Giornata mondiale del rifugiato, un momento importante anche per Comunità in Crescita

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La Giornata mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, e celebrata come ogni anno il 20 giugno, ha rappresentato per  molti degli enti che fanno parte di Comunità in Crescita una importante occasione per fare il punto sul Progetto, giunto a metà percorso, e far emergere storie, traguardi, obiettivi e criticità su cui impegnarsi per il prossimo anno di realizzazione.

Giornata mondiale del rifugiato, Fondazione Caritas

Fondazione Caritas ha organizzato un evento territoriale lo scorso 22 giugno, per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, e raccontare il progetto Comunità in Crescita.

Nel corso dell’evento organizzato dagli enti gestori dei progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) adulti e minori del territorio, per la Giornata mondiale del rifugiato, Fondazione Caritas, da sempre attenta all’accoglienza e alla cura dei minori, delle donne e dei rifugiati, non ha potuto non parlare del progetto nazionale di Comunità in crescita di cui è un orgoglioso partner locale.

Il progetto, nato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi di inclusione da parte dei minori.
Grazie a Comunità in Crescita 1430 bambini afgani, con particolare attenzione verso bambine e donne, potranno contare su percorsi di accompagnamento educativo, dentro e fuori la scuola, e di inclusione nel nostro Paese. L’obiettivo, ribadito da Fondazione Caritas, è quello di attivare e consolidare un sistema diffuso di inclusione garantendo uno stabile inserimento nel nostro Paese. 

Save the Children, focus sull’istruzione

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, Save the Children ha invece deciso di puntare i riflettori sulle problematiche legate alla mancanza dei fondi necessari ad assicurare un piano di istruzione ai bambini rifugiati nei diversi Paesi a medio e basso reddito. Un’occasione per raccontare lo stato delle cose e lanciare un appello di aiuto per raccogliere fondi da destinare all’istruzione e al rafforzamento dei sistemi educativi nei Paesi a basso e medio reddito. 

L’istruzione è una delle aree umanitarie meno finanziate, e nel 2021 ha ricevuto solo il 3,1% dei fondi umanitari globali, sufficienti appena per il 22% degli appelli di sostegno economico all’istruzione.” si apprende dagli studi di Save the Children. 

Ad oggi, i bambini rifugiati sono concentrati in modo sproporzionato nei Paesi a basso e medio reddito, là dove la povertà di apprendimento è già elevata e i sistemi educativi faticano a soddisfare le esigenze degli studenti. Basti pensare che circa il 70% dei bambini sotto i 10 anni che già vivono in questi paesi non sono in grado di leggere e comprendere un testo semplice.

I sistemi educativi già in difficoltà rischiano di peggiorare a causa di indebitamenti sempre più ingenti che leveranno ulteriori risorse destinate all’istruzione, con il rischio reale di trovarsi davanti a una generazione di bambini rifugiati privata dell’istruzione necessaria per ricostruire il proprio futuro. L’evento è stato anche il palco del convegno “Proteggere e sostenere i percorsi di crescita: quale accoglienza per i minori stranieri non accompagnati?”, dove è stata annunciata una nuova campagna di sensibilizzazione sui social volta a far conoscere al pubblico la situazione in cui vivono i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, stretti tra spinta alla realizzazione dei propri sogni e difficoltà quotidiane. 

Il progetto con gli occhi degli operatori, l’esperienza di Forme Cooperativa Sociale 

Questo progetto è speciale. Non solo perché dà un aiuto concreto ai tanti bambini là fuori in attesa di una possibilità per tornare a vivere, ma anche per quello che regala a coloro che vi lavorano in prima linea.

Ve lo lasciamo raccontare da Alessia, educatrice di Forme Cooperativa Sociale, e dalla sua esperienza con Sanaz, una ragazza afghana arrivata in Italia nel 2021-2022. Alessia è stata scelta per supportarla nel potenziamento dell’italiano.

“Sanaz arrivò a scuola durante l’anno scolastico 2021-2022. La ragazza, nata e cresciuta in Afghanistan, fu inserita nella classe a cui apparteneva per età anagrafica: la terza media. La scuola contattò la nostra Cooperativa chiedendo di darle un affiancamento per il progetto di potenziamento di italiano, e fui scelta io. Alla fine dell’anno scolastico però Sanaz non era pronta per sostenere l’esame di fine anno, e fu fermata. Quest’anno ha ripetuto la terza.

Sanaz è una ragazza tranquilla, riservata, molto religiosa e legata alla tradizione del suo Paese. Ma al tempo stesso curiosa e con tanta voglia di imparare, e di stare con gli altri. Io temevo che, subendo l’influenza della sua origine afghana, sarebbe stata fortemente condizionata dalla presenza dei talebani. Invece la ragazza ha sì deciso di portare il velo, l’abito lungo, ma ha anche integrato con grande serenità alcune abitudini nostre per lei nuove. Ha scelto di fare educazione fisica, per esempio, o di affrontare apertamente i temi riguardanti il corpo umano, la riproduzione e molto altro.

Un giorno, verso la fine della scuola, Sanaz ed io stavamo ripetendo insieme la tesina. Portavo alcuni braccialetti al polso e ci giocherellavo sovrappensiero. Al termine dell’ora, decisi di sfilarmi uno dei braccialetti che portavo e di darlo ad Sanaz “Tieni” dissi. “Te lo regalo, perché ti porti fortuna durante gli esami”.

Sanaz si commosse e mi abbracciò. “Grazie” mi disse. “Questo per me è molto importante”. Non è facile spiegare come certe persone entrino nei cuori degli operatori, ma possiamo dire che con Sanaz questo è successo.

E adesso? Ora che l’esame è passato Sanaz si prepara per la prossima avventura, ed io ogni tanto la sento per accertarmi che tutto vada per il meglio.”

Grazie, Alessia, per aver condiviso con noi questa toccante storia. Ci ricordi quanto possiamo fare del bene l’uno per l’altro attraverso la nostra dedizione e il nostro impegno nell’inclusione.

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