ConVoglia d’Idee

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Il gruppo “ConVoglia d’Idee” è un progetto del C.A.G Mille Idee di Almenno San Salvatore che vede impegnati un gruppo di adolescenti di età compresa tra i 15 e i 20 anni.

Ogni anno i ragazzi del gruppo, affiancati da un educatore del C.A.G e da un volontario dell’associazione “Libera”, intraprendono un percorso che si sviluppa intorno ad un tema, che viene scelto direttamente dai ragazzi del gruppo.​

La finalità di questo progetto è quello di favorire il protagonismo attivo e positivo​ degli adolescenti sul territorio.

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Ce lo raccontano loro.

“Il nostro gruppo nasce cinque anni fa grazie ad una proposta del Centro di Aggregazione Giovanile di Almenno San Salvatore.

Ogni anno il nostro gruppo cambia e cresce, ma ciò che ci ha sempre accompagnato è l’esigenza di incontrarci, confrontarci e cercare di lasciare una traccia delle nostre idee con delle azioni concrete, piccola voce del cambiamento che vogliamo nella società di cui siamo parte.

Il nostro percorso inizia con l’adesione al progetto “Cosa c’è in gioco”, a cui l’Amministrazione comunale di allora aveva aderito. Ci siamo occupati della problematica del gioco d’azzardo patologico geolocalizzando gli esercizi contenenti macchinette e VLT nel nostro comune e calcolandone la distanza dai luoghi sensibili (che per legge dovrebbe essere maggiore a 500 m). Abbiamo inoltre intervistato gli esercenti dei locali di Almenno, cercando di capire la percezione che essi avevano su questa realtà. Queste informazioni sono state presentate alla comunità almennese durante due incontri pubblici e abbiamo inoltre partecipato ad un evento che coinvolgeva altri adolescenti che avevano partecipato allo stesso progetto in altri paesi della bergamasca.

Il nostro percorso si è poi incentrato sulla questione delle mafie, dell’infiltrazione mafiosa e della lotta alla mafia. Ci siamo resi conto che la mafia, con il suo modo di agire, è come un virus: si diffonde dovunque e, per arrestarla, è indispensabile che più persone creino un gruppo compatto pronto a riconoscerne i sintomi e ad agire di conseguenza. Abbiamo approfondito la vicenda del commerciante di Gela Gaetano Giordano, assassinato dalla mafia nel 1992 dopo essersi opposto al pagamento del pizzo. La mafia segue il flusso e la disponibilità dei soldi: per questo, contrariamente a quanto si pensi, è molto diffusa nel Nord Italia ed in particolare in Lombardia, così come nella nostra Valle Imagna.  Abbiamo partecipato ad un incontro di presentazione sui prodotti di Libera Terra e sui campi di E!state Liberi, a cui alcuni di noi hanno partecipato l’estate successiva e quelle seguenti. Un’altra esperienza significativa è stata la mattinata trascorsa presso la comunità familiare di Berbenno. In una proprietà confiscata alla mafia, diventata, quindi, bene comune, è nata un casa-famiglia, gestita da una coppia di sposi, che accoglie ragazzi con situazioni familiari di grande fragilità.

L’anno successivo ci siamo dedicati all’approfondimento della povertà nelle sue diverse declinazioni. Abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare storie di persone che hanno avuto contatto diretto con la povertà o l’hanno vissuta sulla propria pelle: la storia di Renato, che ha vissuto per strada alla stazione di Bergamo, quella di Marzia, che ha insegnato nel carcere di Bergamo, quella di Suor Sara, che a Roma vive vicino alla Stazione Termini e, insieme alle suore operaie, si occupa quotidianamente di povertà. Il percorso si è concluso con un incontro pubblico intitolato “Un povero su misura”, in cui queste voci hanno dialogato tra loro ed infine ogni partecipante ha potuto scrivere su un foglio la sua povertà e questi biglietti sono stati distribuiti casualmente a tutti i partecipanti, in modo che ognuno si prendesse simbolicamente carico della povertà di un altro.

Gli ultimi due anni sono stati incentrati sul tema del viaggio: abbiamo riflettuto sulla nozione di viaggio e cosa questo sia per noi ed abbiamo inoltre ascoltato le storie di alcune persone, ognuna delle quali ha presentato la propria vicenda e quello che il viaggio ha significato per la sua vita. Il nostro percorso si è messo in pausa a febbraio di quest’anno, ma presto riprenderanno le nostre interviste con la speranza di poter organizzare una giornata pubblica in cui gli intervistati possano raccontare quanto hanno fatto scoprire a noi allo scopo di costruire un dialogo pubblico.

 

Cos’è per noi il gruppo “ConVoglia d’idee?”

Per me il gruppo ConVogliadIdee è la possibilità di crescere, conoscere il mondo e me stessa confrontandomi e dialogando con gli altri.

Per me il gruppo ConVogliadIdee è l’apertura a letture della realtà a cui non avevo pensato.

Per me il gruppo ConVogliadIdee è uno spazio in cui riflettere e mettere in atto i cambiamenti che vorrei nel contesto che mi circonda. Spesso mi è capitato di avere un pensiero contorto e di riuscire, tramite l’ascolto e il dialogo con gli altri, a districarlo e renderlo un progetto concreto, un’idea.

Nel gruppo ConVogliadIdee c’è la possibilità di affrontare temi diversi in modi originali. La varietà di pensiero permette di confrontarsi e di condividere molti aspetti nascosti delle tematiche affrontate, riflettendo su ciò che emerge. Il fatto di partecipare da un po’ di tempo mi fa sentire più a mio agio e mi invoglia ad essere più partecipe e ad esprimermi più tranquillamente.

Il gruppo è un’occasione per aprirsi alla conoscenza non solo di temi nuovi, ma anche di persone. Discutendo, confrontandosi su argomenti di vario genere si creano legami e si approfondiscono amicizie magari già strette. Ogni parola detta aiuta a comprendere meglio l’altra persona, a scoprire lati mai visti prima. Ogni dialogo è un momento in cui ci si sente liberi di esprimere la propria opinione perchè nessuno la giudicherà. E se non si vuole parlare, se non si è pronti a condividere il proprio pensiero, non importa.

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