Alla povertà educativa rispondiamo con Resilienza
di Action Aid
È un racconto di resilienza quello che arriva direttamente dalla nostra comunità educante
L’anno scolastico 2019-2020 si era chiuso con una sensazione di nostalgia e stanchezza per tutte quelle ore passate davanti a pc e telefonini, lontani dai propri compagni e compagne di classe. Il nuovo anno sta proseguendo tra didattica a distanza e in presenza, nonostante le difficoltà e complessità da gestire, sia per i docenti sia per gli alunni e le loro famiglie.
In questa situazione abbiamo reagito prontamente per non abbandonare il lavoro già fatto. Le nostre 12 scuole hanno riadattato gli spazi scolastici e riorganizzato completamente la didattica per evitare che il rischio di un’altra chiusura potesse pesare ancor più sulle spalle di giovani e famiglie. Siamo riusciti ad adattare le nostre iniziative, metodologie e strumenti mantenendo vive le azioni formative, innovative e di partecipazione. Le nostre docenti hanno confermato il ruolo fondamentale che il nostro intervento ha nel prevenire e contrastare la dispersione scolastica.
Ma una conferma ancor più preziosa ci arriva direttamente dai giovani partecipanti al progetto attraverso le parole di Giorgia, 13 anni, di Bari:
“Grazie al progetto OpenSpace ho capito cosa voglio fare in futuro. Sono stata coinvolta anche nella riqualificazione della scuola ma più di tutto mi sono appassionata alla stampante 3D. Ho pensato che con la stampante 3D si possono creare anche delle protesi per i bambini.”
Giorgia ci racconta di questo ultimo anno di sfide restituendoci un racconto di resilienza, alla pari di altri studenti e studentesse in tutta Italia. Tra riadattamenti e attività rimodulate resta l’entusiasmo per un progetto che ha visto giovani e adulti lavorare insieme per migliorare e accrescere le proprie opportunità scolastiche e territoriali.
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