NEST: un nido per le famiglie

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Dallo scorso marzo, l’emergenza sanitaria e la conseguente misura di lockdown hanno determinato un totale sconvolgimento del lavoro quotidiano a Nest.

Il servizio di cura e custodia SEC per i bambini fino a tre anni; le attività pomeridiane di lettura e movimento con bambini dai 3 ai 6 anni; i gruppi di parola settimanali rivolti ai genitori ma anche a tutti i bambini, piccoli e grandi: tutto è stato sospeso e ripensato.

Per non lasciare sole le famiglie, per consentire ai bambini un, seppur minimo, mantenimento delle loro abitudini quotidiane, abbiamo pensato di mettere su una fitta programmazione da remoto utilizzando la pagina FB di progetto ed altre piattaforme virtuali come Skype e Zoom.

Il nostro obiettivo principale era sostenere le famiglie, continuare a farle sentire supportate soprattutto in una fase di isolamento fisico e sociale che rischiava di rendere ancora più vulnerabili i nuclei in forte difficoltà.

Abbiamo iniziato contattando tutti gli utenti presi in carico per una prima analisi dei bisogni dalla quale è poi derivata l’organizzazione generale del lavoro.

Rispetto alle telefonate, inoltre, abbiamo distinto quelle di orientamento ai servizi territoriali ed alle diverse misure di sostegno al reddito stanziate in questo periodo di emergenza sanitaria, dalle telefonate per le consulenze psicologiche e quelle per le consulenze educative.

I tre mesi di lockdown hanno esacerbato molte delle difficoltà che le famiglie utenti del progetto vivono già normalmente. Moltissimi, da un giorno all’altro, hanno perso il lavoro e si sono trovati privati dell’unica fonte di reddito più o meno sicura a disposizione. Alle difficoltà economiche si è sicuramente aggiunto l’isolamento.

Le telefonate di monitoraggio, hanno quindi avuto gli obiettivi di far sentire alle famiglie il sostegno e la vicinanza dello staff, condurre un’attenta e puntuale analisi dei bisogni, informare le famiglie delle varie misure di sostegno al reddito via via stanziate dal Governo e dagli enti Locali e regionali, orientare gli utenti ai Centri territoriali ed alle misure attivate da questi ultimi. Alcune telefonate di monitoraggio sono state anche finalizzate all’orientamento al lavoro ed alla compilazione del CV. Di grande importanza sono state anche le telefonate di supporto educativo (realizzate dagli educatori con lo scopo di aiutare i genitori nella gestione pratica dei bambini. Gli educatori hanno potuto ascoltare e accogliere paure e preoccupazioni, fornire indicazioni, dare suggerimenti), e quelle di sostegno psicologico (durante le varie telefonate di monitoraggio i genitori hanno spesso espresso la necessità di un confronto con l’esperta per questioni diverse, legate soprattutto ad ansie e preoccupazioni per la propria salute fisica e per il benessere psichico dei bambini. Il numero di richieste è aumentato con il protrarsi delle misure anti-contagio: se in una prima fase, infatti, i genitori erano soprattutto preoccupati da questioni molto pratiche -economiche, di gestione dei bambini etc.-, con il passare del tempo sono venute fuori paure e preoccupazioni più generali che, in un primo momento, non avevano trovato possibilità di espressione).

Telefonicamente è stato anche possibile mettere in contatto gli utenti con i diversi CAF territoriali e con i consulenti legali.

Oggi, che una seconda fase di diffusione del virus ci sta costringendo nuovamente in casa, le nostre famiglie sono più serene perché hanno la certezza che noi continueremo a camminare al loro fianco.

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