Dai singoli territori alla “comunità educante”: il confronto come strumento di crescita
di Cooperativa Santa Chiara
Di Federica Sperduti* – Quando si pensa a progetti interregionali di solito la mente frammenta e indirizza le azioni di progetto come se fossero isole felici di continenti diversi. Il progetto P.R.I.M.A.I invece, riesce a trasformare il percorso progettuale in un binario sicuro e stabile su cui far viaggiare il treno della comunità educante. Ci riesce grazie al confronto e lo scambio, prezioso e costruttivo, dei meeting annuali previsti.
Per l’annualità corrente il meeting si svolge nel territorio sorano. I preparativi oscillano tra la sacralità dell’evento importante, all’organizzazione della “festa”, alla scientificità dei contenuti e alla professionalità degli interventi. A legare tante emozioni e tanti segmenti necessari alla “buona riuscita” dell’evento un unico comune denominatore: sintesi di pensiero. Perché non ci si senta realtà distinte, ma un unico “corpo” con un unico “pensiero”.
Proprio nell’organizzazione dell’evento si nota il microcosmo che dall’inizio del progetto si è riusciti a mettere insieme: aumentano le riunioni, le telefonate, i pareri e le idee.
Si parla di networking, e lo si fa in due ambiti tra loro stridenti ma in realtà facilitanti l’uno per l’altro: dal lavoro metodologico al lavoro di accurata scelta culinaria. Perché lo scambio di cultura, di abitudini e di pensiero passa ineludibilmente “a tavola”. Ci si apre a sperimentazioni e prove, a buone prassi consolidate e a eventuali commistioni di generi culinari che possano essere di gradimento ai referenti dei tre territori.
Prima i palati, verrebbe da dire! Ma è solo una trasposizione pratica di quello che il progetto fa già tutti i giorni con le sue attività. Ci si confronta proprio sulle modalità operative, sulle buone prassi e sulle sperimentazioni effettuate, partendo dalle criticità, per trasformarle in risorse e punti di forza.
Le esperienze si incontrano e si intrecciano, diventando materiale prezioso per un’analisi di quanto fatto che possa essere la base di quanto si farà. L’incontro tra ambiti e professionisti, le riflessioni, le similitudini tra i territori e le differenze degli stessi porta ad un incontro ancora più importante, che connota il progetto dalla sua nascita: l’incontro di valori, aspettative, speranze e auspicio di poter essere il collante di una comunità che si autodetermina, si autoalimenta e soprattutto, si riconosce come entità unica.
*Associazione “Il Faro Onlus Sora”
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