GiocoStorie: laboratorio di lettura e psicomotricità per genitori e bambini.

di

           "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione". 
(Platone) 

Ripensare le attività di servizio alla luce delle nuove restrizioni dovute ai provvedimenti governativi anti-covid non è stato facile. La Casetta ha sempre avuto come punto di forza i grandi eventi, le feste, i pranzi in famiglia, le parate in maschera, tutte attività che al momento è impossibile organizzare.

Abbiamo quindi dovuto riprogrammare incontri e aperture in piccoli gruppi per il sec come pure per le attività genitore/bambini al fine di garantire un servizio sicuro ed efficiente.

Rispetto alle attività genitori/bambini abbiamo deciso di organizzare un percorso integrato che partisse dalla dimensione del piccolo gruppo e arrivasse ad uno spazio di sperimentazione della singola diade utilizzando due strumenti che amiamo moltissimo e di cui riconosciamo il grande impatto educativo.

Nell’hub romana di NEST raccontare storie è più di un’attività: è una passione!

Che sia durante le attività all’aperto, le ricorrenze speciali o nella quotidianità delle attività del SEC, non ci facciamo scappare l’occasione di farci trascinare lontano dalle pagine di un libro.

Ma per rendere la narrazione ancora più avvincente per grandi e bambini abbiamo ideato un laboratorio di psicomotricità a tema, così da poter effettivamente rendere la storia “giocabile”.

E così lo splendido “Piccolo Blu e piccolo Giallo” di Leo Lionni è diventato una sorprendente avventura da giocare con mamma e papà.

L’attività è pensata su due ambienti differenti: il primo morbido ed accogliente è pensato per permettere l’ascolto della storia in tutta comodità e sicurezza, seduti in circolo sul nostro tappeto blu.

Il secondo ambiente è stato strutturato come un ambiente ludico a tutto tondo: il “passaggio segreto” da un ambiente all’altro ci regala una serie di cassette sensoriali in cui sperimentare con piedini e manine consistenze diverse tra materiali inusuali, particolari e curiosi.

Dietro alla “tenda magica” inizia il percorso di psicomotricità all’insegna di salti, passaggi, rotolamenti, camminate in equilibrio e avventurose arrampicate.

Tutto ripercorrendo insieme la storia appena ascoltata.

Un’ottima occasione per divertirsi insieme e cogliere l’occasione per raccontare al genitore: quante e quali acquisizioni si stanno raggiungendo attraverso questa attività, come stimolare i propri bambini con esperienze educative semplici e ricche, come organizzare spazi ludici creativi, avvincenti ed allo stesso tempo sicuri, come utilizzare materiali poveri, di riciclo e a costo zero per proporre attività stimolanti.

E’ anche un momento prezioso per noi operatori per osservare la relazione genitore bambino “in gioco” per poter poi fare dei rimandi o stimolare delle riflessioni durante i colloqui privati.

Quanto abbiamo sempre osservato durante i momenti di gioco condiviso è inoltre che lo spazio ed il tempo che i genitori si concedono per giocare con i propri bambini è limitatissimo (quando c’è) e che il nostro stimolo viene accolto dalle famiglie come un dono: il ricordo di qualcosa che non si faceva da tempo, che riporta a momenti spensierati dell’infanzia e che ci attiva positivamente permettendo a tante sovrastrutture di venire meno.

Queste osservazioni ci hanno anche fatto scegliere di aprire gli incontri di gruppo con i genitori proponendo, nella maggior parte delle occasioni, un gioco di apertura: per rompere il ghiaccio, per abbassare le difese, per armonizzare il gruppo, per attivare il bambino interiore che è in noi, ma soprattutto per ridere insieme, che rimane il modo migliore per spalancare le porte alla fiducia e aprirsi a nuovi confronti ed a momenti di condivisione.

L’attività del GiocoStorie ha avuto un buon successo di presenze e ci è sembrato un’ottima modalità operativa, tanto da farla diventare un appuntamento fisso per le famiglie del sec.

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