L’integrazione inizia sin da piccoli. Gli stranieri nelle scuole italiane

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Tra i tanti e diversi obiettivi e finalità del patto educativo di comunità del progetto Libera il Futuro c’è senz’altro l’inclusione e integrazione dei bambini e ragazzi stranieri nelle scuole italiane. Ecco perché oggi vogliamo parlare proprio di questo: com’è la situazione degli stranieri nelle scuole del nostro Paese?

In Italia, il 10% degli studenti non ha la cittadinanza italiana.
Rispetto ai loro coetanei autoctoni, questi ragazzi e ragazze scelgono spesso percorsi scolastici diversi, che inevitabilmente contribuiscono ad ampliare divari sociali preesistenti. Nonostante l’elevato numero di alunni stranieri iscritti presso le scuole italiane, ancora esistono divari rispetto ai compagni di nazionalità italiana, soprattutto rispetto al percorso scolastico intrapreso.


I ragazzi senza cittadinanza italiana, una componente importante della popolazione scolastica.
Nell’anno scolastico 2019/20 sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera.

Si tratta di un dato che dagli anni ’80 ad oggi è andato progressivamente aumentando, ma che ultimamente ha registrato una tendenza alla stabilizzazione. Mentre infatti nel decennio tra gli anni scolastici 2000/01 e 2009/10 il numero di studenti senza nazionalità italiana è cresciuto del 357% (+526mila persone), nel decennio successivo (tra gli anni scolastici 2009/10 e 2019/20) l’aumento è stato di entità inferiore, attestandosi al 23,4%.

A essere cresciuto è soprattutto il numero di ragazzi di “seconda generazione”, cioè nati in Italia ma senza cittadinanza italiana. Un aumento che ha riguardato in maniera particolare la scuola secondaria di II grado. L’aumento è stato invece leggermente inferiore nella scuola secondaria di I grado e decisamente più limitato in quella dell’infanzia e primaria.

Nel 2019/20, il 10,3% degli studenti era di nazionalità non italiana. In base ai dati Miur, quella degli studenti stranieri nati in Italia è l’unica componente in crescita nella popolazione scolastica italiana. La quota di nati in Italia rispetto al totale degli alunni stranieri è infatti aumentata in maniera considerevole nella scuola secondaria di II grado. Ma la crescita è stata inferiore per la scuola primaria e nel caso della scuola dell’infanzia si è addirittura registrato un calo (-3,3 punti percentuali). Aumentano quindi gli stranieri nati in Italia ma non cresce il numero di iscrizioni nelle scuole dell’infanzia.

La maggior parte degli studenti stranieri vive al nord.
La distribuzione territoriale degli alunni di nazionalità straniera nel nostro paese non è omogenea. La presenza è particolarmente forte in Lombardia, dove risiede il 25,6% degli studenti stranieri, a fronte del 15,4% di quelli italiani. 1 su 4 degli alunni stranieri risiede in Lombardia.

Analizzando invece i dati a livello territoriale, vediamo che a ospitare la quota più elevata di alunni stranieri, nel 2019, era la provincia di Prato, in Toscana (28%). Prato è la provincia italiana con più alunni stranieri.

Nonostante costituiscano ormai una componente significativa e consolidata della popolazione scolastica del nostro paese, gli studenti stranieri compiono ancora percorsi spesso differenti rispetto ai loro compagni di nazionalità italiana.
A partire dall’orientamento scolastico, che li porta spesso a preferire gli istituti rispetto ai licei. Si tratta di un sintomo rilevante da un punto di vista sociale perché il percorso scolastico che si sceglie ha un impatto significativo sulla futura integrazione all’interno del mondo del lavoro e sulla capacità di emanciparsi economicamente e socialmente. Una delle priorità è infatti quella di migliorare i processi di orientamento scolastico.

La condizione degli alunni di nazionalità straniera, è caratterizzata anche da una maggiore incidenza del ritardo e dell’abbandono scolastico. In quanto al divario tra autoctoni e stranieri rispetto a questi fenomeni, l’Italia è uno dei primi paesi in Europa.

Sono anche questi indicatori importanti per misurare l’andamento dell’integrazione degli stranieri nel nostro paese, che ha ancora molta strada da fare, a partire dalla scuola!

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