Media Lab: educare partendo dai maranza?

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Una scena de "La danza dei Maranza"

Perché a CostellAzioni ci piace usare i laboratori di media education?

Perché:

  • Hanno un approccio divertente e incuriosente per i ragazzi.
  • Stimolano il lavoro collaborativo e il valore del team.
  • Permettono di ragionare e focalizzare un tema per sintetizzarlo e raccontarlo.
  • Trasmettono competenze.
  • Permettono di affrontare da una prospettiva differente i rischi delle nuove tecnologie.
  • Ci aiutano a comprendere gusti e preferenze dei ragazzi.

Da questo elenco potete capire che i Laboratori di Media Education sono un strumento complesso che non si riduce ad un semplice: “Giochiamo a fare un video!”

Eppure il gioco rimane una componente fondamentale per coinvolgere il gruppo. Un gioco educativo se fatto in gruppo e se riesce a partire dai gusti e dalle conoscenze dei ragazzi.

Ovviamente ogni singolo progetto e ogni singolo gruppo ha le sue dinamiche e le sue soluzioni da trovare ad hoc e spesso da inventare sul momento. Tuttavia possiamo individuare due fattori comuni che ci permettono di partire dalla comfort zone dei ragazzi.

Adattarsi tecnicamente alle curiosità e al carattere dei ragazzi lasciando la possibilità di trovare un ruolo che li stimoli: davanti e dietro la telecamera. C’è chi vuole essere protagonista e stare al centro dell’attenzione: per loro il centro dello schermo sarà aperto. Ma attenzione all’equilibrio del gruppo e alle reali capacità del singolo. Non creiamo protagonisti, ma sottolineiamo l’importanza dei ruoli. Anche il più grande attore deve stare alle indicazioni del regista, dello sceneggiatore o del semplice tecnico luci! Ci sarà il curioso della tecnologia che non lo stacchi più dalla videocamere, ma ci sarà anche chi si vuole tenere a lato non “prendersi responsabilità”. Ebbene anche per questi ci sono ruoli adatti: tecnico luci, trucco, fonico…

Adattarsi alle idee dei ragazzi nel creare la storia da raccontare. Qui la differenza tra i gruppi diventa ancora più ampia. Si può dover selezionare tra molte idee spontanee e brillanti, come infrangersi contro un muro di “boh?!?”. Se la prima ipotesi è idilliaca e facile da gestire e immaginare; la seconda è una sfida che si può vincere. Come? Partendo da ciò circonda ed accomuna i ragazzi: un luogo, un progetto, una moda o… i maranza!

Eccoci arrivati al collegamento con il titolo: “i maranza”. Non entriamo in analisi sociologiche su questa recente “etichetta” sociale giovanile, tuttavia per chi lavora con i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni come noi di CostellAzioni è una parola che spesso sentiamo e che abbiamo dovuto imparare a conoscere. Ci sarà chi li deride, che li ammira, chi ne fa parte… ma di sicuro è un tema che non è indifferente ai ragazzi. Li interessa? Usiamolo!

Intanto far raccontare una moda che li coinvolge è già un modo di conoscere i nostri ragazzi e di metterli a confronto tra loro. Saranno loro a raccontare, perché ne sanno più di noi. E lo racconteranno non solo a parole, ma con strumenti multimediali. Il tema sarà così analizzato “tecnicamente”. Come si vestono: pe ri costumi. Come parlano: per la recitazione. Cosa fanno: per la sceneggiatura.

Non resta che prendere tutto questo materiale e farne una storia o, se preferite, storytelling. Non è impossibile ed è divertente.

Impossibile? No. E lo diciamo per vita vissuta. Cosa ci siamo inventati lo vedrete seguendo i nostri canali tv, social e Youtube. Per ora vi anticipiamo due titoli “La danza del Maranza” e “Il killer maranza”. Curiosi? Stay tuned!

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