Una promessa di felicità: il teatro “fatto in casa” dai ragazzi

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Il teatro è l’arte dei corpi e della relazione, l’arte della presenza: cosa resta dunque del teatro quando siamo costretti alla distanza e all’isolamento? La risposta più viva e sincera ce la danno questi video realizzati dai ragazzi del progetto OpenSpace durante il lockdown.

Frammenti di un teatro fatto in casa, come il pane. Un teatro povero, senza copioni, costumi o scenografie, senza palcoscenico e senza pubblico. Un teatro che nasce in camera da letto, fra le sedie e il tavolo della cucina, dietro i divani della sala, che sbuca dai balconi, che guarda fuori. Perché questa è l’essenza del teatro, la sua anima profonda: un ragazzo che gioca, che inventa e realizza i suoi mondi possibili, che trasforma la sua casa in campo da calcio, in scuola, in sala da ballo, in piazza da concerto.

Il teatro quotidiano dei sogni, delle speranze e delle paure, fatto di quello che abbiamo e di quello che ci manca. Un teatro piccolo piccolo, che sta nel palmo delle mani, ma che improvvisamente diventa grande come la vita, uscendo dalla cameretta e dalle mura di casa per invadere il mondo con una promessa di una felicità.

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