Caminito: formazione esperienziale con gli operatori

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Un momento formativo non usuale pensato per fare connessione e raccordo e ragionare sugli apprendimenti maturati nel corso di “Primi Passi. Polo sperimentale per la prima infanzia”.
Caminito è il nome di questo “gioco” formativo che ha coinvolto a metà settembre circa 50 operatori delle realtà del terzo settore e dei servizi grazie al contributo ideativo e all’accompagnamento di Codici – Ricerca e intervento. Caminito come spazio e tempo di confronto; un’occasione per “mettersi in gioco” a partire dal presupposto che “non c’è niente che non si possa cambiare” senza “dare per scontati processi e ruoli”. Un ambito per vivere il “cambiamento” che anche un progetto porta come “qualcosa di faticoso in cui credere abbandonando le rigidità”.
Emerge la necessità di “condividere, programmare insieme a tutti gli attori e spettatori” il che significa più nel dettaglio ascolto, cooperazione, comunicazione efficace tra diverse figure professionali contraddistinte da linguaggi diversi ma obiettivi comuni. Dalla riflessività che accompagna l’azione emerge “l’importanza di integrare gli sguardi e gli interventi, cercando di rendere flessibile il proprio modello teorico per avvicinarlo alla realtà” dandosi un “tempo per raccontarsi e conoscersi”.
Si punta alla creazione di situazioni conviviali per creare una rete umana che viva un’ideale e concreta  continuità “orizzontale” tra territorio-comunità-scuola. Importante l’idea nell’ambito del progetto e dell’innovazione che vuole portare di “trovare il modo di far vedere l’intero puzzle e non solo alcuni pezzi perchè se non si vede il quadro non si comprende l’opera”.  Ci si è anche interrogati sui cambiamenti che si dovrebbero produrre e quindi la condivisione ha portato a galla il tema della “sostenibilità per la continuità”, la necessaria “apertura mentale”, l’importanza di “dedicare spazi e tempi a chi lavora nei servizi per una riflessione profonda su obiettivi e senso dell’agire” e l’utilità di “mettere a sistema le esperienze fatte”. Occorre inoltre pensare e realizzare “cambiamenti negli spazi della Scuola che diventi aperta a situazioni conviviali per favorire le relazioni umane e la comunicazione”. In relazione ai servizi si pensa all’idea di “innescare delle trasformazioni che possano trovare continuità nel tempo” costruendo un metodo di lavoro collaborativo permanente centrato sul destino dei più piccoli.

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