La periferia, questa grande s-conosciuta!

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Le periferie si connotano sovente come luoghi di non incontro, crocevia di solitudini, marginalità, disagi, viali larghi svegliati nella notte da rombi di motore e fruscii di sgommate lontane.

I centri delle nostre città, cuori pulsanti e attivi, affascinanti e nevrastenici ad un tempo, si dissolvono in quartieri scomposti in rapida successione, trofei di modernità e cemento che raccolgono le più varie situazioni ed esistenze.

Non è corretto pensare alle sole periferie che accolgono e raccolgono situazioni di generica povertà, ci sono quartieri periferici che brillano come abiti da sera scintillanti di paillettes, dimore lussuose di pacifici borghesi dalle vite apparentemente serene, feudi tranquilli raramente scossi da eventi angustianti, distanti da quelle che taluni definiscono “certe realtà”.

“Certe realtà” che di certo hanno ben poco ma che, tuttavia, sono reali come il dolore di chi vive in “certi quartieri”.

La nostra città è per taluni versi una giustapposizione di lusso e stenti, colore e buio, splendore della giovinezza promettente e infinita angoscia della senilità incipiente. I quartieri periferici hanno nomi che affondano le radici in tradizioni dimenticate o si rivelano tributi a pensieri e progetti attuati spesso solo sulla carta, malgrado l’impegno di quanti non hanno paura di investire in un futuro dai margini scomposti.
La paura attanaglia a diversi livelli il cuore di tutti, è talvolta compagna assidua e silenziosa di chi vive nei luoghi in cui la legalità è di più difficile attuazione, le strade hanno asfalto insicuro e frequentazioni sinistre, le case odore di muffa e fame, e bambini e anziani, donne e uomini convivono in un equilibrio che si chiama sopravvivenza.

Il futuro è affidato all’impegno e al rispetto, all’impegno di ciascuno di noi a offrire o restituire dignità alle persone senza volto che vorrebbero che tendessimo loro una mano, al rispetto di ogni realtà nascosta dietro un fenomeno, poiché ciò che a noi si manifesta è sicuramente infinitesima parte di ciò che è.

Lodevole è il lavoro delle istituzioni, degli enti, di tutti coloro che a vari livelli operano intessendo relazioni per contrastare le diverse forme di povertà e decidendo di percorrere un cammino talvolta impervio, ma necessario e costruttivo, allo scopo di offrire opportunità, consapevolezza, spazio, voce e garanzie a chi non ha gli strumenti adatti a valicare il labile confine tra la periferia e il centro di un’esistenza che dovrebbe essere sempre ricca, fruttuosa, soddisfacente.

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