Arrivano i Poli di comunità! I primi quattro tra pochi giorni
di Im-Patto Digitale
Uno a Lodi, due a Codogno e uno alla frazione Lavagna di Comazzo: arrivano i primi Poli di comunità di Im-Patto Digitale, spazi condivisi e accessibili dove bambini e ragazzi avranno a disposizione dei computer e la connessione Internet, da usare sotto lo sguardo attento degli educatori che lavorano nel servizio.
I primi quattro Poli di comunità saranno presso le Officine 21 della cooperativa Il Mosaico di Lodi; allo Sportello Amico della comunità Papa Giovanni XXIII, che ha sede all’oratorio di Lavagna di Comazzo; alla comunità Strada dei colori dell’Asp di Codogno e al doposcuola dell’Istituto comprensivo di Codogno.
La data dell’inaugurazione non è ancora stata fissata, ma i lavori sono ormai in stato avanzato. “Li abbiamo voluti chiamare Poli di comunità perché i poli attivano energie, creano comunità, muovono risorse – spiega Carla Mazzoleni, project leader di Im-Patto Digitale -. La nostra idea è quella di dare una stimolazione per creare dei luoghi in cui nascano relazioni. Coglieremo così l’opportunità di dare i pc anche a casa ai bambini e di avviare occasioni di formazione per i loro genitori”.
Questi quattro Poli di comunità sono però sono solo un inizio, visto che il progetto Im-Patto Digitale ne prevede in tutto 35 in tre anni.
“Dopo la pandemia è molto importante restituire ai ragazzi spazi di socialità e di normalità – aggiunge Mauro Parazzi, presidente della Fondazione Comunitaria di Lodi -. Invito tutte le scuole, le istituzioni e gli oratori che intendono attivare un polo di comunità a contattare lo staff di Im-Patto Digitale (impattodigitalelodi@gmail.com): perché il territorio sia completamente coperto da luoghi dell’educare al digitale”.
Educare al digitale oggi è anche una preziosa forma di difesa anche contro bullismo e cyberbullismo. Ormai il pericolo è evidente: in Italia il 50 per cento dei bambini e degli adolescenti ha affermato di essere stato vittima di bullismo on line, con un aumento dei casi registrati durante la pandemia. Il dato è emerso da una ricerca condotta a livello europeo e diffusa in occasione della Giornata sulla sicurezza online (celebrata ieri, 8 febbraio) che ha riportato l’attenzione sul bullismo virtuale.
Secondo gli esperti, l’unica arma per difendersi da questo pericolo è proprio quella di fornire un’educazione ‘cyber’ per fornire ai minori le competenze necessarie per un uso sicuro e responsabile del web. Esattamente ciò che ci proponiamo di fare con i nostri Poli di comunità… stay tuned!
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