Periferie romane. In piena estate le attività non si fermano e ampliano gli orizzonti

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“I bambini vengono al mondo con una voglia bruciante di imparare. Sono curiosi per natura, allegri per natura, ed esplorando e giocando scoprono il mondo sociale e fisico al quale adattarsi”
Peter Gray

In piena estate siamo portati a pensare che i ritmi rallentano, i servizi e le scuole chiudono, il lavoro diminuisce, il tempo libero aumenta, le ferie arrivano ma molto spesso nei quartieri popolari delle grandi città non è così. Nelle periferie come TorSapienza, quando arriva l’estate, molti restano in città. Gli adulti continuano a lavorare e i bambini e le bambine, quelli piccoli, che non vanno ai centri estivi, che non hanno parenti fuori città da andare a trovare, restano.

Restano e si riappropriano, a loro modo, degli spazi all’aria aperta, dei luoghi che in inverno osservano dalle finestre, del quartiere che quotidianamente vivono ma che, in piena estate, sembra quasi cambiar volto.

Anche se per molte famiglie gli impegni e i doveri restano gli stessi, l’assenza della scuola cambia completamente i ritmi dell’infanzia, cambia i luoghi in cui questa può esprimersi e sperimentare, cambia i rapporti e le relazioni con gli adulti.

I genitori alternano i ritmi di lavoro per non lasciare i piccoli soli; chi ha i nonni disponibili li coinvolge nella cura dell’infanzia; zii e fratelli maggiori diventano necessari per l’accudimento di chi solo non può ancora restare. Così nuove relazioni, attività esperienze, animano l’estate cittadina.

Il cambio delle relazioni, dei soggetti che curano i minori, della modalità e frequenza con cui vengono vissuti i luoghi, fa si che il quotidiano muti pur rimanendo nei soliti quartieri, circondati dalle solite persone.

Questo mutare però non spezza la convivenza con il progetto NEST.

Le attività diventano meno strutturate, gli orari più flessibili ed incentrati sulla mattina. Si dà maggior spazio ai momenti di gioco, di condivisione, di chiacchiere libere. Si vivono gli spazi aperti, si sperimentano esperienze nuove come la cura del giardino, la passeggiate, le contaminazioni tra progetti.
La partecipazione coinvolge più soggetti: a giocar con i bambini arrivano più papà, nonni e zii del solito. Si preferisce stare assieme in “Casetta”, l’hub romana di NEST, piuttosto che soli nelle reciproche case: la vita di comunità di un quartiere vitale e animato emerge e si fa sentire anche sotto il caldo sole estivo.

La presenza estiva, numerosa, variegata, sempre propositiva, è per il progetto NEST la restituzione non solo di una anno di lavoro nel territorio, bello, ricco, profondo ma anche di un quartiere sensibile, recettivo che sa accogliere ed aprirsi alle opportunità che reputa valide ed interessati. Si conferma così che il cambiamento, a volte sottile, a volte diverso anche dalle aspettative, fa parte del fare quotidiano, del reciproco sentirsi e contaminarsi, dell’essere assieme comunità vive e dinamiche.

La calda estate per chi resta nelle periferie delle metropoli, in fondo, è un’occasione di sperimentare nuove esperienze e relazioni al pari di una vacanza, un cambiamento pur nella staticità degli stessi luoghi, un viaggio, non verso nuove mete ma verso prospettive diverse offerte dal contesto quotidiano.

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