“S’AMA”: nasce a Sora il gruppo di sartoria di “Auto-mutuo-aiuto”

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Di Federica Sperduti * –  L’incredibile percorso di coesione e solidarietà messo in moto dal Laboratorio di sartoria sperimentale a Sora, nato dall’incontro del progetto PRIMA I con L’Accordo di Programma Liris dell’Aipes, ha deciso di cambiare abito.

Nella condivisione di un’esperienza che inevitabilmente porta ad una narrazione di sé, le partecipanti si sono interrogate sul nome da attribuirsi, tanta è la sensazione di appartenenza ad una comunità nella Comunità.

Si è partiti dall’analisi dei valori condivisi, come la voglia di migliorarsi, di raccontarsi, di mettere a disposizione le proprie competenze, di scambio e confronto, nonché di amore del bello e della positività. E così ha preso corpo l’idea di trasformarsi nel primo gruppo di auto-mutuo aiuto positivo.

Se si ripercorre la storia dei gruppi di auto-mutuo-aiuto, nella letteratura sono presenti numerosi esempi di gruppi che si sono formati con la caratteristica comune dei partecipanti della condivisione di un momento di fragilità o della condivisione di una particolare problematica. Non a caso le prime sperimentazioni sono state messe in campo soprattutto nell’ambito delle dipendenze patologiche.

La sperimentazione del laboratorio di Sora partirà proprio dall’uso di “nuove lenti” che filtrano già dal nome del gruppo quella luce di positività di cui tutti abbiamo bisogno. Un faro acceso sulla condivisione di una risorsa, una competenza, e quindi, di una caratteristica positiva. Si è deciso di veicolare dei contenuti importanti grazie ad un facilitatore, che aiuterà il gruppo sia nel self-empowerment che nel net-empowerment. L’idea è quella di poter far tesoro di esperienze positive che abbiano come filo comune la genitorialità e il riconoscimento dei punti di forza dei comportamenti tanto dei genitori, quanto dei figli. Una metodologia volta alla formulazione informale di nuove strategie di problem-solving, che possano poi essere esportate nell’ambiente casalingo e favorire situazioni di rinforzo positivo volte ad instaurare una comunicazione efficace e positiva intrafamiliare.

Si fa concreta dunque l’ideologia di progetto della comunità educante, quella comunità capace di rendere gli individui attivi protagonisti della propria vita e di quella della società…in questo caso di una società che guarda al futuro con speranza, entusiasmo e voglia di collaborare.

“Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole.

Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.

Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.

Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.

Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino” (Ghandi)

 

*esponente dell’Associazione “Il Faro Onlus”

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