Elba: alcune riflessioni per continuare a costruire insieme la comunità educante dell’Elba
di L'isola che c'è
L’anno scolastico è appena iniziato e “L’isola che c’è”, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, torna con nuove proposte, tutte volte ad aggiungere esperienze educative per i minori dell’Elba, partendo dalle risorse sociali ed ambientali dell’isola. Ricordiamo che il nostro progetto si basa soprattutto sul fare rete, sulla collaborazione tra soggetti diversi del territorio per creare insieme opportunità di apprendimento informale. Ultimata la fase di dialogo con le amministrazioni locali, a breve pubblicheremo il calendario delle attività per l’autunno e inverno che ci attendono. Nel frattempo, ecco un breve riassunto di quello che abbiamo fatto nel periodo del lockdown e subito dopo e qualche riflessione comune.
Non ci siamo mai fermati
L’inverno scorso avevamo dato avvio agli spazi di comunità a Rio Marina, Rio nell’Elba, Porto Azzurro, Capoliveri e Marina di Campo. Luoghi faticosamente aperti per animare i pomeriggi dei piccoli abitanti dei Comuni elbani con attività ludiche e nutrienti. Poi è arrivata la pandemia, che ci ha fermato, ma solo per pochi giorni. Durante il lockdown ci siamo dati appuntamento online con genitori e con i bambini che frequentavano gli spazi di comunità. Abbiamo messo in campo sportelli di sostegno psicologico, videochiamate con i genitori, per dare loro un momento per confrontarsi, raccontarsi e chiacchierare in libertà, aiuto compiti per tutti i cicli, merende online, attività ricreative sperimentali come una piccola redazione multimediale che parlasse di quello che stavamo vivendo grazie alle opportunità offerte dal digitale, per continuare a stare insieme e riflettere su quello che ci stava accadendo. La collaborazione con alcuni dei partner più sensibili è stata essenziale. Poi è arrivata l’estate, iniziata con un doppio evento dedicato a Gianni Rodari, una grande festa per il ritorno alla vita sociale in presenza che ci ha entusiasmati. Nei centri estivi di Rio Marina, Marina di Campo e Porto Azzurro abbiamo cercato di gestire il ritorno ad una vita comunitaria in presenza, per riallacciare i fili di un percorso educativo multidisciplinare che avevamo avviato. Abbiamo cercato di affrontare le comprensibili paure, le evidenti ferite emotive, provando a costruire insieme una nuova dimensione di gruppo, in grado di compenetrare le esigenze di tutela sanitaria con le attività dei ragazzi.
L’estate è stata impegnativa, due mesi di vita intensa e complicata, fatta di tanto lavoro per gli adulti e di un urgente recupero della vita spensierata per i ragazzi. I tre centri estivi sono diventati il nostro nuovo banco di prova, di tenuta del progetto, fatto di un intreccio non semplice di collaborazioni tra i partner per offrire attività sportive, educative, psicologiche, di educazione ambientale.
L’efficacia di una collaborazione concreta tra soggetti del territorio per l’educazione informale
Dobbiamo fare più rete, non è facile ma ce la possiamo fare, anzi ci è necessario. Per tenere insieme e dare un senso generale al susseguirsi delle varie proposte educative abbiamo scelto di affidarci ad un capolavoro della letteratura, che ci è servito come sfondo integratore delle attività educative estive, il celeberrimo romanzo di Jonathan Swift “I viaggi di Gulliver”. Fra le altre cose, questo romanzo ci ha consentito di esplorare il tema del viaggio e della scoperta, di esplicitare la pervasività dei punti di vista attraverso i quali ciascuno interpreta la realtà e l’importanza di comprendere l’altro provando a cambiare prospettiva e, non da ultimo, la gestione del conflitto nei gruppi.
I valori ambientali come fonte di apprendimento costante
La natura dell’Elba è la nostra grande maestra, spesso inascoltata. Quest’estate abbiamo sperimentato esperienze educative volte alla conoscenza degli aspetti naturali e dei valori psico sociali immanenti. L’educazione ambientale ci pare l’elemento trainante da cui partire per integrare l’educazione. La natura dell’isola d’Elba è uno dei punti di forza che ci permette di arricchire costantemente con riflessioni, proposte, progetti, attività il percorso di offerta formativa che continua a svilupparsi nei nostri centri. Non è una novità, certamente, ma quello che ci pare importante sottolineare è che le competenze per offrire esperienze educative possano in gran parte basarsi su questa infinita fonte di spunti educativi, magari con più consapevolezza e decisione.
L’importanza di fare rete per rafforzare la comunità educante dell’Elba
Molti dei nostri partner da quest’estate hanno messo in campo idee, attività. Altri invece non si sono ancora resi parte attiva del progetto di rete sociale, di questa alleanza tra istituzioni e associazioni del territorio per la costruzione di una comunità educante stabile e convinta di cui l’Elba ha veramente bisogno. Siamo consapevoli che le cose nascono per gradi. Ci sembra giunto il tempo perché tutti si rendano soggetti propositivi e attivi per questo comune obiettivo.
“L’isola che c’è” è un progetto anche molto proiettato all’esterno. Al di là della costituzione formale di un consorzio di partner, riteniamo che sia importante costruire una rete molto aperta ad altre istituzioni, associazioni, enti, eccetera, tutti accumunati dal desiderio di riportare il tema educativo al centro dell’agenda pubblica, in un’ottica di costante miglioramento e arricchimento del contesto di apprendimento.
In questo senso si può dire che “L’Isola che c’è” sia un bene collettivo, dedicato a tutti i bambini e i ragazzi dell’Isola d’Elba, alle loro famiglie e a tutti i soggetti che agiscono nel contesto locale che considerino l’educazione un valore fondante della nostra società. I risultati che il progetto ha ottenuto e otterrà, costituiscono un patrimonio non solo per i partner del consorzio, ma per tutti coloro che vivono e lavorano all’Isola d’Elba.
Cosa chiediamo di migliorare alle istituzioni locali
Quello che emerge con chiarezza dopo un anno di attività è la necessità di costruire spazi mentali e fisici specificamente dedicati all’educazione informale, all’aggregazione dei ragazzi, alla gestione dello studio e delle attività ludiche e di sostegno alle scuole del territorio. Facciamo un esempio, dentro gli edifici scolastici, giustamente, i genitori non possono entrare durante le attività. Il nostro progetto mira a creare opportunità di educazione sia per i genitori che per i figli, insieme, dove la famiglia, i gruppi, le persone possano interagire, mettendo a fuoco temi e pratiche volte al sostegno del “gruppo famiglia” che affronta l’età evolutiva dei propri figli. Quindi ci vogliono spazi ad hoc. Nei comuni dell’isola d’Elba mancano biblioteche intese in senso moderno e spazi di aggregazione, dove fare vita di studio, animazione sociale e culturale. I pomeriggi dei nostri figli devono poter prevedere attività in spazi adatti per questo scopo, non luoghi di risulta e temporanei, ma ambienti vivibili in cui dare continuità nel tempo alle attività educative della comunità locale.
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