Community School: il progetto per contrastare la povertà educativa minorile nel biellese
di Cooperativa Sociale Tantintenti
Il mese di luglio vedrà la conclusione del progetto Community School e per l’occasione ne ripercorriamo la nascita, le finalità e gli appuntamenti, offrendo una panoramica che si arricchirà nelle prossime settimane con una proposta sui social media di lezioni e interviste realizzate nel contesto e attorno ai temi cardine dell’iniziativa.
Sviluppare una strategia socio-educativa unitaria per rispondere con azioni coerenti alle trasformazioni sul piano sociale, economico e produttivo avvenute nel Biellese: è questo uno degli obiettivi cardine su cui si è impegnata la rete di partenariato – che include 47 soggetti – di Community School, progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e che vede come soggetto responsabile la Cooperativa Sociale Tantintenti.
L’iniziativa ha preso forma a partire dalla scarsa consapevolezza di un necessario cambiamento nella traiettoria scuola/lavoro/società, che rende attualmente evidenti le condizioni di povertà educativa, richiedendo un aggiornamento delle metodologie fino ad ora adottate. I promotori dell’iniziativa hanno creato, nel tempo, un mosaico di conoscenze a disposizione di bambini e ragazzi del biellese, tra i 5 e i 14 anni, dalle soglie della scuola primaria al momento della scelta della scuola superiore. “La nuova visione prevede l’adozione di un patto educativo, garantirà una pianificazione di medio-lungo termine («Chi sarò tra 10 anni»), sostenibile oltre l’arco temporale coperto dal bando, stimolerà la comunità educante, che lo sottoscriverà e lo riconoscerà, ad applicarlo in modo capillare e con efficacia nei diversi territori”.
La strutturazione
Sono nove le azioni che compongono il sistema di interventi del progetto “Community School: per una connessione generativa”. Due di queste hanno come obiettivo la creazione di uno strumento permanente, complementare a quanto già presente e adottato sul territorio biellese, che agisca come una ‘cassetta degli attrezzi’ idonea ad affrontare e risolvere problemi complessi rispetto agli obiettivi di medio e lungo termine. Per garantire l’efficacia di questo strumento si è lavorato per individuare, definire, condividere e sperimentare un modello educativo territoriale che possa essere applicato sia dai partner di progetto sia dagli stakeholders di riferimento, e che sia in grado di generare effetti sui destinatari diretti e indiretti. Il primo passo ha visto lo svolgimento di cinque incontri in cui è stato coinvolto un gruppo ristretto di partner. L’obiettivo del gruppo di lavoro, in quest’ottica, è la condivisione e definizione di una sintesi metodologica composta da macro indirizzi e macro sistemi.
Il tavolo metodologico era composto dalle seguenti realtà: coordinamento Tavolo di Eleonora Celano (progettista e coordinatore attuativo Community School); Tantintenti (capofila di progetto) con Roberta Bacchi, Eleonora Buratti e Alberto Torchio; Cittadellarte (partner di progetto) con Annalisa Perino; ABC (partner di progetto) con Gabriele Fracassi e Katia Ramella; Fondazione Cassa di Risparmio di Biella con Marta Maglioli.
Il target
Con il progetto Community School, come accennato, si è lavorato per far emergere la consapevolezza di un territorio nell’essere una comunità educante e per contrastare e rimuovere le condizioni di povertà educativa nei minori. Il metodo è teso a essere utile a chi lo deve applicare nel territorio di riferimento e, nello specifico, ai seguenti target: a chi ascolta le esigenze delle persone, in particolare dei minori (figure educative formali e informali, insegnanti, operatori della relazione e dell’aiuto, genitori, adulti); a chi fornisce risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie (enti locali, servizi sanitari e sociali, agenzie educative formali e informali); a chi ha responsabilità educative, pedagogiche e promuove azioni di inclusione. In sintesi, il metodo intende provocare la trasformazione attraverso lo “sguardo” sulle persone, accompagnare e condividere esperienze che possano essere di esempio e quindi replicabili, prendere coscienza delle “resistenze” e trasformarle attraverso la relazione, riconoscendo quindi i talenti e valorizzando la creatività.
Il contesto di riferimento
Come specificato dalle realtà impegnate nel progetto, le trasformazioni subite dal biellese sul piano sociale, economico e produttivo hanno portato ad avere oggi una situazione di povertà educativa. Fino a 30 anni fa le imprese del territorio e l’indotto generato offrivano posti di lavoro alla totalità delle popolazione. Molti bambini e ragazzi non andavano oltre il percorso educativo formativo obbligatorio. Oggi il quadro è completamente cambiato e, in parallelo, non è stata predisposta una strategia educativa e occupazionale per dare continuità territoriale. Alcuni esempi? Appare come un territorio disgregato (79 comuni e 3 Unioni Montane), abbandonato dalle nuove generazioni (calo nascite -1.351 e invecchiamento della popolazione 13,9% di età compresa tra 0 – 17 anni; contro i 28,4% di età superiore ai 65 anni), ha registrato un calo dell’occupazione superiore alla media nazionale (+ 10%), di cui il 38% riguarda la fascia di età 15 – 39, a conferma della perdita di connessione tra ambito educativo – formativo e tessuto produttivo, con forti ricadute in ambito sociale. Conta 178.551 abitanti, 13.025 di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Si registra un aumento della popolazione straniera residente (9.910 di cui 6.457 nel biellese occidentale), di cui il 26% di età compresa tra i 5 e i 14 anni, con predominanza nel biellese occidentale, iscritti ai diversi plessi scolastici. Nelle aree montane del biellese occidentale nel 2017 sono stati registrati 745 interventi di servizi sociali, rivolti alla fascia 5 – 14 anni (266 nuclei famigliari e 320 persone), di cui 177 in Valle Elvo (23,75% dell’area occidentale) e 116 in Valle Cervo (15,57% dell’area occidentale), in aumento rispetto al 2015.
L’obiettivo del progetto
La base del progetto è avere una comunità educante che si attivi attraverso l’adozione di un patto educativo coerente e condiviso e nei diversi ambiti avvicinando un territorio disgregato. Gli attori coinvolti hanno lavorato a un “metodo” che possa essere riconosciuto, diffuso, praticato, rielaborato, in un circolo virtuoso, volto al miglioramento continuo. Un documento che sia aperto ad ulteriori contributi, alla condivisione, a modifiche e rielaborazioni, per essere ulteriormente arricchito dalla pratica e dall’esperienza e migliorato grazie alla sperimentazione e all’applicazione in contesti educativi differenti (formali e informali). “L’auspicio ed anche obiettivo di Community School è quello di poter verificare, attraverso il processo di Valutazione di Impatto, previsto nel biennio ’20-’22 – viene specificato nella presentazione del progetto -, un adeguato grado di diffusione ed applicazione sul territorio biellese, di uno strumento per la facilitazione dell’intervento pedagogico, orientato alla rimozione e mitigazione delle cause di povertà educativa minorile del territorio”.
Articolo scritto da Luca Deias per journal.cittadellarte
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