Consolidare e curare la rete per rafforzare e sostenere le azioni territoriali di progetto
di Comunicazione NEST
Per quanto non esista in letteratura una definizione univoca e condivisa del “fare rete”, nell’ambito delle organizzazioni di terzo settore il concetto di rete formale richiama una entità di secondo livello, composta da organizzazioni diverse tra loro ed eterogenee, che decidono intenzionalmente di collaborare per il raggiungimento di obiettivi condivisi, mettendo a disposizione risorse umane e/o economiche. In alcuni casi tali entità assumono la configurazione giuridica di associazioni, in altri il vincolo formale che le lega è basato su accordi di progetto. La fenomenologia di reti formali è quindi varia e si colloca in un continuum che va dalla formalizzazione massima (costituzione in associazione) a una formalizzazione minima (adesione formale, cioè con firma su un protocollo di intesa e deliberata all’interno di ogni singola organizzazione aderente).
Nest si pone in un’ottica ecologica e multidimensionale per la quale la rete va considerata a più livelli. Ad un livello micro lo stesso progetto Nest può essere considerato una piccola rete dal momento che al suo interno sono impiegate risorse provenienti da formazioni diverse: assistenti sociali, educatori, psicologi ed esperti di salute materno infantile. La collaborazione ed il confronto tra diverse figure professionali rende possibile una prima “presa in carico” globale del nucleo familiare, presa in carico che considera ed integra le diverse dimensioni di vita di ogni famiglia, dagli aspetti economici, a quelli sociali, a quelli educativi, culturali, etc.
Lo staff dell’hub Nest di Napoli si colloca all’interno di una scuola dell’infanzia comunale per cui, quotidianamente, si confronta con un’altra equipe, altro personale, quello scolastico appunto. Si passa al secondo livello del sistema e della rete. La relazione con il sistema scolastico permette un ulteriore approfondimento nel percorso di presa in carico e di conoscenza degli utenti, approfondimento importantissimo per il lavoro dello staff di progetto, per quello degli insegnanti e, di conseguenza, per la famiglia.
Alla rete “micro” si va poi ad aggiungere quella più complessa che si allarga al territorio, alle altre associazioni, ai servizi pubblici, ai CAF, ai pediatri di famiglia etc. E’ a questo livello di complessità che anche le relazioni rischiano, se non “curate” opportunamente, di diventare maggiormente instabili e legate al bisogno, all’emergenza, al caso singolo.
In un momento storico come quello attuale durante il periodo di lockdown la rete ha mostrato tutta la sua potenza ed efficacia. Laddove servizi come Nest chiudevano i battenti per le attività in presenza (pur sostituendo queste ultime con nuove modalità online e telefoniche), altre associazioni e servizi territoriali, per mandato, avevano possibilità di incontrare gli utenti e sostenere quelli in maggiore difficoltà. Per quanto le persone non conoscessero direttamente le nuove strutture ed i nuovi operatori, la relazione di fiducia creatasi con l’operatore inviante e la rassicurazione da parte di quest’ ultimo, hanno favorito e velocizzato lo stabilirsi di nuove relazioni e nuovi canali che permarranno al di là del momento attuale.
Perché una rete sia realmente efficace è fondamentale che coloro che la compongono riescano a trovare frequenti e stabili momenti di confronto. L’analisi a 360 gradi dei bisogni delle famiglie, l’ascolto da parte di professionisti diversi favorisce l’intero percorso di presa in carico e rende possibile il sostegno, senza correre il rischio che si trasformi in mera assistenza. Parte centrale della rete è, infatti, l’utente, la famiglia che deve essere messa al centro degli interventi, consapevole ed in accordo – quando possibile – rispetto al processo che si attiva. In questo modo la persona sentirà di essere sostenuta e non inviata da un posto all’altro, sentirà la rete come una reale base di sostegno e non come una ragnatela ingarbugliata e soffocante nella quale non è possibile orientarsi e dalla quale non è semplice liberarsi.
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