L’assemblea di restituzione ad Ardea: leader locali e consiglieri comunali si confrontano sul tema “bisogni educativi speciali”

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L’abbiamo ironicamente ribattezzata “Ardua” perché lavorare in questo territorio, in tante occasioni, ci ha messo a dura prova. Eppure, proprio ad Ardea, siamo riusciti a mettere in pratica il community organizing “puro”, quello più vicino al modello americano.

Siamo partiti dalle cosiddette organizzazioni àncora, una parrocchia e una scuola che, stando l’una vicina all’altra, sono gli unici luoghi di aggregazione in un quartiere a dir poco complesso, chiamato Pian di Frasso.
Da un sacerdote e dai genitori che grazie a lui abbiamo conosciuto è iniziato un percorso di organizzazione di comunità tortuoso ma avvincente, che abbiamo raccontato lo scorso 23 febbraio durante l’assemblea di restituzione organizzata dalla nostra Associazione insieme alla Scuola Popolare di Tor San Lorenzo presso la Sala Consiliare “Sandro Pertini” di Ardea.

L’inizio dell’incontro era previsto alle 17 ma, a quell’ora, eravamo sì e no cinque persone. Inoltre, il ritardo annunciato del Sindaco di Ardea ci ha fatto temere che tutto il nostro impegno nel programmare i vari interventi sarebbe svanito in un flop. Invece, man mano ci hanno raggiunto altre persone: insieme ai nostri leader, sono arrivati altri cittadini attivi interessati a conoscere il nostro progetto.

Alle 17:30 abbiamo rotto il ghiaccio raccontando di noi e delle attività di Periphery Organizing insieme ad Alice di Scuola Pop. È iniziato così un evento fuori dal comune, non il solito dibattito su temi astratti, ma un’assemblea pubblica in cui abbiamo affrontato questioni concrete, dando spazio a tutte le voci e mettendo al centro le storie di ognuno dei protagonisti.
Già, le storie, perché è su quelle che abbiamo puntato nel costruire insieme ai leader i loro interventi, per poi arrivare a formulare ai rappresentanti delle istituzioni delle richieste specifiche che, da quelle storie, traggono la loro motivazione.

Il primo contributo è stato quello di Don Alessandro Paone, ex parroco della Parrocchia Regina Pacis di Pian di Frasso, che per noi ha svolto un duplice, importantissimo, ruolo: quello di leader e quello di rappresentante di un’organizzazione àncora. Don Alessandro è stato tra i primi ad intuire il potenziale del nostro progetto per lo sviluppo della comunità, ci ha fatto conoscere le maestre e le mamme con cui abbiamo dato vita al “fiocco di neve” del community organizing e ci ha messo a disposizione i locali della parrocchia per ospitare alcuni incontri di gruppo.

«Quando vi siete presentati in parrocchia, la cosa bella è stata che non siete venuti a chiedere qualcosa, ma avete proposto un progetto per formare la comunità ed aiutarla ad ottenere ciò di cui ha bisogno – non ciò che vuole, ma ciò di cui ha bisogno, sono due cose diverse -; allora ho detto “Sì, ci sto”, e questo mi ha stimolato prima nel parlare diverse volte con voi, poi nel mettere a disposizione gli spazi essendo, quando possibile, presente e infine, stimolando le persone che conoscevo ad assumere questo stile. La mia presenza agli incontri non era solo per imparare, ma anche una testimonianza perché, se il parroco dice “andate” magari qualcuno ci va, ma se dice “andiamo” ed è presente, dà testimonianza che quello che sta vivendo è importante e ci crede ed è disposto a metterci la faccia.»

Le parole di Don Alessandro ci hanno fatto emozionare perché ci hanno restituito la complessità e la bellezza del lavoro che abbiamo fatto ad Ardea, e ci hanno dato la consapevolezza di aver lasciato dei semi di bene in un territorio che, nei momenti più difficili, ci sembrava arido e inscalfibile.

Abbiamo provato la stessa emozione mentre ascoltavamo l’intervento di Claudia Sperduti, una mamma leader attiva sul territorio di Ardea e membro del Comitato di Quartiere “Le Quattro Vie”, che ha portato all’attenzione dei presenti il tema legato alla comunità educante che, più di tutti, abbiamo ascoltato e approfondito nei due anni di progetto: le difficoltà che vivono gli studenti con bisogni educativi speciali a causa della scarsità di servizi erogati dal Comune e dell’impossibilità di accedervi in tempi brevi.
Si tratta di un tema trasversale sia a livello territoriale – ricorre in tutti i quartieri che abbiamo visitato – che sociale, perché lo abbiamo ascoltato da docenti, assistenti educativi e famiglie.

Nel suo discorso, Claudia ha messo in luce, in particolare, il punto di vista dei genitori, raccontando la sua esperienza di madre di un bambino disabile e rappresentante delle famiglie degli studenti con bisogni educativi speciali in una scuola di Pomezia.
Riportando esempi e dati, ha rivolto alcune richieste molto precise a tre consiglieri comunali presenti, che si sono assunti l’impegno di portarle in Consiglio Comunale in assenza del Sindaco impossibilitato a raggiungerci: mettere gli assistenti sociali comunali in condizione di partecipare ai gruppi di lavoro per l’inclusione previsti per legge all’interno delle scuole, per decidere i programmi didattici e le ore di assistenza per gli studenti BES residenti ad Ardea, partecipare ai bandi del PNRR per aprire nidi comunali (attualmente assenti) e pubblicare un bando per l’attivazione dei centri estivi.

«Potenziamo i servizi sociali ed educativi. Mettiamo le basi per la creazione di un nido e la partenza dei centri estivi. Mostrate davvero di essere in grado di essere più vicini al cittadino. Signori amministratori, sarebbero tante le richieste. Solo a pensare cosa aspetta i nostri figli quando diventeranno adulti, tremo. Sappiamo che la strada è lunga, ma siamo qui per collaborare e per arrivare, insieme, a tagliare molti traguardi.»

La negoziazione pubblica che i leader hanno aperto con i consiglieri ci ha restituito l’importanza del percorso fatto insieme ai cittadini di Ardea. Il nostro lavoro è stato riconosciuto anche da uno dei consiglieri, che ha raccontato di come una mozione da lui presentata in Giunta sia stata proprio il frutto dell’ascolto che abbiamo prestato alla comunità di Pian di Frasso.

Quando abbiamo iniziato a lavorare ad Ardea, ci sembrava un sogno arrivare ad organizzare un incontro pubblico così partecipato ed energizzante come quelli che, durante la formazione, avevamo visto fare negli Stati Uniti.
Per essere stata la nostra prima volta, possiamo dire di aver realizzato un piccolo miracolo.
Questa assemblea ha rappresentato il primo punto di arrivo di un processo virtuoso che ha tutte le potenzialità per proseguire oltre Periphery Organizing. Con o senza di noi, ci auguriamo che questo possa accadere.

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