“GENITORI A BORDO” – La rigenerazione sociale parte dalle famiglie con Affabulazione di Ostia

di

Questa settimana raccontiamo la storia dell’associazione culturale Affabulazione di Ostia. Un progetto sociale, un embrione di comunità artistico-urbana, che trasforma luoghi assopiti e li fa vibrare di nuove energie.

Missione finale: la rigenerazione sociale! 

Affabulazione è uno dei 28 partner del Progetto DOORS: diffusione di arte e cultura alle famiglie di Ostia sono le sue “armi” per contrastare la povertà educativa, grazie anche al fondo gestito dall’impresa sociale Con I Bambini.

Dal 14 novembre sono iniziate le attività di Genitori a bordo, laboratori di supporto alla genitorialità, presso il Teatro del Lido, per supportare le famiglie in modo creativo e divertente nella delicata fase dell’adolescenza dei propri figli, catapultati anche nell’era del digitale.

16 incontri dedicati alla narrazione, all’auto-osservazione, e al confronto e condivisione tra genitori e 8 appuntamenti che presentano una “cassetta degli attrezzi” per i genitori fatta di risorse e strumenti, che affrontino le tematiche emerse dai primi incontri di discussione. 

Trattare il tema dell’adolescenza nelle periferie serve a creare in modo partecipato una comunità educante, che supporti questa fase già critica di crescita dei giovani, rendendoli autonomi e capaci di fare scelte che possano cambiare il loro futuro e quello dei territori in cui vivono.

Abbiamo intervistato Ghislaine e Vita di Ass. Affabulazione, per approfondire motivazioni, temi e obiettivi di questo programma di supporto alla genitorialità.

I: Perchè avete deciso di dedicarvi al supporto alla genitorialità?
Affabulazione: Già nella prima metà del ‘900 Anna Freud sottolineava l’importanza di supportare i genitori nelle situazioni di disagio delle bambine e dei bambini, quindi l’idea di attivare un percorso di sostegno alle funzioni genitoriali non è certamente nuova ma non per questo meno attuale. Per John Bowlby, un altro pilastro nel campo della psicologia infantile, la famiglia rappresenta la “base sicura” per tutti. E’ da lì che partiamo per costruire la nostra identità e da lì arrivano gran parte delle nostre risorse per far fronte alle difficoltà della vita. Aiutare i genitori a dare il meglio di sé significa favorire le condizioni migliori per attivare processi di crescita caratterizzati da benessere.

I: Quanta parte hanno le dinamiche famiglia/territorio, nella rigenerazione delle periferie?Affabulazione: Il nostro territorio è costituito da individui, che spesso vivono in famiglia. Le famiglie – in tutte le loro molteplici e colorate forme di aggregazione, perché ci sono tanti modi di essere famiglia – sono un sottogruppo della comunità territoriale. Dare voce alle famiglie significa dare voce al territorio come comunità educante.  

I: Cosa “mettete in campo” a disposizione dei genitori che partecipano?
Affabulazione: Nel nostro percorso Genitori a bordo, non a caso, l’attivazione di processi di mutuo aiuto è l’asse portante che scardina la solitudine. Il messaggio è: “siamo sulla stessa barca e insieme possiamo aiutarci”. Io posso imparare da te e tu da me, è questo uno dei messaggi che vogliamo dare. 

I: Quali sono le caratteristiche principali del vostro percorso a supporto della genitorialità?Affabulazione: La metodologia del nostro percorso fa riferimento a un approccio narrativo. Crediamo infatti che la narrazione o meglio la ri-narrazione della propria storia come persone e come genitori, sia il modo migliore per attivare risorse che pensiamo di non avere. Il cardine del cambiamento è nel favorire cambi di prospettiva, per leggere aspetti del reale che percepiamo difficili e impervi, come opportunità di cambiamento dei nostri atteggiamenti e comportamenti. 

I: Come le avete selezionate e rese fruibili?
Affabulazione: Utilizzeremo le tecniche del teatro counselling per “mettersi in gioco”. Il nostro scopo è divertirsi nel senso letterale del termine: fare cose diverse, ma anche nel senso comune del termine. Vogliamo facilitare sinergie dal valore catartico, liberatorio. Vogliamo promuovere anche la risata e l’ironia. 

I: Vi sentite “change maker”? Perché? 
Affabulazione: Ci sentiamo dei change maker, perché vogliamo scardinare la solitudine dei genitori, vogliamo attivare processi comunicativi alternativi ai gruppi di WhatsApp, favorire la comunicazione nella sua globalità. Ci divertiremo a utilizzare il linguaggio del corpo e daremo un nome alle emozioni, senza fare affidamento solo sulle emoticon. A noi questo sembra rivoluzionario!

I: Tutti gli adulti dovrebbero tornare alla creatività? Se si, come aiutarli?
Affabulazione: Certo! La creatività è alla base di quella che gli psicologi chiamano capacità di coping. Per far fronte alle difficoltà un genitore deve attingere alla propria creatività. Come aiutarli? Beh, abbiamo pensato a una cassetta degli attrezzi con la rete per la comunicazione efficace, la lampadina magica per il problem solving, la copertina per sentirsi al caldo, un dizionario per dare nome alle emozioni nostre e dei nostri figli. 

Il contrasto alla povertà educativa parte dal quotidiano, dalle nostre case e dai nostri territori, unitevi alla nostra mission!

 

Chiara Medini – responsabile social Progetto DOORS

Ti potrebbe interessare

Maker Camp 2021: si vola nello spazio alla scoperta del coding!

di

Nota Stampa Dal 05 al 23 luglio, l’associazione PDP organizza un ciclo di laboratori estivi gratuiti per scoprire le nuove tecnologie divertendosi:...

Affettività e salute: un percorso per prendersi cura delle proprie emozioni al di là di stereotipi e discriminazioni

di

Negli scorsi mesi si è svolto il percorso in tre incontri su affettività a cura di AMREF presso la Casa del Quartiere...

DALLA SINERGIA TRA EDUCAZIONE FORMALE E INFORMALE: UNA SERIE DI STORIE INVENTATE PER (RE)STARE VICINI

di

Le attività di progetto DOORS sono realizzate negli istituti scolastici coinvolti nel partenariato (11 in tutto dal nord al sud Italia) e...