Eccoci, Ardea! Rigenerazione urbana, beni comuni, Agenda 2030 e obiettivi di sviluppo sostenibile.

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Il primo modulo ad Ardea: rigenerazione urbana e beni comuni (15/11/2021), cambiamento climatico e obiettivi di sviluppo sostenibile (22/11/2021)

 

Dopo una entusiasmante ripartenza dei nostri laboratori a Corviale, eccoci anche ad Ardea, alla scuola media Virgilio dell’I.C. Ardea 1!

Le nostre coordinatrici, Elena Lucia, Alice Sini e Livia Chianese, nuove arrivate in Interazioni Urbane direttamente dal Master U-rise dello IUAV di Venezia, questa volta sono partite alla volta di Ardea, dove, grazie al fondamentale supporto delle educatrici di Scuola popolare Tor San Lorenzo, hanno finalmente dato inizio alla prima fase del progetto di IU per Daje un po’-periphery organizing.

Appena arrivate a scuola, il 15 novembre, ci siamo incontrate con Alice ed Ilaria, due educatrici che si erano occupate di coordinare i 10 incontri del modulo sull’educazione alla partecipazione e che ci accompagneranno in ogni laboratorio.

A primo impatto, siamo state positivamente colpite: molto colore, cura e verde nella scuola! Ogni parete è decorata da vivacissimi disegni, dall’impressionismo alla pop art, e appesi ovunque progetti fatti da alunn* del passato e del presente.*. Il retro del cortile, invece, ospita un piccolo orto, con tanto di casetta per gli attrezzi, e varie sedute ricavate da pallet, assemblati e colorati dai ragazz*. Insomma, un vero elogio alla bellezza!

Dopo aver conosciuto il preside e i due professori coordinatori delle classi, ai quali abbiamo raccontato il nostro progetto, siamo finalmente arrivate dai ragazz* di III H, prima, e III G, poi.

         

Una volta in classe, è stato sorprendente percepire un forte coinvolgimento:  questo è stato possibile grazie al grande lavoro fatto da Scuola Pop, che è stata capace di creare un profondo rapporto di fiducia e rispetto reciproco con gli e le allunn*, stimolandol* e coinvolgend*, ma anche grazie agli e alle stess* ragazz*, vero motore di tutto il progetto.

Come per Corviale, i temi del nostro primo incontro erano quelli della rigenerazione urbana e della cura dei beni comuni, come strumento e oggetto per ripensare il rapporto tra essere umano, città e natura, in relazione agli spazi pieni e vuoti, ai servizi, alla mobilità e qualità della vita.

Era fondamentale, per noi, trasmettere ai ragazz* il messaggio secondo cui tutt* possono partecipare attivamente alla vita pubblica, senza imposizione di vincoli legati all’età, al genere o contesto di provenienza, perché ognuno di noi può essere precursore del cambiamento che vorrebbe, semplicemente parlando, osservando e facendo.

Il modo migliore per farlo è stato quello dell’ascolto attivo, della discussione informale e sopratutto del gioco come momento di confronto, partecipazione e inclusione.

Il nostro laboratorio è iniziato sconvolgendo un po’ le classiche dinamiche che si verificano nelle scuola e che, probabilmente, limitano i e le ragazz* nella loro libera espressione, anche corporea: abbiamo così deciso di disporre le sedie in cerchio (sempre rispettando le distanze e misure di sicurezza dettate dalla pandemia!) per poterci guardare tutt* in condizione di assoluta parità.

Dopo esserci presentate e aver fatto un giro di nomi, abbiamo illustrato loro il progetto e disposto tutti i nostri strumenti, attaccando dei cartelloni bianchi alle pareti, pronte per iniziare!

Che cosa sono i beni comuni?

I e le ragazz* si sono trovat* al centro del cerchio tante e diverse foto di spazi e oggetti, ognuna recante il nome di ciò che rappresentava: il gioco consisteva nel lasciare ognun* di loro liber* di scegliere 2 o 3 foto in base a ciò che associavano all’idea di bene comune, specificando che, dato che una definizione univoca e specifica non esiste neanche a livello normativo, non c’era alcuna associazione totalmente giusta o totalmente sbagliata.

Molti di loro, infatti, hanno scelto beni privati ma il cui uso può essere pubblico e collettivo e che, proprio per questo particolare utilizzo che ne viene fatto, acquistano un carattere “comune”. Come, ad esempio, la bicicletta o il telefono: sono beni per definizione privati, ma, per loro, il diritto di muoversi liberamente, raggiungere i posti o connettersi con il mondo e le persone, è qualcosa di comune che dovrebbe spettare a tutt*!

Chiarita la differenza tra la definizione di un bene e l’uso che ne viene fatto, ci siamo allora concentrat* sulle risorse naturalistiche, culturali-artistiche e civiche: abbiamo parlato di piazze, monumenti, parchi, lampioni e cestini. E poi, alla successiva domanda, in che stato sono i beni comuni? Se ne sono collegate altre due: quali sono i beni comuni di Ardea? Cosa manca ad Ardea?

I e le ragazz* sono stati pronti e reattivi nel cogliere in pieno la sfida indiretta che lo stesso progetto lancia: guardiamoci intorno, accorgiamoci di ciò che c’è e non c’è, curiamo e valorizziamo la prima categoria, attiviamoci per supplire alle mancanze e ai vuoti, in termini di spazi e servizi!

La seconda parte del laboratorio, invece, consisteva in una vera e propria piece teatrale! Collegandoci ai beni comuni e al loro stato, abbiamo introdotto il tema della rigenerazione urbana come strumento composito, a cui prendono parte più figure, per riqualificare spazi, riattivare servizi e rianimare territori.

Abbiamo distribuito dei copioni e i ragazz* si sono spontaneamente suddivisi nei ruoli: sindaco, assessore all’urbanistica, ministro dell’economia e delle finanze, costruttore, architett* e cittadin*.

       

Ci siamo divertit* moltissimo partecipando ad una vera e propria esperienza di co-produzione di valore e co-progettazione di servizi e nuove funzioni per gli spazi e gli oggetti che li compongono!

Al termine, allora, tutto è più chiaro e i ragazz* si sentono sicuri di poter provare a definire la rigenerazione urbana: è dare nuova vita agli oggetti inutilizzati, è migliorare lo stato dei beni comuni delle nostre città, sono le strade, le scuole e i parchi, ma soprattutto, come dicono loro, è fare il bello dove il bello è venuto a mancare.

Il senso del nostro lavoro, allora, è tutto qui e con il cuore pieno salutiamo le classi, pronte per il prossimo laboratorio e percorrere insieme questo straordinario percorso.

 

Pronte per il secondo laboratorio!

Siamo tornate alla scuola media Virgilio di Ardea il 22/11, cariche di entusiasmo, nuovi temi, nuovi giochi e attività!

Prima di iniziare, abbiamo fatto loro qualche domanda per riprendere le fila del laboratorio precedente, ed è stato bellissimo vedere come, grazie ai cartelloni che erano rimasti appesi in classe durante tutta la settimana, i ragazz* erano prontissim* nel rispondere perché, come ci hanno spiegato, ogni professoressa che entrava in classe gli chiedeva informazioni e loro hanno avuto la possibilità di riprendere ogni giorno il discorso sulla rigenerazione urbane e i beni comuni!

Da quel momento, abbiamo deciso di lasciare ogni volta un cartellone riassuntivo per stimolare e incentivare questa buona pratica che loro ci hanno insegnato.

Il laboratorio, stavolta, aveva come tematiche principali il cambiamento climatico e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, i cosiddetti SDG (Sustanaible Development Goals). Siamo partite portando un esempio reale, la storia di Greta Thumberg, che molt* già conoscevano, per dimostrare loro come un obiettivo che sembra così grande e a volte distante da tutti noi, in realtà parte sempre da una scelta del singolo: una ragazza di 16 anni, grazie alla perseveranza e alla ferma convinzione nella sua battaglia, è riuscita a sedersi al tavolo dei presidenti dei paesi di tutta Europa, arrivando a sensibilizzare il mondo interno su una tematica che ci preme da anni ma che forse, mai come ora, è stata presa così seriamente!

Abbiamo passato la prima parte discutendo su ciò che ognuno di noi può fare, nel piccolo, per dare il proprio contributo, e così, come ha prontamente suggerito Raul, abbiamo deciso di spegnere la luce in classe per godere della luce naturale che ci permetteva comunque di vedere!

   

Abbiamo parlato di buone pratiche: mangiare frutta di stagione, usare mezzi pubblici, non sprecare acqua ed energia, ripensare il consumo, come fa già anche Alessandro, che usa felpe e magliette di seconda mano che appartenevano al suo papà da giovane.

E’ poi, finalmente, arrivato il momento di giocare!

I ragazzi erano le pedine, ogni squadra tirava a turno il mega dado e si spostava lungo le caselle raffiguranti ognuna un SDG, che determinava la domanda cui dovevano rispondere: la competizione sana che si crea cattura la loro attenzione tanto da fargli ascoltare tutte le domande per ragionare e provare a vincere. Alla fine, a prescindere dalla squadra vincente, i premi ci sono per tutt* perché l’obiettivo principale era quello di imparare giocando, sensibilizzandoci su tematiche che sono al centro del dibattito pubblico e della vita di ogni giorno!

In conclusione, la III H e III G della scuola media Virgilio sono due classi attente, brillanti e capaci di una profondità e criticità di pensiero ricchissime

Il metodo del gioco, del continuo confronto e della parità di ruolo si è dimostrato efficace, capace di coinvolgere e concedere ad ognun* libertà di espressione, tanto verbale quanto corporale, fondamentale in ogni laboratorio per conoscerci e conoscere!

Salutiamo gli e le alunn* dandoci appuntamento al prossimo laboratorio, quello fotografico, per iniziare a vedere, con le consapevolezze acquisite, lo spazio intorno a noi. Non vediamo l’ora!

 

 

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