PALERMO – Rigenerare la piazzetta della Zisa

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Intervista a Claudia Rubino, referente di progetto sul territorio

Come hanno vissuto i ragazzi il coinvolgimento nel progetto, soprattutto per quanto riguarda l’esplorazione del territorio nei pressi della Casa di tutte le genti?

Il progetto è stata un’occasione per i ragazzi della “Casa di tutte le Genti” per esplorare il quartiere, conoscerne alcune delle potenzialità prima sconosciute ai loro occhi. Anche se l’Associazione La “Casa di tutte le Genti” è vicinissima al Castello della Zisa (confina con il Castello della Zisa), molti dei ragazzi non lo avevano mai visitato, così come molti di loro non conoscevano il vicino Villino Florio, una delle più importanti testimonianze di architettura Liberty del nostro territorio. I ragazzi della “Casa di tutte le Genti” prima del progetto, non conoscevano neanche la vicinissima realtà dei “Cantieri culturali alla Zisa” un tempo importante luogo di produzione di mobili di pregio e aerei che oggi, a seguito di un’importante opera di riqualificazione, è sede di numerose realtà associative di carattere sociale e culturale. Di particolare importanza è il senso di appartenenza che hanno sviluppato rispetto al luogo che è stato il fulcro delle attività e che ha sede proprio all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa, ovvero il Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità “Rospo smeraldino”, Polo Educativo Territoriale, dove si sono svolte la maggior parte delle attività e dei laboratori organizzati nell’ambito del progetto, luogo prima ignorato e adesso considerato da loro uno spazio familiare in cui trascorrere con i propri coetanei del tempo di qualità. Inoltre in occasione delle passeggiate esplorative, guidati dalle educatrici del CEAS, ragazzi/e e bambini/e hanno avuto modo di guardare al territorio che vivono quotidianamente con occhio critico. Sono stati protagonisti di un processo di riqualificazione che ha avuto origine proprio dall’esplorazione del territorio e dai bisogni da loro espressi. Durante le attività di laboratorio hanno avuto anche modo di confrontarsi per definire obiettivi e proposte, con i ragazzi, le ragazze, i bambini e le bambine del centro TAU e dell’Istituto Valdese – Centro Diaconale La Noce, realtà che operano entrambe nello stesso quartiere. Durante il progetto i bambini sono stati veri protagonisti, rivestendo i panni, dei “cittadini” portatori delle istanze finalizzate a migliorare la qualità e la sicurezza dello spazio che vivono quotidianamente e degli “amministratori” che hanno invece la responsabilità di rispondere ai bisogni emersi. Hanno dunque evidenziato le criticità e provato contestualmente a proporre alcune possibili soluzioni.

Cosa pensi sia cambiato nei ragazzi dopo la ri-progettazione degli spazi di piazzetta Zisa?

Gli spazi oggetto dei laboratori sono stati oggetto di alcuni interventi di riqualificazione già previsti da parte dell’Amministrazione Comunale, che purtroppo non si sposano del tutto con i bisogni e le richieste fatte dai bambini durante i laboratori di rigenerazione. Gli interventi di riqualificazione non si sono ancora conclusi. Posso solo immaginare che i bambini abbiano maturato una certa sfiducia nei confronti della politica e dell’Amministrazione locale, per le promesse non del tutto mantenute.

(lo so che non è opportuno scriverlo, ma è così)

Che tipo di miglioramento pensi ci sia stato nei ragazzi dopo le attività di progetto?

Le attività di progetto hanno rappresentato un momento significativo di crescita esperienziale che ha consentito loro di far emergere i propri interessi e le proprie inclinazioni.

Il progetto è stata un’importante occasione per coinvolgere i bambini in attività ludico ricreative ma nello stesso tempo educative, con laboratori di cittadinanza attiva, che hanno toccato svariati temi, dall’alimentazione sana e sostenibile, alla raccolta differenziata, alla biodiversità, alle energie alternative. I ragazzi hanno potuto fare concrete esperienze di volontariato, prendendosi cura di una parte della loro città. Grazie a queste attività hanno sviluppato alcune competenze trasversali come lo spirito critico, la creatività e il problem solving, e migliorato le competenze relazionali attraverso attività laboratoriali.

Non meno importante è stata l’esperienza dei laboratori STEM condotti da EUROUSC durante i quali hanno potuto discutere sull’importanza dei beni culturali, hanno partecipato ad un laboratorio di cartografia e orientamento, hanno ragionato sulla definizione di rifiuto, sul processo di degradazione dei materiali e sulle diverse modalità di smaltimento, sull’acqua, sulle sue caratteristiche e sulle varie forme di inquinamento che ne compromettono una sana fruibilità.

L’approccio utilizzato nei laboratori ha permesso ai bambini di apprendere e sperimentare concretamente nuovi concetti divertendosi. Durante lo svolgimento delle attività sono stati sempre mossi da curiosità e motivazione, dimostrando sincero interesse ed entusiasmo.

Il Centro di Educazione Ambientale “Rospo smeraldino”, luogo fulcro delle attività, ha rappresentato per loro un sicuro punto di riferimento in cui poter socializzare e trascorrere dei momenti costruttivi con i propri amici, momenti di aggregazione che hanno contribuito a rafforzare i legami interpersonali. Ha rappresentato per loro uno spazio alternativo a quello della loro associazione e soprattutto della strada, dove passare comunque del tempo di qualità in compagnia dei loro coetanei.

C’è un episodio particolare che vuoi raccontare?

Il  grande entusiasmo dei ragazzi per i droni. Mi viene in mente quando Ahmed, durante i giorni del corso dei droni, si è fatto trovare davanti l’entrata del Ceas, in anticipo di almeno mezz’ora, dicendomi “oh finalmente, ma quando aprite?” appena mi ha visto arrivare. Inoltre, ho sentito a un ragazzo dire al telefono “siamo ai Cantieri”.

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