Atelier GPS, al via gli incontri di programmazione: si concretizzano i servizi per genitori e scuole

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Al via gli incontri di programmazione del progetto L’ Atelier Koinè inerenti le attività dell’Atelier GPS, in particolare lo sportello “Ascoltarsi” e lo Spazio GPS (Genitori Partners Scuola).

In questa prima fase l’equipe composta da psicologi e psicoterapeuti si sono scambiati opinioni e conoscenze rispetto al concetto di “relazione d’ aiuto”, mettendo in gioco scuole di pensiero differenti per creare una prassi comune per queste attività che si stanno concretizzando nei vari istituti interessati dal progetto.

LO SPORTELLO “ASCOLTARSI” – Lo sportello “Ascoltarsi” è uno spazio nel quale i genitori potranno raccontarsi nelle loro esperienze quotidiane, mettendo al centro punti di forza e debolezza ed analizzando i vari stati d’ animo che attraversano l’ esperienza di essere genitore. Thomas Gordon diceva che “quando si diventa genitori, accade un fatto strano e malaugurato. Si comincia ad assumere un ruolo, a recitare una parte, dimenticando di essere una personaUna volta entrati nel sacro regno del ruolo genitoriale, si pensa di dover indossare la tonaca di genitore. In buona fede si assumono certi comportamenti perché si crede che i genitori debbano comportarsi così”.

Ebbene l’obiettivo di “Ascoltarsi” è proprio quello di analizzare il “ruolo” che ci si è dati, cercando di tirare fuori la “persona”, che spesso rimane soffocata da un ruolo, analizzando in che modo l’ idea di essere genitori contrasta con il piacere di essere madre o padre e condividere con i propri figli una strada costruita su fondamenta comuni, più che su idee preconcette.

LO SPAZIO GPS – Lo spazio GPS (Genitori Partners Scuola) è invece un vero e proprio gruppo di lavoro condiviso tra genitori e scuola che ha come obiettivo contrastare gli insuccessi scolastici dei ragazzi e costruire processi educativi che mettano al primo posto gli adolescenti. Una spazio quindi, nel quale i genitori e la scuola potranno avere uno scambio reale su un territorio pratico, dove la famiglia potrà portare le problematiche quotidiane dell’ interazione con i figli e la scuola potrà fare lo stesso, tenendo conto che quei figli in un ambiente scolastico divengono persone (studenti), spesso con modalità relazionali assolutamente diverse da quelle che riportano in casa.

Insomma un modo per raccontare i ragazzi a trecentosessanta gradi, un osservatorio completo sulla persona che permetterà, grazie all’ aiuto degli specialisti, di elaborare strategie di aiuto efficaci.

Un luogo in cui per lo spazio e tempo dovuto la scuola diventa “casa” e la “casa” diventa scuola. L’ incontro del gruppo di lavoro degli psicologi si è trovato quindi a discutere di più temi, un colloquio in questo senso arricchente e colmo di spunti e condivisioni, spesso di forte impatto emotivo.

 

Ciò che i genitori m’hanno detto d’essere in principio, questo io sono: e nient’altro”. (Italo Calvino)

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