Dai laboratori estivi PRIMAI a Sora arriva “La storia di Rubiconda” – prima puntata

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Da oggi iniziamo a raccontarvi La storia di Rubiconda, un’idea creativa nata per gioco nell’ambito dei laboratori estivi del progetto PRIMAI sul territorio di Sora. Vi proporremo una puntata a settimana che raccoglierà spunti e idee dei bambini partecipanti che stanno contribuendo a scrivere una fantastica avventura, tutta da scoprire…

La storia di Rubiconda 

Prima puntata: Il progetto e la fantasia

Contributo a cura di Armando Caringi* – Il progetto P.R.I.M.A.I. ogni estate raccoglie la sfida di offrire spazi inclusivi nei quali incontrare i bambini ed i propri genitori, incrociare strade differenti, facilitare tante storie a intrecciarsi tra di loro per offrire opportunità di conoscere e conoscersi. Una delle attività creative per questa estate 2022 è: “ La magica storia di Rubiconda” una eterea ragazza sorana, senza tempo e senza spazio la cui storia stiamo scoprendo insieme ai bambini in un percorso tutto sorretto dalla fantasia. Ci siamo riuniti nel teatro del Centro estivo ospitato dal Centro Minori San Luca ed abbiamo iniziato il nostro viaggio

Di Rubiconda si conosce solo il colore corvino dei lunghi capelli e il sito della casa dove viveva tanti tanti …ma tantissimi anni fa e. Una casa sul fiume, nel pieno della curva che precede l’attuale ponte di Napoli, ovviamente a Sora. Ai bambini è bastata la semplice coordinata spaziale di questa improbabile casa e Sara, 4 anni, ha cominciato a raccontare: “Siiiii siiii io ho visto il balcone di Rubiconda”. In effetti, il narratore che dovrei essere io, si è sorpreso della rilevazione archeologica. Poi ho realizzato che nel posto c’è una specie di piccolo ballatoio su cui un tempo c’era un “rotone” per l’energia ma che la forza creativa dei bambini ha subito trasformato nel balcone della casa.

Samuele, 5 anni, un bambino probabilmente futuro ingegnere o giornalista, ha chiesto puntiglioso: “E come faceva durante l’inverno quando il fiume diventa alto?” Di nuovo il narratore, che poi sarei sempre io, stava cercando di arrampicarsi sugli specchi per cercare una giustificazione plausibile quando Angela, certamente una futura architetto o scrittore è esplosa: “Ma ovvio che c’era un labirinto dietro al muro. Non vedi come è alto?”

Beh per narratore un’ottima trovata scenica, opportuna e funzionale. Stavo per ripartire nel racconto quando Cristian, 8 anni, alzandosi in piedi urla: “Un labirinto enorme, fatto di scale, e tanti corridoi”. Melissa, piccola piccola, quattro anni appena, chiede pensierosa: “Ma era buio?”. Andrea, solerte la rassicura: “No perché c’erano gli specchi”.

Alla parola specchi il narratore –  cioè sempre io – lancia un’idea confermando la notizia degli specchi e comincia a fornirne descrizione dettagliata: “Erano lunghi, dorati, con lingue dorate in basso”. Vi chiederete perché questa necessità di particolari precisi.

Per adesso vi basterà sapere che la fantasia dei bambini è contagiosa e basta pochissimo per riaccendere il bambino in ognuno di noi. Nell prossima puntata scoprirete un luogo fatto di scale che salgono e scendono nel cui fondo troveremo l’ormai famoso specchio di Rubiconda….

Continuate a seguirci!

 

*Presidente dell’associazione IL FARO ODV – Sora

 

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