendiamo conto che il digital-divide sarà un fattore critico, che già sta condizionando l’effettiva partecipazione dei ragazzi alle attività della scuola. Allo stesso tempo molti anche tra insegnanti ed educatori non hanno sviluppato ancora un’adeguata conoscenza degli strumenti tecnologici e una consapevolezza delle possibilità e dei rischi connessi all’uso di alcuni mezzi e piattaforme virtuali.

La sfida sarà quella di accompagnare le persone verso un uso consapevole degli strumenti a disposizione, non dimenticando gli obiettivi che il progetto Radici di Comunità e i suoi Partner perseguono da tempo, rafforzare la comunità educante e combattere la povertà educativa.

In questo momento, la nostra azione è più urgente che mai, dovrà raccogliere la sfida di trasformare il proprio linguaggio senza perdere di vista i valori della condivisione su cui si fondano le nostre pratiche.

 

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