Figli di genitori separati: tra difficoltà e risorse

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Abbiamo chiesto agli psicologi de “L’Atelier Koinè”, impegnati negli sportelli di ascolto ed in altre azioni di supporto alla genitorialità previste dal progetto, di raccontarci qualcosa rispetto alla separazione ed in particolare ai figli di genitori separati.

Ci piace iniziare questa riflessione con il primo dei dieci articoli della Carta dei Diritti dei Figli nella separazione dei genitori: “I figli hanno il diritto di continuare ad amare ed essere amati da entrambi i genitori e di mantenere i loro affetti”.

Se la separazione sia un ponte per la vita o un ostacolo alla crescita, è un percorso nelle mani di ogni singola coppia. Di certo, per due genitori separarsi significa cambiare il proprio progetto di vita e preservare il benessere dei figli diventa la chiave per affrontare in modo costruttivo la separazione.

La Dott.ssa Licia Petruccetti dichiara: “Quasi ogni coppia, nella mia esperienza clinica privata e nelle scuole, prima di decidere per una separazione si è detta almeno una volta più o meno consapevolmente “Proviamoci ancora…per i figli”. I figli sono al centro dei pensieri di ogni genitore, ma tenere in piedi tutto quello che implica la conclusione di un progetto di vita così articolato ed emotivamente coinvolgente crea qualche crepa nel complesso meccanismo della vita familiare. Il dolore, il risentimento e la rabbia per la fine di un’unione può far perdere di vista l’obiettivo fondamentale di una buona separazione: mantenere il rispetto reciproco per il benessere proprio e dei figli.”

Una separazione più o meno conflittuale può avere degli effetti sui figli, con forme e gradi di intensità diversi. Ovviamente i modi in cui bambini e ragazzi esprimono il disagio, cambiano a seconda dell’età che hanno al momento della separazione, della presenza di fratelli, della qualità del rapporto con i genitori.

Anche nei nostri sportelli di ascolto psicologico presenti nelle scuole partner di progetto, stiamo riscontrando su molti adolescenti sintomi quali diminuzione dell’attenzione, irascibilità, ritiro dalle relazioni con i pari, calo del rendimento scolastico, ansia, angoscia, sentimenti di perdita e di abbandono, disturbi psicosomatici, comportamenti antisociali e distruttivi, tutti segnali che qualcosa non sta funzionando nella vita di un figlio.

“Molti figli adolescenti, che hanno una diversa comprensione delle dinamiche relazionali, riconoscono che dopo la separazione di mamma e papà hanno finalmente iniziato una vita più serena” – continua Petruccetti – “Per un figlio resta, tuttavia, la difficoltà di comprendere come sia possibile che finisca l’amore tra mamma e papà, quell’amore che lo ha generato e che è il motivo della sua esistenza”.

Vediamo insieme quali sono i fattori che consentono alla famiglia di effettuare una buona separazione, attraverso gli occhi delle parti coinvolte: genitori e figli.

I coniugi si trovano ad affrontare sei fasi più o meno lunghe, a seconda della storia di ogni singola coppia e famiglia. Ogni fase, se ben superata, permette una migliore risoluzione della fase successiva fino all’ultima, il cui raggiungimento consente la realizzazione di quello che viene definito un “divorzio costruttivo”, vale a dire una separazione che permetta di poter ricostruire una nuova vita. Le diverse fasi comprendono una separazione emotiva, legale, economica, genitoriale, psichica e dalla comunità. La separazione genitoriale è un momento molto delicato, in quanto la questione dei figli si presta ad essere un pretesto di conflitto e ricatto fortissimo.

Il superamento effettivo da parte dei coniugi (o almeno di uno dei due) di tutte queste fasi, consente di trasformare un passaggio delicato come la fine di un matrimonio, in un ponte verso nuove possibilità per tutti i componenti della famiglia.

I figli dal canto loro, quando la separazione è gestita con buon senso, hanno la possibilità di sperimentare altri contesti relazionali protettivi oltre quello familiare, ricevere cure adeguate, mantenere buoni rapporti con entrambi i genitori e le rispettive famiglie di origine, beneficiare della presenza di un altro adulto significativo (familiare o nuovo partner dei genitori), costruire buone relazioni con i fratelli e con il gruppo dei pari.

Nonostante l’impegno e le migliori intenzione dei genitori, per trasformare la separazione in un ponte, invece che in un ostacolo, a volte può essere utile chiedere aiuto agli esperti.

Vi ricordiamo a tal proposito che gli psicologi del progetto L’Atelier Koinè sono presenti in tutte le scuole partner di progetto attraverso lo sportello di ascolto psicologico “Ascoltarsi e sono a disposizione per prevenire il disagio e promuovere il benessere delle famiglie.

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