L’indice di povertà educativa e gli indicatori percentuali

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Nel 2014 viene introdotto per la prima volta l’Indice di Povertà Educativa (IPE), che misura i progressi dell’offerta educativa a livello regionale con lo scopo di monitorare e favorire la resilienza degli oltre un milione trecentomila bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta nel nostro paese. La resilienza viene definita come “la capacità di un sistema, sia esso un individuo, una città, una foresta, un’economia, di affrontare i cambiamenti e progredire. Rappresenta la capacità di utilizzare positivamente le crisi per stimolare il pensiero innovativo”, e per verificarne l’incremento l’IPE si compone di dodici indicatori percentuali:

  1. bambini tra 0 e 2 anni senza accesso ai servizi pubblici educativi per la prima infanzia;
  2. classi della scuola primaria senza tempo pieno;
  3. classi della scuola secondaria di primo grado senza tempo pieno;
  4. alunni che non usufruiscono del servizio mensa;
  5. dispersione scolastica;
  6. minori tra 6 e 17 anni che non sono andati a teatro;
  7. minori tra 6 e 17 anni che non hanno visitato musei o mostre;
  8. minori tra 6 e 17 anni che non sono andati a concerti;
  9. minori tra 6 e 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici;
  10. minori tra 6 e 17 anni che non praticano sport in modo continuativo;
  11. minori tra 6 e 17 anni che non hanno letto libri;
  12. minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano internet.

La classifica regionale riflette il punteggio rispetto al valore di riferimento nazionale, fissato a 100: punteggi superiori a tale soglia indicano maggiore povertà educativa (e, conseguentemente, minori probabilità di resilienza dei minori).

Con un punteggio di 94,9/100, nel 2015 il Lazio si è posizionata come la dodicesima regione italiana a presentare problematiche consistenti correlate alla povertà educativa, in particolare:

INDICATORE I.P.E. e VALORE espresso in Percentuale

1. Mancata copertura nidi -> 82,9
2. Classi primarie senza tempo pieno > 51,1
3. Classi secondarie senza tempo pieno -> 94
4. Alunni senza mensa -> 45
5. Abbandono degli studi -> 10,9
6. Minori che non vanno a teatro -> 63,5
7. Minori che non visitano musei/mostre -> 54,8
8. Minori che non vanno a concerti -> 75,6
9. Minori che non visitano siti archeologici -> 66,2
10. Minori che non praticano sport -> 27
11. Minori che non leggono libri -> 56,3
12. Minori che non navigano su internet -> 28,9

Nel 2016 viene fondata l’Impresa Sociale CON I BAMBINI, un’organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD e incaricata dell’attuazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile – nato da un’intesa tra Governo, Fondazioni di origine bancaria e Forum Nazionale del Terzo Settore. Con 360 milioni di euro di risorse da investire sul triennio, ad oggi sono stati pubblicati tre bandi nazionali rivolti al mondo della scuola: il bando “Prima infanzia”, rivolto a bambini e bambine fino ai 6 anni; il bando “Nuove generazioni” (5-14 anni); il bando “Adolescenza”, rivolto alla fascia 11-17 anni. Di oltre 800 idee progettuali presentate per quest’ultimo, 86 sono state finanziate per un totale di oltre 73 milioni di euro: 8 i progetti finanziati nel solo Lazio, € 3.934.335,54 complessivamente erogati.

Il Report “Povertà educativa. Servizi per l’infanzia e i minori” è stato pubblicato nel febbraio 2018 da DEPP Srl in collaborazione con l’Impresa Sociale CON I BAMBINI, e si propone di analizzare i servizi regionali connessi al contrasto della povertà educativa in Italia. Incrociando numerose banche dati relative alla presenza di asili nido e servizi per la prima infanzia, alla diffusione delle biblioteche e delle palestre all’interno degli istituti scolastici, nonché alla raggiungibilità di questi ultimi, emergono in particolare due tendenze che si rende necessario contrastare: la spaccatura tra il nord ed il sud della penisola (quest’ultimo, come atteso, in forte ritardo nell’erogazione capillare dei servizi considerati) e la minore copertura delle prestazioni nelle aree montane.

Lo studio pone il Lazio in fondo alla classifica per quanto riguarda il numero di biblioteche pubbliche in rapporto al totale dell’utenza potenziale giovanile, mostrando inoltre come poco più del 50% di studenti e studentesse abbia accesso a palestre scolastiche. Un dato tanto più sconfortante considerando l’importanza dell’alfabetizzazione motoria del minore nelle scuole, specialmente a fronte della difficoltà di molte famiglie di sostenere l’iscrizione presso altri centri sportivi.

Appare ora forse più evidente la necessità che gli attori che insistono sul territorio, a cominciare proprio dalla scuola, facciano fronte unito per costituire una vera Comunità Educante, in grado di potenziare l’offerta educativa rivolta ai giovani non solo a livello didattico ma soprattutto laboratoriale, per accrescere e potenziare le competenze dei minori e sventare il pericolo di non resilienza dei ragazzi con background familiari e culturali maggiormente svantaggiati.

Fonti: 

  • Povertà educativa. Servizi per l’infanzia e i minori, Report febbraio 2018 di Depp (Data. Engagement. Platform. Politics.) in collaborazione con Con i bambini Impresa sociale
  • Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia. Rapporto Save the Children del maggio 2018

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