Covid: in Sicilia, la doppia faccia della medaglia, tra fatica e incredibili storie

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La pandemia rende difficoltose le attività e accresce l’esigenza di costruire spazi reali di relazione. Dall’altra gli stessi limiti sono diventati risorse fondamentali e incredibili. 

 Il Covid limita la progettazione, impegna gli operatori a trovare nuove metodologie, a riprogrammare le azioni, tuttavia può diventare una risorsa.

E’ quanto accade con il Progetto Movimenti in Sicilia, nei territori di Modica e Scicli, nelle cui periferie i partner del progetto lavorano per dare risposte ai bambini e ragazzi che vivono contesti complessi, in luoghi difficili e spesso in territori abbandonati dai servizi.

Qui la Fondazione di Comunità Val di Noto, la Cooperativa l’Arca e lo spazio-gioco  Kirikù con la stagione invernale hanno dovuto mettere in stand by alcune attività, soprattutto nelle scuole, per limiti imposti dal Covid, continuando però a lavorare incessantemente e a costruire pensiero e azioni.

Foto di Francesco Natale

Attualmente due presidi territoriali di animazione di strada sono rimasti operativi a Modica e a Scicli, due periferie dove i bisogni nelle scuole sono importanti, e dove sono stati organizzati sostegni didattici di accompagnamento dei bambini: aiuto con la DAD e aiuto pomeridiano per i bambini maggiormente in difficoltà. Non è mancato il sostegno digitale ad alcune famiglie, in difficoltà economica, per garantire strumenti che permettessero di non perdere i contatti con la scuola, grazie alla fornitura di tablet, cuffie, schede telefoniche. (Foto di Francesco Natale)

Graziano Assenza, referente regionale del progetto, racconta:  “Sostenere l’apprendimento e costruire esperienze di crescita dei ragazzi che vivono in contesti difficili è un lavoro impegnativo in questa fase, più che in passato. Il Covid ha compromesso i rapporti relazionali, le possibilità di apprendimento e gli slanci cognitivi dei bambini, con un indebolimento delle competenze che prima avevano. La scuola ha dovuto far fronte a mille difficoltà, ma se la normalità della vita scolastica riesce a contenere e a colmare i disagi e le differenze, il rapporto a distanza ha ulteriormente aumentato queste fatiche individuali, spesso acuite da contesti familiari fragili e anch’essi in difficoltà.  Con Movi_menti cerchiamo di ovviare a questo gap, di accorciare queste distanze, di appianare i divari, perché i bambini non cadano nella solitudine dello scoraggiamento e non restino indietro, dal punto di vista cognitivo, culturale, e quindi sociale.  

Con la Cooperativa L’Arca e la Fondazione Val di Noto a Modica si continua a lavorare con le attività STEAM, tra sostegno scolastico, animazione di strada e iniziative di laboratorio nel doposcuola.

Foto di Francesco Natale

Alternare spazi di apprendimento, attività didattiche e di laboratorio a spazi dove protagonista sia l’emotività è diventata una priorità per tornare a parlarsi davvero, raccontandosi e coltivando relazioni. “Stiamo lavorando sul rafforzamento e la promozione di relazioni in presenza e non sempre a distanza – spiega ancora Graziano Assenza – non vogliamo fare cose perché le dobbiamo fare, ma ragioniamo su un lavoro che dia risposte contestualizzate al periodo. E’ necessario ripensare il come e non solo il cosa va proposto, e non solo nell’immediato, ma anche nel prossimo futuro, quando le esigenze e difficoltà educative ereditate da questo anno di pandemia si manifesteranno in modo chiaro: chi lavora nel campo dell’educazione deve farsi trovare pronto, saper giocare d’anticipo”. Non bisogna perdere quindi l’aggancio con le scuole, questo ponte fondamentale per dare sostegno ai casi maggiormente in difficoltà.

(Foto di Francesco Natale) Tra Modica e Scicli si lavora con i partner territoriali di progetto come l’Istituto Compressivo Elio Vittorini e il Circolo Didattico Piano Gesù, oltre che con tutte le borgate marinare più dimenticate (Donnalucata, Sampieri, e Cava D’aliga). L’impegno è focalizzato nella riattivazione di percorsi con i gruppi classe della seconda elementare e prima media. Si lavora a spazi “non richiedenti”, dove i ragazzi e bambini parlano, socializzano, si raccontano, nei limiti delle limitazioni imposte dal Covid. Sono spazi di ascolto emotivo e attività psicomotoria (yoga, psicomotricità) che diventano fondamentali spazi espressivi.

Si lavora poi su laboratori che sviluppino aree di apprendimento, valorizzando capacità espressive e capacità logico matematiche, ma tutto attraverso il gioco e dinamiche interattive. E’ fondamentale filtrare questo bisogno dei bambini di riavere spazi di scambio reali, più sereni e non stressanti. Con le scuole medie infatti, nei pomeriggi, si lavora in laboratori Steam legati all’area digitale (attività di videomaker e laboratori scientifici) ) e con attività sportive compatibili con l’emergenza covid. In questo modo si facilita il lavoro del gruppo classe al mattino, con presenza degli insegnanti, mentre nei pomeriggi si lavora su gruppi aperti.

Le storie che fanno bene:  “Il cantiere treppiedi” e “ La sorpresa di Luigi”

“Là dove esistono maggiori bisogni arrivano dai ragazzi le risposte più belle”. La frase di Francesco, operatore del progetto Movi-Menti in Sicilia, fa sintesi di tante realtà e di una verità assoluta.

Francesco con la sua telecamera e la macchina fotografica documenta fin dall’inizio del progetto situazioni, attività, interviste con i ragazzi. Tutto questo lavoro alla fine del progetto sarà restituito alle famiglie, agli insegnanti e a tutta la comunità tramite una mostra o un documentario.

I ragazzi qui non sono stati però solo oggetto delle riprese, ne sono stati anche soggetti attivi, trasformati in fotoreporter del loro vissuto quotidiano, grazie ad alcune attività come il “Cantiere Treppiedi” realizzato a Modica. “Abbiamo consegnato nelle loro mani delle macchine fotografiche usa e getta per filtrare attraverso i loro occhi la realtà che vivevano quotidianamente – racconta Francesco – il quartiere, la casa, la famiglia . Un lavoro che ha molto emozionato i ragazzi che hanno potuto così raccontarsi attraverso la fotografia. Quella macchina fotografica è stata la loro voce, ma non solo, è stato uno strumento che hanno conservato con cura, un piccolo gioiello affidato nelle loro mani e considerato quasi sacro. Questo lavoro è stato per noi educatori uno strumento preziosissimo di lettura: a volte è facile credersi capaci di capire i bisogni dell’altro, ma troppo spesso ci si dimentica di chiedere a chi ha un bisogno di raccontarsi con i propri occhi, col proprio punto di vista”.

Francesco  sta realizzando anche un piccolo documentario che vede protagonisti 4 ragazzi con storie, provenienze ed esperienze diverse: c’è chi vive in periferia, chi in centro città, chi in campagna.

Tra questi ragazzi c’è la storia e il percorso di Luigi (nome fittizio che gli diamo per motivi di privacy). Luigi vive in campagna, è un ragazzo iperattivo, e il primo approccio con lui nel corso dei centri estivi non è stato semplice: sembrava incontenibile e difficile da gestire.

Per assurdo il Covid è stato di aiuto! Le attività estive infatti, causa la pandemia, sono state organizzate per piccoli gruppi di 7 bambini. Questa impostazione è stata una risorsa importantissima invece di essere un limite, come ci racconta Marcello, altro operatore del progetto “Lavorare con contesti più piccoli ha permesso di far emergere meglio i bisogni dei ragazzi e anche le attività sono state riprogrammate per dare risposte più efficienti e concrete. Questo ha permesso nel corso dei centri estivi di raggiungere obiettivi trasversali. Il temperamento e le difficoltà di Luigi sono state comprese dagli altri ragazzi del gruppo, in modo silenzioso e immediato, permettendo una maturazione repentina del gruppo e un’integrazione veloce e sorprendente di Luigi. I suoi compagni hanno reagito per colmare un’emergenza. Il centro estivo è stato così una risorsa per Luigi, la sua famiglia e il gruppo stesso”.

E la sorpresa è proprio questa. Luigi infatti è diventato il protagonista di una delle quattro biografie, di cui accennavamo prima, e la storia è bellissima “Luigi – racconta l’operatore Francesco – all’inizio sembrava tra i più ingestibili e invece ha fatto un percorso bellissimo con il progetto. Si è aperto, è diventato risorsa e quando sono andato a casa sua per le riprese mi ha portato a visitare, quasi fosse un Cicerone, la campagna, il suo luogo privilegiato, mi ha accompagnato a scoprire i suoi animali e il mondo che tanto ama. Ha saputo condividere il suo mondo e lo ha presentato nell’intervista a me e alla comunità. E’ stato fantastico! I ragazzi si aprono, hanno fiducia negli operatori e nel progetto, ma solo se gli si dà realmente fiducia, se gli si dà modo di raccontarsi senza giudizi! Là dove esistono maggiori bisogni arrivano dai ragazzi le risposte più belle”.

Riflessioni su un progetto che unisce davvero, una buona stella che continua a brillare.       

La chiusura dell’esperienza siciliana di questo periodo la lasciamo a Marcello.

“Il progetto Movi-Menti è nato sotto una buona stella e dall’inizio ad oggi questa stella ci irradia continuamente. Le attività Steam con i suoi risultati, la formazione sul problem solving tra operatori di regioni diverse, le metodologie acquisite e scambiate in questa rete, lo smantellamento di alcune impostazioni classiche a favore di altre innovative, ci hanno permesso di crescere come operatori, come cooperativa, sentendoci davvero parte di un tutto, ma soprattutto ci hanno restituito la dimensione di rete educativa, diffusa, reale, concreta, capace di modificare in modo evidente destini e contesti.  Queste attività hanno un appeal molto forte perché portano a fare cose e ottenere risultati in fretta. Il progetto Movi-Menti ce l’ha portato in dote”.

Moreno Vignolini

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