E’ il momento di Corviale! Beni comuni, rigenerazione urbana, cambiamento climatico e sustainable development goals

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I nostri primi due laboratori a Corviale: Rigenerazione Urbana e beni comuni (09.11.2021) e Cambiamento climatico e sustainable development goals (17.11.2021)

 

Finalmente anche noi di Interazioni Urbane, dopo mesi dalla conclusione dei laboratori alla scuola media Melissa Bassi di Tor Bella Monaca, iniziamo le attività nella scuola media di Corviale, l’I.C.Gramsci in via Affogalasino 120!

I laboratori sono stati svolti dalle coordinatrici Elisa Maceratini ed Elena Lucia, e le nuove arrivate, Livia Chianese ed Alice Sini, direttamente dal master U-Rise in Rigenerazione Urbana ed Innovazione Sociale, piene di entusiasmo e voglia di fare 🙂

Arrivate alla scuola Gramsci il primo giorno, il 9 Novembre, ci siamo tutte trovate nell’atrio del piano terra della scuola, munite dei nostri cartelloni, pennarelli colorati e i nostri kit per i giochi previsti per la giornata. Dopo esserci presentate al portiere, abbiamo incontrato Sara, l’educatrice di Calcio Sociale che ci ha fatto una breve introduzione delle classi e aggiornamento sui suoi laboratori di educazione alla partecipazione, che ci hanno precedute e che sono ancora in corso.

I temi del primo laboratorio nelle classi IIA e IIIA sono quelli della Rigenerazione Urbana e dei Beni Comuni, temi che ci stanno molto a cuore per diffondere la consapevolezza di essere parte attiva nella vita pubblica della nostra città, a partire dalla giovane età dei nostri piccoli cittadini di oggi e di domani :).

Ci chiediamo sempre come poter trasmettere temi così importanti e vasti senza far perdere l’interesse di chi ci ascolta; così abbiamo sperimentato metodi alternativi di educazione e di apprendimento, a partire dalla disposizione degli alunni in cerchio in classe, attraverso strumenti interattivi e tramite l’uso del gioco, fondamentale per creare un clima inclusivo, di confronto e di socialità, scoprendo così che #impararegiocando non è mai stato più bello!

Elisa ha iniziato a raccontare cos’è Interazioni Urbane, di cosa si occupa, chi sono gli architetti, interfacciandosi direttamente con i ragazzi: gli architetti costruiscono le case, rispondono. Elisa ed Elena aggiungono che gli architetti si occupano della città e del suo sviluppo, degli spazi pubblici e dei servizi di cui tutti dovremmo usufruire e che spesso sono assenti o carenti. Scorrendo le slide i ragazzi osservano ed interagiscono con le immagini dei bellissimi progetti realizzati in passato.

Elena spiega come questo incontro è solo l’inizio di un percorso insieme, formato da altri incontri, come il laboratorio fotografico o quello dell’upcycling. Un percorso, dice, che ci porterà ad intervenire su un pezzetto di città, a contribuire anche noi, come cittadini, come fruitori degli spazi pubblici, alla trasformazione dello spazio con un piccolo intervento di urbanismo tattico, strumento per creare sia inclusione fra noi che con gli altri abitanti. I ragazzi si mostrano entusiasti, Sofia mi chiede se possiamo farlo nel suo quartiere di origine, al Trullo, perché “è brutto, non ci sta niente”.

La parola torna ad Elisa che ci spiega cosa faremo oggi: iniziamo a capire cosa significa bene comune e lo faremo tramite il gioco delle carte! Stendiamo a terra con l’aiuto dei ragazzi le carte, che spieghiamo, sono anche loro beni comuni, perché le mettiamo in condivisione di tutti gli studenti, e perciò è premura di tutti averne cura. I ragazzi scelgono due carte a testa, per poi spiegarci la loro scelta.

Per Loris, subito reattivo, è chiara la distinzione fra bene comune e bene privato; ci fa riflettere sul valore economico dei beni personali, che non tutti si possono permettere. Le classi in generale intuiscono in pochissimo tempo il senso del gioco e il significato di bene comune, un bene che è di tutti, di cui ne usufruiscono tutti, come l’acqua o i parchi, o le strade e le piazze pubbliche ci dicono. Anche le professoresse si mostrano disponibili ed accoglienti, partecipando anche loro con gli studenti al gioco delle carte dei beni comuni. Per una ragazza bene comune è tranquillità, sono i paesaggi naturali, è il diritto ad andare in vacanza come diritto al riposo, al contatto con la natura.

La seconda parte del primo incontro è sul tema della rigenerazione urbana, un tema complesso e articolato che solo grazie alla creatività delle architette di IU poteva trasformarsi in una pièce teatrale!

Portiamo così dei copioni veri e propri, raccontiamo chi sono i protagonisti del nostro spettacolo ed i ragazzi si dividono spontaneamente i ruoli: c’è il sindaco, che tramite l’assessore all’urbanistica comunica con i comitati dei cittadini per capire le esigenze di trasformazione del territorio e dall’altra parte dialoga con il ministro dell’economia per accordarsi e richiedere il budget, ci sono poi gli architetti ed il costruttore che si occupano della riqualificazione fisica e progettuale dello spazio da rigenerare. Abbiamo tutti gli elementi per portare in scena la Rigenerazione Urbana! I ragazzi si divertono tantissimo e, con l’aiuto di una di noi decidono anche di disegnare alla lavagna il frutto del loro progetto partecipato e suggerito dai cittadini, una vera e propria esperienza di co-progettazione!

Finiamo la lezione qualche minuto in anticipo al suono della campanella, Sara conclude brevemente senza occupare tutto lo spazio: questo tempo in più diventa occasione per discutere insieme. Elisa ed Elena chiedono ai ragazzi quale fosse per loro un posto, un’area della città che è in stato di abbandono ed ha bisogno di essere curata. Ad un certo punto Dima interviene e inizia a raccontarci del suo posto preferito, un’area incolta che gelosamente custodisce per sé. Solo dopo, in via informale con Alice decide di svelare la posizione, un luogo storicamente ameno da cui si può osservare dall’alto la vista di Roma sud, un posto dall’alto valore storico, artistico ed ambientale.

Nessuna di noi conosceva l’area, motivo per cui Dima è spaventato che il potenziale valore dell’area diventi oggetto di mercificazione e speculazione. Cerchiamo di rassicurarlo che un intervento di rigenerazione urbana di qualità punta proprio alla valorizzazione dell’area senza fargli perdere le sue potenzialità, anzi, e che inoltre essendo un bene comune la sua destinazione d’uso futura sarà il risultato di un processo di coinvolgimento e partecipazione con le realtà locali, con gli abitanti, con le amministrazioni e con tutti gli attori di un processo così grande e importante. Dima ci ascolta diffidente, a noi rimane la sfida di convincerlo che la trasformazione dei luoghi è un processo naturale e dobbiamo pretendere che sia virtuoso per far sì che sempre più persone possano essere coinvolte e diventare parte attiva della vita pubblica della propria città.

Pronti con il secondo laboratorio!

Torniamo alla scuola Gramsci 8 giorni dopo, il 17 novembre, munite anche di un dado gigante e cappellini colorati! Il tema di oggi è il cambiamento climatico e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i cosiddetti SDG (Sustanaible Development Goals) dell’Agenda 2030. Alcuni dei ragazzi ne avevano già sentito parlare, perché a scuola una professoressa ha iniziato a sensibilizzarli su questi temi, che bello! Per farli sentire parte della battaglia per il clima gli facciamo vedere una fotografia di una loro coetanea, “sapete chi è?” “è Greta Thunberg!”, rispondono, sì proprio lei, che ha iniziato la sua lotta al cambiamento climatico passando le notti da sola di fronte al parlamento svedese, rappresenta un simbolo per dirci che tutti possiamo far sentire la propria voce.

Chiediamo a loro quali sono i comportamenti che possiamo adottare per rispettare gli obiettivi: i ragazzi danno risposte più disparate. C’è chi dice che bisogna usare di meno i veicoli privati, qualcuno propone di riciclare e di non sprecare il cibo. Manila dice di comprare abiti che inquinano di meno, di non usare pelli vere. Ma ora è il momento di giocare sul serio! Disponiamo a terra le caselle del gioco, alcune delle quali raffigurano ciascuno dei 17 obiettivi, un vero e proprio gioco dell’oca a scala umana 1:1!

I ragazzi sono le pedine, ogni squadra tira a turno il mega dado e si parte! La competizione sana che si crea cattura la loro attenzione tanto da farli ascoltare tutte le domande sui SDG (Sustainable Development Goals) per ragionare e provare a rispondere correttamente. Alla fine premi per i vincitori e anche per tutti gli altri, perché l’importante è partecipare divertendosi e imparando.

In conclusione le classi della scuola Gramsci sono vivaci, presenti, interessate, con studenti molto diversi fra loro, alcuni timidi che all’inizio intervenivano molto poco; abbiamo cercato di adottare un metodo educativo che li lasciasse liberi di scegliere in che modo partecipare ai laboratori, proprio per trasmettergli un senso di autonomia e libertà che non fosse forzato. Alla fine delle due giornate si è rivelato il metodo più efficace! I ragazzi più estroversi hanno imparato a lasciare spazio a chi è più timido, e ad imparare anche ascoltando di più, mentre i più introversi sono riusciti a lasciarsi andare e a trovare il proprio spazio, parlando a volte con gesti o con azioni anziché con parole. È fondamentale saper interpretare anche il linguaggio del corpo che è il vero protagonista dei nostri incontri! E come dice Elisa “noi creiamo empatia”, principale strumento di trasmissione di conoscenza che avviene attraverso il rapporto umano.

Ci salutiamo con le classi e ci diamo appuntamento alla prossima settimana per il laboratorio fotografico, non vediamo l’ora!

 

 

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