I genitori raccontano Nest, II° puntata – La parola alle famiglie dell’hub di Roma

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In questa occasione di racconto, quasi al termine del progetto, abbiamo scelto di riportarvi il punto di vista di una delle mamme che da tempo attraversa il nostro progetto, parleremo quindi in prima persona riportando pensieri che più volte la donna ha condiviso con noi.

 

Ho scoperto Nest grazie ad un’amica che già lo frequentava da tempo con la sua bambina.
Mi aveva parlato della Casetta come di un posto colorato e allegro, ma soprattutto tranquillo.

Ho subito avuto voglia di vederlo, ma avevo delle resistenze, i miei documenti all’epoca non erano in regola e vivendo in occupazione avevo paura a rivolgermi e a mettere in pericolo la mia famiglia.
In più non parlavo molto bene l’italiano e sono una persona timida, ma la mia amica mi ha rassicurata del fatto che lei stessa aveva avuto queste resistenze e che non sarebbero state un problema. Ho acconsentito ad andare con lei alla Casetta e a farmi presentare.

Rispetto all’occupazione in cui viviamo e in cui i nostri bimbi sono abituati a giocare, la Casetta mi è sembrato subito un posto tanto bello: colorato, curato, ci ho sentito dentro tanto amore.

Dal corridoio dove aspettavo per il primo colloquio si sentivano le voci dei bambini che giocavano, la musica e le indicazioni delle educatrici. Non posso permettermi un nido privato e vorrei tanto che il mio bambino, A., potesse frequentare uno spazio dove fare delle attività, giocare e socializzare con altri bambini.

Durante il colloquio mi hanno fatto un sacco di domande, su di me, sulla mia storia, su A., sulla nostra condizione abitativa, sul lavoro di mio marito. Io rispondevo in arabo e la mia amica S. traduceva per me. Ero un po’ in imbarazzo, ma le donne che mi sono trovata di fronte erano sorridenti e calme ed alla fine del colloquio mi sentivo bene, accolta.

Mi proposero subito di inserire A. allo spazio baby e di frequentare presso un’altra associazione un corso di italiano. La settimana successiva io e A. abbiamo iniziato l’inserimento e mi è piaciuto tanto poter entrare con lui nella stanza grande, vederlo interagire con gli altri bambini e piano piano vederlo in grado di staccarsi da me.

Le educatrici erano molto dolci e cercavano di farmi capire come aiutarlo a sentirsi a suo agio in quello spazio nuovo.

Ad oggi sono quasi due anni che frequento Nest. Parlo un po’ meglio l’italiano, A. è felice ogni mattina quando andiamo in Casetta e da settembre frequenterà la scuola dell’infanzia.

La situazione dei documenti è finalmente risolta e non appena A. inizierà la scuola io potrò cercare lavoro, così saremo anche in grado di affittare una piccola casa solo per noi.

Nonostante il periodo difficile della pandemia ce la siamo cavata, siamo riusciti a non ammalarci, e quando mio marito non lavorava per il lockdown Nest mi ha aiutato anche economicamente. In più tutti i giorni le operatrici ci mandavano delle attività di gioco da fare con A. e ogni settimana mi telefonavano per sapere se stavamo bene, se avevamo bisogno di qualcosa.
Era bello poter parlare con qualcuno anche di come ci stavamo vivendo quel momento così drammatico.
E’ stato molto importante perché in un momento di grande incertezza generale ho sentito che qualcuno aveva cura di noi, abbiamo potuto fare le nostre domande anche rispetto al virus e abbiamo fatto anche degli incontri in cui ci veniva spiegato come proteggerci e proteggere i bambini.

Sono proprio felice di aver conosciuto Nest e le persone che ci lavorano e lo frequentano, spero che possano continuare anche in futuro a fare questo servizio per tutte le famiglie e che si possa tornare presto a fare le attività tutti insieme, le feste e gli eventi che mi piacevano tanto.”

 

E’ emozionante per noi condividere queste parole che rimandano non solo il senso del servizio ma anche i tanti vissuti e sentimenti costruiti e percepiti assieme.

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